Don't you need me || James Cook

It's my fault...

Cominciò a piovere, ma a lei non importava più di tanto. Era a mezze maniche nel freddo gelido. Come minimo si sarebbe presa una bronchite, ma non le interessava. Voleva stare un po' all'aria aperta. Voleva respirare. Fortunatamente era riparata dalla pioggia dal portico sotto cui era seduta. Sentì qualcuno sedersi accanto a lei, ma non si voltò per vedere chi fosse.
-Stai bene?- Era Ian. Sospirò e si accese un'altra sigaretta, forse la terza di seguito.
-No, Ian.-
-Freddie mi ha raccontato tutto, che Cook ha avuto un attacco di panico. Non gli succedeva da tanto. Gli succede solo quando ha troppa ansia oppure quando è in forte panico. Non gli succedeva da tantissimo, poi sei arrivata tu e...-
-Mi stai forse incolpando?!-
-No, non sto dicendo questo. È solo che, probabilmente, la tua presenza lo impanica.-
-Oh, grazie per il complimento. Se volevi aiutare, ci sei riuscito alla grande, anzi alla grandissima.- Usava sempre il sarcasmo.
-Sai cosa?! Tu e i tuoi amici potete liberamente andare tutti a fanculo. Se avete paura che Cook possa avere un altro attacco di panico, non mi avvicinerò più a voi. Rimarrò da sola. Come sempre ormai.- Si alzò con le lacrime agli occhi e cominciò a camminare verso le scale anti-incendio.
-Non intendevo questo Mandy.- La ragazza gli fece il dito medio, tirando su con il naso. Si stava bagnando, ma poco le importava. Ormai niente aveva più senso nella sua vita. Quella pioggia e quel cielo così grigio rappresentavano a pieno le sue emozioni. Rientrò a scuola inzuppata. Gli altri studenti la stavano guardando male, ma continuava a non importarle. Sovrappensiero, andò a sbattere contro qualcuno.
-Ehi Mandy, che ti succede?- Era Cook. Cominciò a camminare più velocemente. Doveva ignorarlo.
-Mandy...- Lo sentiva alle calcagna. Accelerò il passo. La prese delicatamente per un polso e la girò verso di se.
-Ehi, ehi. Che succede?-
-Cook vattene via. Devi stare lontano da me.- Cercò di liberarsi, ma lui era troppo forte.
-Che cazzo stai dicendo?- Lei scoppiò in lacrime. Cadde in ginocchio in mezzo al corridoio e si coprì il viso con le mani. Il ragazzo si inginocchiò davanti a lei.
-Ehi, calmati. Vuoi dirmi che ti è successo?-
-Mi dispiace Cook. Mi dispiace così tanto.-
-Di cosa?- Era confuso e continuava a non capire cosa stesse realmente succedendo.
-Di esistere.- Stava piangendo per lo stress accumulato in tutta la sua vita e, finalmente, aveva trovato un momento per esplodere.
-Che cazzo?! Chi ti ha messo in testa queste puttanate?-
-Mi dispiace di essere entrata nella tua vita così. Non volevo farti del male. Volevo solo degli amici.- L'ultima frase diventò un sussurrò. Pianse ancora di più e lui l'abbracciò per confortarla, anche se non aveva bisogno di conforto. Aveva bisogno di stargli lontana per non sentirsi in colpa. Le accarezzò la schiena con gli occhi lucidi, alzandoli al cielo, in seguito, per non far uscire le lacrime.
-Ehi... shh, shh. Non è colpa tua. Ero ubriaco e in panico e mi è venuto. Non ritenerti responsabile di cose insensate.-
-È colpa mia Cook. Sono stata io...- Lui la strinse più forte.
-Ti prego non piangere...-
-Devo stare lontana da te. Potrei rovinarti la vita e non voglio. Non voglio che ti vengano altri attacchi. Lasciami Cook, ti prego...- Lui strinse di più.
-Non andartene...-
-Devo. Per forza. Non posso rischiare di far succedere un'altra cosa del genere. Mi sento già troppo in colpa.-
-Ti prego, non sentirti in colpa. Non hai fatto niente.-
-Sì invece...- Ian aveva ragione. L'aveva capito solo adesso. Mandy riuscì a sciogliere l'abbracciò e a scappare via. Era la seconda volta che lo faceva in una giorno ma, questa volta, stava scappando per lui, per il suo bene.

#Spazio Autrice#

So che questo capitolo è un po' corto, ma mi farò perdonare. Ringrazio chi sta leggendo e ringrazio enormemente l'unica lettrice che sta votando e commentando. Mi fanno veramente piacere le tue opinioni. Comunque, spero vi stia piacendo la mia storia e... continuate a leggerla.