1. Finita?

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È la prima volta che ho il coraggio di scrivere qualcosa e lo sto facendo di getto, così come mi vengono le idee, e dal mio smartphone, vi chiedo di perdonarmi gli errori e di segnalarmeli quando li trovate.
Mi piace e mi rilassa scrivere, non mi fa pensare a tutti i grandi e gravi problemi che ho intorno, in queste poche righe si parla d'amore, secondo me l'unica cosa per cui vale la pena lottare, vorrei sapere cosa ne pensate.

- Ho solo voglia di fuggire e sentirmi così realmente viva! -

Sono queste le prime parole che mi escono di getto quando finalmente Adrian mi rivolge la fatidica domanda di cosa voglio fare del mio futuro.

Adrian è il mio migliore amico e mio compagno di classe sin dalle elementari, è il mio confidente e tra noi non c'è stato mai niente oltre a una buona e sana amicizia. Le nostre famiglie sono amiche da prima che nascessimo e in Adrian vedo un grande amico, anzi di più, per me, è come un fratello; abbiamo passato tutta la nostra vita insieme.

La sua domanda è arrivata dopo che oggi abbiamo sostenuto l'ultimo esame della maturità, finalmente è finita!
A giorni ritirerò il diploma e dopo mie grandi insistenze, i miei genitori, come premio, mi hanno dato il permesso di andare per l'estate a Los Angeles da mia zia.

Non vedo l'ora, sono due anni che zia Elisa non torna in Italia e mi manca tanto; anche perché prima che partisse per lavoro era con lei che passavano tutte le nostre giornate, io e Adrian, ne abbiamo combinate tante, zia ci ha sempre appoggiato e difeso. Lei è molto più giovane della mia mamma, hanno dieci anni di differenza, in più con lei posso sempre confidarmi su tutto e divertirmi senza paure o timori, non mi giudica, mi da solo consigli.

Ho un forte  mal di testa, dato sicuramente dalla stanchezza di questi giorni, mi devo calmare e pensare solo a quando usciranno i quadri con i voti, so già di essere promossa, ma per incassare il mio premio dovrò aver preso almeno 80/100.
Speriamo!

So bene di essere stata scortese con Adrian e non se lo meritava davvero, che cattiva amica. Devo rimediare, poi gli manderò un messaggio per farmi perdonare.

Voglio solo tornare a casa e chattare con zia, la devo informare e farmi dire cosa mettere in valigia. Sono euforica e con la testa tra le nuvole.

Esco dall'istituto, che mi ha tenuto prigioniera per cinque anni e mi scontro con un ragazzo alto e atletico, certamente più grande di me, che mi fa andare a sbattere contro delle macchine parcheggiate all'ingresso. Ahi, mi sono fatta male.

Mi giro per dirgli qualcosa di molto minaccioso, ma come incontro i suoi occhi azzurri, di un azzurro più luminoso del cielo terso, mi ritrovo a balbettare, così chiudo la bocca, lo osservo con uno sguardo omicida e gli faccio il dito medio. Lui mi guarda, mi sorride dolcemente, ha un sorriso bellissimo, luminoso e sexy, pieno di charme, e se ne va, però sono riuscita a cogliere nei suoi occhi tanta tristezza e rabbia.

Non voglio che questo incidente mi rovini la giornata, faccio un gestaccio con il braccio e torno a casa, invece di mettermi a chattare con zia mi ritrovo a fantasticare sul letto con Dylan, il mio gatto siamese. in braccio che mi sta facendo le fusa e ripenso al ragazzo incontrato a scuola, che mi ha proprio colpito, in tutti i sensi.

Anche se gli ho fatto quel gesto mi ha sorriso e perché i suoi occhi erano così tristi? Cosa ha di così speciale che ancora penso a lui? Quegli occhi così azzurri, così belli, così enigmatici e così tristi! E quel sorriso... era così sexy. Mi immergo nei miei pensieri, il tempo passa e faccio un salto quando sento aprire la porta della mia camera.

Mamma è rientrata da lavoro ed è venuta subito in camera mia per chiedermi come sono andati gli esami, le rispondo che dovrebbero essere andati benissimo in quanto i prof si sono complimentati con me, sono mezza appisolata, e connetto poco. Dopo aver salutato mamma mi rendo conto che è tardi, mannaggia, non posso più scrivere a zia.

Ti amo, ma devo partireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora