3. Addii e benvenuti

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La mattina di circa dodici giorni dopo l'incidente al supermercato, mi svegliai stranamente riposata. Era presto, sentivo la domestica preparare la colazione e la mamma apparecchiare la tavola. Quando scesi, dopo essermi lavata e vestita a dovere, m'incaricai di preparare il caffè dato che le due donne erano troppo occupate a fare altro.

<<Sono pronti gli scatoloni?>> chiese la mamma, sedendosi a tavola e prendendo un giornale dallo scaffale lì accanto. Quella mattina non sarebbe andata a lavoro per accompagnarmi all'università e farmi partecipare all'orientamento per le matricole. Ce ne era già stato uno all'inizio dell'estate e mi ero trovata bene ma si trattava più di una conferma dell'iscrizione e un colloquio privato con i professori. Quella sera invece ci sarebbe stata una vera e propria accoglienza.

<<Li ho già sistemati nella macchina.>> risposi, prendendo una tazza di caffè. Quando anche mio padre ci raggiunse, cominciò la colazione. Oramai avevano quasi dimenticato di preoccuparsi della questione del dormitorio, avevano accettato la mia decisione nonostante non la condividessero.

<<Ricordate che devo prima passare a prendere Adrienne.>> li avvertii.

<<Viene anche lei?>> chiese mia madre, stupita. Sicuramente l'idea di averla attorno non la gratificava.

<<Vi avevo già avvertito.>>

<<Non lo ricordo.>> fece finta che niente fosse, gongolando e alzando il mento. Purtroppo ero impotente di fronte all'astio tra le due parti e come sempre feci finta di nulla.

Quando fu tempo di recarsi al campus universitario, nel distretto dell'università, il sole stava per tramontare. Sapevo che tutte le matricole dovevano arrecarsi nella mensa centrale per l'accoglienza e che lì si sarebbe servito un buffet, in più avevo deciso di portarmi dietro Addy per poter fuggire dai miei genitori e fare un giro assieme a lei, sperando magari che mi aiutasse a fare amicizia o semplicemente a non dipendere da loro.

La mensa era enorme e Addy mi strinse la mano emozionata più di me quando vide tutte quelle facce sconosciute. <<Verrai qui a mangiare?>> mi chiese sorridendo mentre facevamo i primi passi sul pavimento di gomma grigia.

<<Non ho molte alternative.>>

<<Potresti sempre pranzare fuori in qualche ristorante di lusso.>>

Sperai che i miei genitori, a pochi passi dietro di noi, non l'avessero sentita. <<Sarebbe terribilmente scomodo.>>

Il coordinatore dell'evento, un certo signor Montrose, parlò con voce alta e gutturale grazie a un microfono posto accanto ai tavoli in fondo alla sala. Io ero accanto a Addy, tra i primi posti, e accanto a me con le spalle dritte e lo sguardo fiero c'erano i miei genitori. Non c'era nessun adulto tra tutte le matricole e gli accompagnatori, magari qualche ex alunno o qualche frequentatore che aveva già iniziato i corsi, ma i miei erano gli unici parenti. Mi sentii sprofondare per la vergogna ma cercai di tenermi accanto a Addy il più possibile e seguire con attenzione ogni indicazione. Montrose parlò a lungo delle regole che vigevano al campus, dei moduli che avremmo dovuto compilare, gli orari dei pasti e delle lezioni e infine ci congedò per il buffet. Presto si creò un gran baccano e i miei genitori premevano per uscire. Io, invece, premevo per visitare i dormitori e fare un giro assieme a Addy.

Li seguii obbediente fino all'uscita e li accompagnai nel parcheggio dove si trovavano le nostre macchine.

<<Non torni a casa con noi?>>

<<Credo che resteremo qui ancora un po' e poi accompagnerò a casa Addy.>>

La mamma mi guardò con un sopracciglio alzato. <<Perché invece non vieni via? C'è molta folla.>>

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora