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Il sangue mi si stava raggelando nelle vene, non permettendone un flusso continuo. Ormai non avevo più nulla in cui sperare, se credevo che la mia vita fosse stata dura, ora capivo che la felicità non l'avrei mai ottenuta.

Sarei rimasta intrappolata in quel posto avvolto nella tenebra senza nessuno che mi aiutasse, vedendo scomparire e spegnersi piano la mia vita.

"È stato semplice, Richard ed Evelin avevano una cena di gala, come solitamente, con ricchi viziati come loro. Era la manna dal cielo che Richard avesse un forte mal di testa con sudorina. Da buon figlio qual ero gli diedi un medicinale mischiando Metanfetamina. Dopo poco stette meglio, e per brindare alla loro grande serata un bicchiere di champagne ci stava tutto, non trovi? Con un pizzico in più, per rendere il tutto più gustoso"

ingoiai il groppo che avevo, il battito cardiaco accelerava ad ogni sua parola, e ad ogni suo sguardo divertito rivolto alla mia espressione che trasudava spavento.
Quelle parole erano state come una sostanza corrosiva, che ti consumava piano, lesionandoti. La sua voce rauca e ispida, incuteva ancor più timore di quanto già non avessi.

"Richard è stato sempre un buon samaritano, ma era odiato ed invidiato da tutti, infondo ho fatto solo un favore. Una manomissione al freno di stazionamento, allucinazioni, ed il gioco era fatto. Ovviamente James non era a Miami ed anche io tornai solo per una settimana, per assaporare la mia dolce vendetta. Povero mettersi alla guida in quello stato, non va mica bene. Linda era appostata per visionare tutta la scena." Non potevo credere al veleno che usciva dalla sua bocca sporca di omicidio. Le mani tremavano, il palmo sudava a contatto con quello di James, e non potevo fare altro che ascoltare.

"Richard non si sentiva molto bene, si toccava la fronte in continuazione, tua madre si preoccupava. Tentarono di fermare la macchina ma ahimè il freno era fuori uso, la macchina sbandò più avanti, prendendo in pieno un albero, Richard provò a girare il volante con i riflessi scarsi ormai che aveva, non sapendo che c'era un burrone. Una morte stupenda, magnifica, sono stato geniale, devo ammetterlo, sentirlo raccontato poi, mi mise un'adrenalina che non credevo potessi provare"
Congiunse le mani intrecciando le dita soddisfatto, negli occhi un lampo di felicità e contentezza risplendeva in mezzo al liquido velenoso.

Sentivo gli occhi arrossati, cedere piano, le lacrime mi avevano rigato il volto pizzicando, sentendomi la pelle tirare e fare male. Non potevo spiegarmelo, era un incubo nella vita reale.

"Che bel collier che aveva Eleonor, l'ho tolto dal suo collo fragile, su quel corpo spento non brillava più, dovresti esserne onorata" rivelò con un sorriso pieno di perfidia, portando sulle sue gambe Linda, che si toccava gli orecchini.
Rimasi paralizzata, con gli occhi sbarrati come se non avessi più palpebre, erano le perle di Eleonor. Se le girava nel buco ridendo, ridendo della mia vita, del mio viso, della mia paura.

Risate che riecheggiavano nella mia testa come una sinfonia scoordinata che rimbombava nel cervello.

Alzai gli occhi al cielo, pregando il signore, mentre Rudy e Linda si divoravano le labbra, era una scena che faceva rabbrividire e contorcere lo stomaco, due esseri come loro non meritavano la vita, ma forse in questa i cattivi vincevano su i buoni.
Chiusi un momento le palpebre stanche e pesanti, quando sentii un formicolio sul palmo. Guardai la mano aprendo piano gli occhi, notando le dita di James che si muovevano.

Strinsi di più la presa cercando di scuoterlo,
Vedendo che annaspava ad aprire gli occhi, come se fosse ancora in trance. Finché non vidii le sue piccole nubi accendersi verso di me.
Strinsi le labbra tra di loro contro lo scotch che le comprimeva, avvertendo gli occhi lucidi. Un singhiozzo interiore mi fece scendere una lacrima, ormai le ciglia erano attaccate tra loro bagnate della mia sofferenza.

Tirai su con il naso, avrei voluto abbracciarlo, sapevo che ci saremmo staccati. La paura di non poterlo più rivedere s'insinuò in me come una tempesta interiore, risucchiando tutto ciò che di buono avrei voluto vedere, lasciando solo un anima spoglia e nera, perché vedevo il fondo del bicchiere, ed io ero lì nel fondale.

Rudy scansò Linda in malo modo, facendola scendere da sopra le sue gambe, scoprendo il perizoma che indossava.

"Buongiorno, ben tornato tra noi, aspettavo giusto te, Cindy deve sapere una cosina...cosuccia su di te mio caro, vero Linda?" Si voltò verso di lei che si ridestava abbassando la gonna, scollandosi la maglia per scoprire il seno abbondante, annuendo.

"Devi dirla te, racconta alla tua dolce ragazzina, cosa mi hai fatto, a parte le porcate dentro al letto" asserì fiera, lanciandomi uno sguardo compiaciuto di sfida, sentendosi migliore, squadrandomi come se fossi una pezza da piedi, e forse lo ero.

James guizzò lo sguardo dentro il mio verde timoroso di scoprire cosa dovevo sapere, ciò che aveva fatto con lei nel letto mi ripugnava e mi dilaniava, ma sapevo che il suo cuore apparteneva a me, ma dovevo sapere qualcosa e non mi sarebbe piaciuto, lo avvertivo da come mi guardava con risentimento quasi dispiaciuto, con occhi non ancora del tutto vigili.

"Avanti parla fratellino, che sarà mai" puntualizzò scherzosamente, istigandolo, girando intorno a noi, come se fossimo le prede di un leone affamato, pronto a sbranarci.

James teneva lo sguardo basso, aveva ancora gli occhi contornati, la gamba aveva perso molto sangue, ma almeno la pezza l'aveva aiutato a bloccare l'emorragia.

Provai a mugolare attraverso le pareti dello scotch appiccicoso, girando la testa.

"Devi dire qualcosa? Dai...ti faccio parlare" affermò divertito, era evidente che la situazione lo stuzzicava, eravamo Bocconi appetitosi per la sua sete di vendetta.

Sentii lo strappo sulla pelle dolorante, avvertendo il pizzicore come spilli.
"Ti prego Rudy, farò tutto ciò che vuoi, ma chiama un medico" mi affrettai a dire quelle parole per paura di essere bloccata. Lo vidii pensarci su, girovagando, quando annuii con la testa facendo il gesto verso Linda ti chiamare un medico, vedendola dirigersi verso il bancone, afferrando il cordless.

"Cindy tu non..." Provò a dire James cupo, con la voce ancora un po' impastata.

Scossi la testa, avrei fatto di tutto per lui, per noi, quando ami sei disposto a superare i tuoi limiti, il tuo dolore.

"Non vi ho detto di fare comunella, parla pezzo di merda, o la tua vita finisce prima del previsto" asserì rigido Rudy, fermandogli il mento, per soffiargli in viso la sua cattiveria.

Notai James contratto, con lo sguardo schifato ed indignato, annuendo per poi guardare me con la coda dell'occhio.
Era il Momento di sapere l'ultima verità, l'ultima prima di abbandonarmi.

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