Mandy si svegliò che ormai era mattina, abbracciata al corpo tonico del ragazzo fasciato solo da una maglietta bianca. Si allontanò un attimo per guardarlo dormire. Non l'aveva mai visto così sereno. Sembrava un bambino con le labbra semi aperte e gli occhi chiusi che gli facevano arricciare il naso. Sorrise nel guardarlo. Era bello, da mozzare il fiato e non riuscì a fare a meno di inspirare il suo odore che ormai considerava casa.
-So che mi stai guardando.- Sussurrò con gli occhi chiusi e lei serrò le palpebre per fargli vedere il contrario. Aprì un occhio e vide che la stava fissando, allora rise e gli diede le spalle.
-Vieni qui.- L'abbracciò da dietro facendo aderire il suo petto con la schiena di lei e le lasciò una scia di baci sul collo che la facero rabbrividire. A quel punto si girò e lo scrutò con gli occhi semi aperti. Fece sfiorare i loro nasi leggermente e lui le si fece più vicino, mettendole una mano dietro la schiena e attirandola a sè. La baciò piano, come non aveva mai fatto con nessuna, ma lei non era come le altre. Mosse le labbra con leggerezza, assaporando la calma di quel momento e la felicità che cresceva in lui ogni volta che la toccava o solamente la guardava. Le sorrise sulle labbra, finalmente contento di qualcosa nella sua vita, finalmente libero di poterle dimostrare cosa sentiva dentro. Provava qualcosa che non sapeva neanche lui cosa fosse e per lei era lo stesso. Era bello stare sdraiata su quel letto, abbracciata a lui, mentre condividevano la loro lingua piano, senza far rumore, senza esagerare. Era felice per la prima volta dopo tanto tempo e, quando si separarono, le balenò l'idea di come sarebbe stata la sua vita se non l'avesse conosciuto, se quel giorno lui non avesse provato ad approcciarla.
-A che pensi?- La scrutò con i suoi magnetici occhi azzurri, incapace di staccarle lo sguardo di dosso, con la paura che sarebbe potuta andarsene e scomparire da un momento all'altro.
-A niente.- Si rabbuiò, cercando di non pensare alla sua vita senza di lui che, oltre ad essere vuota, sarebbe anche probabilmente finita.
-Vedo le rotelle del tuo cervello che girano e non è un buon segno.- Le scivolò una lacrima silenziosa che lui notò e asciugò con il pollice.
-Ehi.- Le sussurrò, prendendole il viso tra le mani, obbligandola a guardarlo negli occhi.
-Che c'è? Lo sai che puoi dirmi tutto.- Lei sospirò, decisa nel raccontargli ogni cosa.
-Pensavo che probabilmente adesso sarei morta da un po', se non fossi arrivato tu.- L'azzurro dello sguardo del ragazzo si oscurì a quelle parole.
-Perchè lo dici?-
-Perchè è la verità. Per la prima volta mi sento felice, mi sento amata.- Sussurrò l'ultima frase con gli occhi chiusi, aspettando che lui si alzasse e se ne andasse spaventato, ma non lo fece. Piano li riaprì, per vederlo sorridere a quella sua reazione.
-Hai paura che me ne vada?- Lei annuì, quasi impercettibilmente.
-Io non vado da nessuna parte.-
-Non voglio rimanere sola, non voglio sentirmi come prima. Le nostre situazioni sono simili, Cook, solo che tuo padre è stato cacciato, mentre il mio picchia mia madre. É violento, molte volte ha picchiato Mickey e...- Deglutì.
-E... qualche volta è successo anche con me. É un ubriacone del cazzo e mia madre è sempre stata troppo impaurita per lasciarlo. Non sono mai stati presenti per me, come non lo sono stati per Mick. Lui è la sola persona che mi sia, sempre e veramente, stata accanto. L'unico su cui ho potuto contare fin da piccola, ma non è sempre stato con me. Lui, prima, era un cazzone. Uno che faceva rissa solo perchè qualcuno gli aveva pestato un piede o lo aveva spintonato per errore. É stato in galera più tempo di quanto in realtà abbia passato a casa e ho dovuto passare quegli anni da sola, senza nessuno che si prendesse cura di me, come è successo anche a te. Non ho mai avuto degli amici che mi vogliano bene come quelli che hai tu e scusa per averli fatti allontanare da te, non volevo.- Nel frattempo aveva cominciato a piangere e lui l'aveva strinta a sè, per cercare di darle conforto.
-Non devi chiedermi scusa di niente. Li ho allontanati io, è stata solo colpa del mio comportamento di merda.-
-Se io non fossi stata così cattiva con te, probabilmente non sarebbe successo.-
-Se tu non mi avessi detto la verità, probabilmente adesso non saremmo arrivati a questo punto.- Le sorrise tra i capelli, lasciandole un bacio sulla spalla.
-Perchè mi hai raccontato quelle cose?-
-Perchè non voglio segreti tra di noi e per dirti che mi hai salvata. Adesso probabilmente starei in una bara, se non ci fossi stato tu. Mi hai risvegliata, hai dato un senso a qualcosa che l'aveva perso da tempo. Volevo solo dirti grazie.-
-Sappi che con me accanto, non ti succederà più niente di male. Ok? Non lo permetterò.- La guardò annuire e versare altre lacrime. Le baciò la fronte per farla calmare e le accarezzò la schiena, guardandola piano piano rilassarsi.
-Sono contento di stare qui con te. Molto probabilmente a quest'ora sarei stato in un bar a bere vodka, a fumare canne e sniffare qualcosa.-
-Ne sei dipendente?-
-No.- Scosse la testa.
-Ho sempre saputo darmi dei limiti per non finire come mio padre. Non volevo rovinare anche quel poco che rimaneva di buono nella mia vita, non volevo perdere anche i miei amici e mio fratello, dopo aver perso i miei genitori. E tu? Ne sei dipendente?-
-No, però c'è stato un periodo in cui lo sono stata. Durante la depressione facevo di tutto pur di scacciare per un po' il dolore che provavo. Ed è stato il periodo più brutto della mia vita. Sai perchè ho provato a suicidarmi la prima volta? Per far terminare il dolore incessante che provavo, per farlo finire, perchè non ce la facevo più. Non avevo un scopo, non avevo niente che mi aiutasse a far andare avanti la mia vita. Ero stanca di soffrire, di far del male a mio fratello che mi vedeva in quello stato, di far del male a me stessa, e ho scelto il modo più lento e cruento per porre fine ai miei demoni.- Lui abbassò una mano e le accarezzò la cicatrice ben visibile sull'avambraccio scoperto.
-Non mi ero mai accorto di queste cicatrici.-
-Nessuno se ne accorge mai. Le braccia sono l'ultima cosa che si vedono in una ragazza. Invece è stata la prima cosa che ha guardato tuo fratello.- Lui sorrise piano.
-É sempre stato un bambino molto sensibile, attento ai dettagli. Forse perchè lo usa come metodo per difendersi. É diffidente, non si fida subito degli altri.-
-Però di me si è fidato.-
-Perchè tu sei una persona buona, Mand. Anch'io mi sono subito fidato di te. Anche quando litigavamo e mi odiavi non ho potuto fare altro che fidarmi di te, perchè sei riuscita a leggermi dentro, a capire cose che nessun'altro ha voluto dirmi in faccia. Per questo sono così preso da te. Per questo sei la prima ragazza che mi sia veramente interessata. Non hai paura di dire la verità, di essere tagliente con le parole. Sei sincera e vuoi che le persone cambino, perchè hai vissuto sulla tua pelle la distruzione che quei comportamenti causano. Per questo mi piaci così tanto e per questo non ho mai avuto il coraggio di riuscire ad ammetterlo a me stesso. Non volevo realizzare di aver bisogno di qualcuno, perché non volevo deludere un'altra persona, non volevo farle ulteriormente del male e queste sono le cose che mi spaventano di più: deluderti, non riuscire a proteggerti, far emergere quei comportamenti auto-distruttivi non riusciendo a controllarli per poi, alla fine, distruggere anche te.-
-Non puoi distruggermi, Cook.-
-Come fai a saperlo?- I suoi occhi erano lucidi, mentre la guardava in attesa di risposte.
-Perchè sono stata distrutta tanto tempo fa e non ho mai raccolto i pezzi per metterli in ordine.-
-Ti prometto che cercherò con tutto me stesso di non farti del male. Va bene?- Lei annuì, avvicinandosi a lui per stringerlo e baciarlo. In quel bacio c'era tutta la speranza di non ferirsi a vicenda, quello che avevano provato nella vita e che provavano l'uno per l'altra, tutto racchiuso nel tocco senza foga di due labbra. Lui si stese supino in modo da cingerle le spalle con un braccio e accarezzarle i capelli, mentre l'altra mano andò a stringere quella della ragazza e a giocherellare con le sue dita.
-Sai, ho notato il tatuaggio sulla tua mano solo quando mi hai baciata la prima volta. Non mi ero mai soffermata sulle tue mani, forse perchè eravamo troppo impegnati a litigare per ogni cosa.- Lui sorrise.
-Ti piace?-
-Sì. Perchè te lo sei fatto?-
-Per ricordarmi che sono diverso da mio padre, che anche avendo il suo stesso nome e cognome io sono migliore, che non finirò mai come lui, perchè non voglio fare del male alle persone che amo, anche se lui non ha mai amato nessuno all'infuori di se stesso. É un egoista, arrogante, manipolatore e sono stato sempre convinto di volergli bene, ma solo adesso realizzo che in realtà mi fa schifo, che non voglio diventare come lui.-
-Sono contenta che tu l'abbia capito.-
-Me l'hai fatto capire tu quel giorno.- Rispose alludendo al giorno delle rivelazioni sulla sua famiglia. Ci fu silenzio per un po', ma Cook lo interruppe.
-Vorrei rimanere qui per sempre, con te, su questo letto, finalmente in pace.-
-Possiamo farlo, nessuno ce lo vieta.-
-Tra qualche giorno dobbiamo tornare a scuola, Mand. Abbiamo bisogno di questa topaia per vivere.-
-E allora facciamo che rimaniamo qui fino a quando non torniamo a scuola.-
-Per me va bene.- Annuì lui e guardò il soffitto, percependo la pace che quel momento gli stava dando.#Spazio Autrice#
Sono finalmente tornata con un nuovo capitolo. Ammetto che Skam continua a ispirarmi, quindi diciamo che ho preso spunto, di nuovo, da una scena Evak, cambiandola ovviamente. Dopo secoli scopriamo altro di Amanda, scopriamo le paure di Cook e, anche qui, mi sono ispirata un po' agli Incantava. Lo so, la mia è come un'ossessione, perdonatemi. Il capitolo è un po' corto rispetto agli altri, ma spero vi sia piaciuto. Se la storia continua a intrigarvi, se ancora non vi siete annoiati dei miei ritardi e di quello che succede, leggete, votate, commentate e ci vediamo nel prossimo capitolo.
STAI LEGGENDO
Don't you need me || James Cook
FanfictionMandy Milkovich è la classica ragazza del South Side di Chicago, ma la sua vita cambierà quando metterà piede nel suo nuovo college, il Roundview. Qui conoscerà persone disposte a fare di tutto per lei, degli amici inseparabili, e incontrerà James C...