Pov.JamesMi alzai dal materasso logoro stropicciandomi gli occhi, passandomi una mano sul volto, prima di alzarmi e sciacquarmi con un po' di acqua presa da una bacinella, togliendomi la canottiera che più che bianca ormai era beige, rovesciandomela addosso strofinandomi con una saponetta consumata.
Senti il suono di un bastone sbattere sulle celle di ferro, voltandomi.
"Ti ho portato la colazione" affermò il poliziotto, allungandomi un pezzo di panino incartato in un fazzoletto.
"Grazie" lo ringraziai fingendo gratitudine, scartandolo e addentandolo come se mi avesse porto una succulenta bistecca.
Rimettendomi a sedere sul materasso."Preparati tra 10 minuti il tuo avvocato ti vuole vedere" aggiunse prima di girare sugli stivali lasciandomi finire la mia merda di colazione.
M'infilai la camicia scuotendola ed i pantaloni, agganciando la cintura. Erano solo 3 giorni che ero rinchiuso in questo posto schifoso, e l'unica cosa che mi tormentava era lei.
Dopo 10 minuti passati a fissare il muro, come se fosse un panorama stupendo, sentii il rumore di chiavi e la cella che viene aperta, permettendomi di uscire per quei fottutissimi 5 minuti che avevo, accompagnato dal poliziotto che mi prese i polsi stringendoli tra loro, dietro la schiena, mettendomi le manette come se fossi una persona pericolosa, per scortarmi nella sala d'incontri. dietro ad un vetro scorsi il volto del mio avvocato ed amico.
Mi sedetti venendo liberato dalle manette, poggiando i gomiti difronte a me.
"Ciao James, come stai?" Chiese, scrutandomi dispiaciuto.
"Che cazzo di domanda è?" Sbottai incazzato come se fosse ovvio che non me la passavo bene, sembrava una presa per il culo.
"Domanda stupida hai ragione, è di routine" aggrottò la fronte scusandosi, tornando a fissarmi.
"Parlami di lei" precisai senza mezzi termini, andando dritto al punto, ed era l'unica cosa che m'interessava sapere.
Lo vidii abbassare lo sguardo per riportarlo su di me, incrociando le dita tra loro.
"Sta bene, ma ha lo sguardo spento, vede ma in realtà solo la superficie, come se ciò che la circonda non abbia più senso. Rudy gli sta alle calcagna ma non ha sospetti" rivelò sicuro, aspettando una mia risposta, che non arrivò, annuendo solamente, prima di essere interrotto dal poliziotto facendomi alzare rimettendomi le manette.
"Continua a darmi informazioni, sono l'unica cosa che mi fa andare avanti" sussurrai piegandomi davanti al vetro.
Prima di essere riaccompagnato nella mia nuova casa.2 Giorni Prima
"Avrei una chiamata da fare" intimai al poliziotto, che mi guardò scocciato, accompagnandomi al telefono.
"Sbrigati" affermò voltandosi.
"È il mio avvocato" rivelai congelandolo con lo sguardo.
Al terzo squillo rispose, attimi che sembravano eterni, sapevo che non dovevo sprecare neanche un secondo con parole futili, per un cazzo di penny che avevo.
"Pro..."
"Daniel, sono James, ho bisogno del tuo aiuto, non farmi domande, ti chiedo troppo forse ora. Centrale di polizia di South Miami" parlai a raffica, cercando di non scordarmi nulla, anche se le parole uscivano da sole senza pensarle prima di parlare. Pressando mi la cornetta sull'orecchio tanto da farmelo indolenzire.
"In che guaio ti sei cacciato?" Esultò esausto, mi conosceva bene, fin troppo.
"In nessun cazzutissimo guaio, sono stato raggirato e fregato, ho bisogno del tuo aiuto sei l'unico che può aiutarmi e l'unico di cui mi fido" aggiunsi prima di sentire il rumore della linea interrotta, sbattendo la cornetta sul muro.

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STRONGER
Romance"Sapevo che bisognava tenersi gli amici vicino...ma i nemici ancora di più" SEQUEL DI STRONG Cindy Foster ha saputo tutta la verità...non avrebbe mai creduto che James Miller fosse figlio di Richard, compagno di sua madre Eleonor che l'abbandonò al...