Stava per tornare al dormitorio quando notò delle presenze familiari nella sala comune. Corse in contro ai ragazzi in questione e vide, con la coda dell'occhio, delle ragazze che la fissavano invidiose.
-Oh mio Dio. Mick, Ian.- Abbracciò il rosso e in seguito il fratello.
-Mi sei mancato tanto fratellone.- Prolungò la stretta e lui le accarezzò la schiena. Si sedettero.
-É sempre così qua?- Chiese il moro
-Così come?-
-Ci sono delle ragazze che mi fissano affamate. Dovrei venire più spesso qui, quando ho voglia di scopare.- Ian lo squadrò evidentemente infastidito.
-Quelle ragazze non vedono un cazzo da chissà quanti anni. Andrebbe bene anche il tuo, lurido com'è.- Lo punzecchiò l'altro ragazzo. Mick lo guardò diverito e Ian fece un sorrisetto di sfida, alzando le sopracciglia.
-C'è qualcosa di strano tra voi due.- Socchiuse gli occhi teatralmente.
-Non c'è niente di strano.- Ribattè il fratello. La verità era che neanche lui sapeva cosa stesse succedendo tra loro: erano passati dal parlare civilmente, al litigare e, infine, al punzecchiarsi continuamente.
-Come te la passi?- Chiese il più grande.
-Ho passato giorni migliori sinceramente.-
-Che hai fatto dalla psicologa?-
-Niente, abbiamo parlato e mi ha fatto leggere la lettera.-
-Quella che avevi lasciato prima di...-
-Sì, Mick, quella lettera.-
-E come ti è sembrata?-
-Mi è sembrato che non volessi suicidarmi, ma che sia stata costretta da quello che avrebbe potuto fare Matty e anche la dottoressa la pensa così.-
-É positivo, no?-
-Sì...- Intanto Ian si guardava intorno con gli occhi persi nel vuoto.
-Ehi Ian, che succede?- Gli chiese lei.
-Niente, solo... troppi ricordi.-
-Mand, permetti... un attimo.-
-Sì, fate pure.- Il moro si alzò prendendo l'altro per un braccio e trascinandolo con sè verso un corridoio vuoto.
-Ian che ti prende?-
-Te l'ho detto, troppi ricordi.-
-Questa è l'ala femminile, non può essere.-
-Quella maschile è identica, cazzo. Non riesco a dimenticarmi di quei fottuti tre giorni.-
-L'hai affrontato alla grande. Non farti sopraffare dai ricordi. Pensi sia stato bello per me andare alla stazione di polizia? Ma ho dovuto farlo, per lei. Solo per lei, perchè se lo meritava. Adesso tu sei qui per lei e per vincere le tue paure. Ce la farai?-
-Penso di sì. Grazie Mick, ti voglio bene.- E lo abbracciò.
-Hai appena detto che mi vuoi bene?-
-Sì, perchè?-
-Frocio.- Rise.
-Stronzo.- Rise anche l'altro. Tornarono dalla ragazza che fissava un punto indefinito, mentre pensava. Alla fine sganció la bomba.
-Dov'è Cook?-
-Ehm... lui... lui...- Balbettò Mick.
-Lui aveva da fare. Doveva accompagnare Freddie a comprare un nuovo skate, perchè il suo si è rotto.- Inventò una balla Ian, riprendendosi completamente dallo stato di trance. Il moro gli rivolse un sorriso di ringraziamento.
-Ah...- Li guardò leggermente delusa, non sapeva neanche lei il motivo esatto. Forse si aspettava di vedere il ragazzo, perchè ultimamente era stato perennemente con lei ma, come al solito, le persone la deludevano sempre.
Lei non poteva sapere che, qualche ora prima, i due ragazzi fossero andati al dormitorio dove alloggiava James e avessero trovato sulla porta una sorta di avviso di sfratto per non aver frequentato le lezioni dell'ultimo mese. Avevano bussato, ma non aveva risposto nessuno. A quel punto avevano abbassato la maniglia e avevano trovato la stanza completamente spoglia. C'erano solo i mobili, ma niente traccia del casino giornaliero del giovane.
-Dove cazzo può essere?- Aveva chiesto Mickey a Ian.
-Non lo so...-
-Sei suo amico da tanto tempo. Pensa a un cazzo di posto. Oh, fottuto Cook.-
-Un posto ci sarebbe.- Aveva pensato alla roccia di cui gli aveva parlato Mandy qualche tempo fa.
-Ma non può averlo raggiunto a piedi.- Si era dato una risposta da solo.
-Pensa Ian, pensa...- Aveva cominciato a parlare da solo, mentre il moro lo osservava impaziente.
-Ce l'ho. C'è stato questo posto sotto il ponte, dove lui ha vissuto per un po' quando la madre l'ha cacciato di casa.-
-La madre l'ha cacciato?-
-Lunga storia. Non farmi domande. Muoviti, vieni.- Avevano corso verso la macchina e il grande aveva messo in moto. Erano arrivati al punto pensato poco prima, ma non avevano trovato niente. Avevano perlustrato la strada sotto il ponte e, oltre a un mucchio di barboni, avevano trovato una delle sue polo e una bottiglia di vodka vuota poco più lontano.
-É stato qua, lo sapevo.- Aveva esclamato vincente il piccolo.
-Frena l'entusiasmo Sherlock Holmes, non l'abbiamo ancora trovato.-
-Aspetta, lo vedi anche tu?- Il rosso aveva indicato un ragazzo che cantava da solo sul ciglio della strada.
-É lui. Ian sei un fottuto genio.-
-Sì, lo so.- Aveva cominciato a pavoneggiarsi.
-Smettila di fare il gay e vieni.-
-Questi insulti omofobi stanno iniziando a darmi fastidio.-
-Vuoi venire o no? É il tuo migliore amico d'altronde.-
-Ok ok, vengo.- E si erano incamminati verso il ragazzo alticcio. Stava cantando una canzone biascicando, ma erano riusciti a comprenderne il motivetto.
-Cook sei serio?! 'Wannabe' delle 'Spice Girls'?!- Aveva domandato incredulo Mickey, cercando di non scoppiare a ridere, cosa che risultava parecchio impossibile con il ragazzo che sculettava al ritmo della musica nella sua testa, a petto nudo e con una bottiglia mezza piena di vodka in mano.
-Oh Gesù. Ti prego Mick, portiamolo a casa mia.-
-Sicuro? Non si incazzeranno?-
-Ah, si vede che non li conosci.- Aveva sorriso e lo avevano preso da sotto le ascelle.
-Ah ragazzi, ragazzi. Siete venuti a salvarmi. Mi hanno buttato fuori. Mi ritroverò come un barbone, senza diploma e senza più alcolici. E sapete cosa mi mancherà di più?-
-Il letto?- Aveva tirato a indovinare il moro, dandogli corda.
-Ah, non ci avevo pensato. Nel letto ci scopi, vabbè posso farlo per strada. No, ragazzi. Mi mancherà l'alcol a fiumi.-
-Mick, perchè lo assecondi?-
-Mi sto divertendo.-
-Sei uno stronzo simpatico, Mickey bello.- Gli aveva strizzato una guancia e il più grande aveva cercato di scacciare la sua mano con uno schiaffetto.
-Togli le tue mani luride dalla mia faccia. Dobbiamo andare da Mandy tra un po' e saresti dovuto venire anche tu, brutto coglione.-
-Ah Mandy. Cazzo Mandy, che stupido. Tanto non le frega un cazzo di me. Ho solo perso tempo, non mi ricorda neanche.- Questa frase aveva dato fastidio al fratello della ragazza, ma non lo aveva dato a vedere.
-Ok, Ian ficcalo in macchina.- E lo avevano fatto sdraiare sui sedili posteriori.
-Dove mi portate miei angioletti? Non ho più un posto dove stare. Oh, è come un deja-vù.-
-Smettila di dire stronzate, Cook. Ti portiamo a casa mia e quando starai meglio, andremo a parlare con quella rompi coglioni della preside.-
-Che scurrile rosso. Mi piaci. Posso dormire nel tuo letto? Il pavimento di casa tua non è bellissimo.-
-Accontentati del pavimento, ma puoi prendere il sacco a pelo.-
-Ci sarà Lip?- Aveva ignorato la risposta.
-Sì.-
-Oh no no no no no. Tutto ma non Lip, mi farà la morale da ragazzo maturo e cresciuto che non è. Oh, Ian. Non voglio stare con quel pervertito di tuo fratello.-
-Pervertito?-
-Sì, alla festa da Naomi ci stava provando con Mandy.-
-Cosa?!- Avevano chiesto all'unisono i due.
-Sì, non te ne sei accorto?-
-Avete fatto una festa da Naomi e io non ne sapevo niente?- Quasi aveva urlato il grande.
-Sì, è la festa dove Matty l'ha rivista.-
-Cook vuoi stare un po' zitto?-
-Amico, non è colpa mia. É la vodka che parla.-
-Quindi, mi state dicendo che voi coglioni avete organizzato una festa senza avvisarmi. Avrei potuto controllare gli invitati. Siete dei deficienti, cazzo. Tutto questo non sarebbe successo, se me l'avreste detto.-
-Non puoi saperlo, Mick.- Aveva cercato di tranquillizzarlo Ian.
-Ormai è successo. Non puoi aggrapparti al passato. Matty è in prigione.- Aveva continuato.
-Sì, ma mia sorella è in un fottuto manicomio con un'amnesia.- Aveva zittito tutti con quella frase, persino Cook che era troppo ubriaco per ragionare.
Arrivati a casa Gallagher, lo avevano trascinato al piano di sopra e gli avevano portato una bottiglia d'acqua.
-Che cazzo è successo?- Lip era uscito improvvisamente dal bagno.
-É stato cacciato dal dormitorio e si è ubriacato. Lo abbiamo trovato sotto un ponte con questo bustone che dovrebbe contenere la sua roba.- Aveva risposto il fratello, gettando una busta nera per terra.
-Dove hai trovato quella busta?- Aveva chiesto confuso l'unico Milkovich.
-Ma sei proprio rincoglionito. Ce l'aveva in mano.- Aveva alzato gli occhi al cielo e Lip li aveva squadrati. Continuava a notare qualcosa di strano tra i due.
-Lip puoi, per piacere, tenerlo a bada mentre noi andiamo da Mandy?- Aveva continuato il rosso.
-Certo. So come gestire queste cose.- Aveva mandato un'occhiata consapevole al fratello che l'aveva colta in pieno. Stava chiaramente parlando di Frank, padre dei due.
-Ok, noi andiamo. Grazie Lip.-
-Figurati Mick. Dovrebbero darmi un cazzo di premio per la pazienza.-
-Stronzo.- Aveva farfugliato l'ubriaco, prima di addormentarsi.#Spazio Autrice#
Ciao ragazze, non aggiornavo da un paio di settimane, pensavo di più sinceramente. Sono sorpresa da me stessa. Questo capitolo, non so secondo voi, ma è esilarante. Adoro il Cook ubriaco. Poi cominciamo a vedere l'alchimia Gallavich. So che non aspettavate altro. Se la storia vi sta ancora piacendo, mi raccomando votate, commentate e ci vediamo nel prossimo capitolo.
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Don't you need me || James Cook
FanficMandy Milkovich è la classica ragazza del South Side di Chicago, ma la sua vita cambierà quando metterà piede nel suo nuovo college, il Roundview. Qui conoscerà persone disposte a fare di tutto per lei, degli amici inseparabili, e incontrerà James C...