Tutto era pronto per la festa. Casa Gallagher era stata arredata: dei festoni bandivano le pareti; un tavolo pieno di bibite e stuzzichini era poggiato a un lato della stanza; una palla da discoteca, presa chissà dove, pendeva dal soffitto e una postazione dj, gentilmente offerta da Freddie, giaceva vicino al camino. Tutto era perfetto, tutti gli invitati erano già lì e attendevano l'ospite d'onore. Quest'ultima, dal canto suo, era nervosa. Era in camera sua, con un Cook visibilmente strano e infastidito, e sedeva sul letto sfregandosi le mani per l'agitazione.
-Mand, dai, muoviti. Faremo tardi. Ti stanno aspettando tutti.-
-Non voglio andarci.-
-Come non vuoi andarci? Hanno organizzato tutto per te e tu non vuoi andarci?!-
-Non so se sono pronta per una festa. Il caos mi mette a disagio, mi fa venire mal di testa.-
-Se dovessi sentirti a disagio, avvisami e ce ne andiamo. Ok? Però dobbiamo presentarci, sarebbe da maleducati non farlo.-
-Cook, perchè vuoi convincermi? Perchè parli sempre usando il 'noi'? Noi due non siamo niente, se non amici. Mi mandi in confusione. Questo tuo essere così disponibile e gentile è troppo. Non ho bisogno di una balia, non voglio la tua compassione. Ho accettato di ascoltarti per recuperare qualche ricordo, ma non è servito a niente. Allora, spiegami, cosa stiamo facendo? Perchè io veramente non capisco. Ho ricordato di Matty, ho ricordato tutto riguardo le cose che mi ha fatto. Perchè non riesco a recuperare i ricordi che ho con te? A quanto pare non erano abbastanza importanti, a quanto pare non abbiamo mai avuto niente di così forte da essere ricordato. Forse quegli eventi non ne valgono la pena, forse...- Ma lui interruppe il suo sproloquio.
-Ma vuoi stare zitta? Cazzo. Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Lo fai per ferirmi? Perchè non ci stai riuscendo. Quello che abbiamo è più forte di tutte queste cazzate che stai dicendo...-
-Se sono cazzate, allora spiegami perchè non ho ancora ricordato niente.- Lui stette in silenzio e la fissò.
-Spiegamelo, cazzo. Perchè?- Il silenzio continuò.
-Vuoi dir...- Ma lui le prese il viso tra le mani, impedendole di continuare per la sorpresa. La fissò e fissò le sue labbra. Osservò i suoi occhi disperati e capì che non poteva farlo. Le lasciò il viso di scatto.
-Cazzo!- Urlò stringendo i pugni, aprendo la porta e uscendo sbattendola. Lei lo seguì.
-Cook, dove vai? Senti, mi dispiace.-
-Non dispiacerti, non ne ho bisogno. Hai ragione, niente era vero. Niente era così forte, ho solo esagerato. Ho solo sparato un sacco di stronzate per sentirmi meno solo. Domani prendo le mie cose e me ne vado. Non hai bisogno di me. Sei stata chiara.-
-Cook, ti prego. Non fare così.- Si fermò di scatto ormai fuori dall'edificio.
-Così come? Mi hai illuso per tutto questo tempo di fidarti di me, mi hai fatto capire di avere bisogno di me e io ci ho creduto. Ci ho creduto, perchè nessuno era mai stato così con me, ma mi hai usato. Mi hai usato solo per ricordarti qualcosa e questo non mi sta bene. Ho abbandonato tutto per te: ho perso la camera, la ragione, la pazienza e tutto per cosa? Per essere ringraziato in questa maniera? So cosa ti è successo, ma non so perchè tu sia diventata così. A me questa Mandy non piace, non ti riconosco più. Quando tornerai quella di prima e la smetterai di essere un'approfittatrice egoista, fammi uno squillo, perchè io non lo reggo più il tuo gioco.- E con questo se ne andò, lasciandola da sola in mezzo al marciapiede. Decise, alla fine, di andare alla festa. Il ragazzo aveva ragione, sarebbe stato da maleducati. Suonò e Lip le aprì la porta sorridendo. Appena varcò la soglia, tutti urlarono e l'abbracciarono.
-Ci sei mancata, Mand.- Disse Effy, stringendola. Il disagio cresceva, ma cercò di metterlo da parte.
-Scusami, ho bisogno di bere.- Andò verso il tavolo e prese qualcosa di forte. Non era sicura che bere fosse salutare per la sua condizione, ma ne aveva bisogno per cacciare indietro il nervosismo.
-E Cook dov'è?- Si avvicinò Mick rivolgendole la parola.
-Non lo so. Noi... abbiamo litigato.-
-Perchè?-
-Non voglio parlarne, Mick. Fammi bere in santa pace.-
-Solo un consiglio: è una festa in tuo onore, fai almeno finta di divertirti.- Le sussurrò a un orecchio, lasciandola poi sola. Lei continuò a bere, fino a quando non si sentì più leggera. Andò al centro della stanza e ballò con le sue amiche. Abbracciò tutte, poi danzò con il rosso e infine con Lip.
-Devo dire che mi era mancata la Mandy festaiola.- Scherzò il biondo.
-Ah sì? Solo quella parte di me?- Flirtò lei, non capendo cosa stesse succedendo veramente.
-No, in realtà mi eri mancata tutta.- Si avvicinò a lei.
-E come mai?- Sussurrò vicino alla sua bocca, improvvisamente mossa da un'istinto sconosciuto. Lui esitò un attimo e poi la baciò. Le prese il viso tra le mani per approfondire quel contatto, ma a lei sembrava tutto così sconosciuto. Non provava niente. Pensava che sarebbe stato diverso, ma ancora una volta, non provava completamente niente. I due ragazzi, però, non si accorsero di non essere i soli a partecipare al momento. Cook era arrivato alla festa proprio in quel momento e li stava fissando imperterrite. Era vuoto, apatico. Vedendo che non terminavano, corse via arrabbiato e deluso.
-Vaffanculo!- Urlò colpendo più volte un muro e frantumandosi le nocche. Arrivò al dormitorio, raccolse le sue cose, lasciò la chiave e un biglietto e se ne andò, diretto non si sa dove.
D'altra parte Mandy, dopo essersi accorta di non provare niente, si scostò.
-Lip, io...-
-Sta tranquilla, ho capito. Non sei pronta, non provi niente. Non preoccuparti, ho notato che non l'hai proprio ricambiato.-
-Scusami. Sono un disastro.-
-Ssh, non preoccuparti. Non ci pensare e continua a divertirti.- Disse prendendole il viso tra le mani e lasciandole un bacio sulla fronte.
-Grazie, Lip.- Lui sorrise e andò a bere. La festa continuò, ma lei era assente con la mente, pensava ad altro, ma senza porgergli veramente attenzione. Era come se la sua anima avesse abbandonato sia il suo cervello che il suo corpo e stesse adesso viaggiando sopra le teste degli invitati, guardando tutti da un'altra angolazione. Era come se lei non fosse veramente lì: vedeva persone parlarle, ma non sapeva di cosa; della gente passava accanto a lei, ma non ne riconosceva i volti. Era come se niente fosse vero. L'unica cosa che le sembrava vera era la discussione con Cook di qualche ora prima e fu in quel momento che realizzò di aver fatto un casino. Salutò tutti e si diresse al dormitorio per parlargli. La porta non era chiusa a chiave, quindi si aspettava di trovarlo sul letto che fissava il soffitto come sempre, ma appena entrò si rese conto di quanto fosse spoglia la stanza. Trovò la chiave sulla scrivania accanto a un biglietto con su scritto 'Non cercarmi, non ne vale la pena' e in quel momento comprese di averlo perso sul serio.#Spazio Autrice#
Salve, sono tornata prima del previsto, perchè avevo voglia di scrivere (evento più unico che raro). Il capitolo è cortino, però c'è un po' di "drama", come piace a me in fondo. Non riuscirò mai a dare una gioia a questi due, porelli. Parlando della canzone che ho messo in "sottofondo", sì, mi sono ispirata a lei, anche se non completamente, perchè pensavo ci stesse bene. E niente...
In sintesi, se questa storia continua a piacervi, votate, commentate e ci vediamo nel prossimo capitolo.
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Don't you need me || James Cook
FanfictionMandy Milkovich è la classica ragazza del South Side di Chicago, ma la sua vita cambierà quando metterà piede nel suo nuovo college, il Roundview. Qui conoscerà persone disposte a fare di tutto per lei, degli amici inseparabili, e incontrerà James C...