18. Sancta Sanctorum

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«Dobbiamo festeggiare!» esclamò Dakota, mentre Connor la rimetteva per terra dopo l'abbraccio-bacio-giravolta in aria che si erano appena scambiati.

«Abbiamo tutti passato gli esami del trimestre. Siamo dei geni!»

Gideon mi venne vicino e mi stampò un bacio tra i capelli, il suo braccio scivolò intorno al mio fianco e mi strinse al suo.

«Mangiamo tutti fuori. Ho bisogno di uscire dal campus più spesso.»

Ci incamminammo nel corridoio staccandosi dalla massa di alunni presi dai tabelloni e presto raggiungemmo le uscite. Connor ne approfittò per apostrofare quello che Gideon aveva appena detto.

«Ma se non sei mai all'università! Te ne stai tutti i giorni al cantiere. Vieni qui solo per pranzare con Lily e riaccompagnarla in camera.»

Sentendomi personalmente presa e messa nel discorso, lanciai un'occhiata a Gideon.

«Beh, questo è vero, ma anch'io ho bisogno di uscire un po' dal campus.»

Dakota mi puntò un dito contro. «Questo perché sei ossessionata dallo studio e hai paura delle persone.»

Amavo e detestavo la crudeltà con cui sia Dakota sia Gideon palesavano la realtà ma non potevo certo offendermi. Dopo qualche chiacchiera abusiva sul posto dove andare a festeggiare, optammo per un locale al centro che secondo Connor era perfetto. Ci dividemmo per prepararci e Dakota mi trascinò letteralmente verso la camera, più eccitata che mai.

«Sai che non festeggiamo solamente gli esami passati, vero?» mi chiese, mentre sistemavamo sui letti tutto l'occorrente per prepararci.

«Di cosa parli?»

Afferrai il maglioncino blu e i jeans neri prima di buttarli sul braccio e dirigermi verso il bagno. Dakota mi seguì, tra le mani aveva una maglietta rossa a maniche lunghe e un golfino a girovita dalle sfumature arancioni.

«Sto parlando di te e Gideon» rispose con un gran sorriso. «Sapevo che alla fine vi sareste trovati.»

Con non poca fatica scansai ogni piccolo trucco disordinatamente posto sul lavandino e mi feci spazio per lavarmi i denti e darmi una sistemata alla faccia. Dakota era dietro di me, con la schiena poggiata alla doccia.

«Allora, come sta andando?» continuò.

Finii di lavarmi i denti e le lasciai spazio mentre retrocedevo in un angolino angusto e cominciavo a cambiarmi.

«Bene, credo.»

Dakota mi lanciò un'occhiata da sopra la spalla. «Quanto entusiasmo, bambolina.»

Ridacchiai. «Non ho termini di paragone ma non mi posso nemmeno lamentare. Va tutto... Bene.»

Era vero. Tutto andava bene. Gideon era gentile e disponibile, mi accompagnava sempre a pranzo e poi di nuovo nel dormitorio. Ogni tanto mi prendeva da un'aula e mi accompagna alla lezione successiva. Tra una pausa e l'altra, quando non c'era nessuno attorno a noi, mi attirava a sé e mi baciava. E io sentivo come un brontolio nello stomaco e anche nel cuore, e ogni tanto non gli davo la mano perché mi tremava troppo. Tutti i miei dubbi li avevo esposti ad Addy nei miei momenti di crisi, via Skype, e lei mi aveva introdotto nel mondo dell'infatuazione.

«C'è che ti sei presa un'enorme e irripetibile cotta per lui, ecco cosa ti succede» mi aveva detto una sera, mentre continuava a ridacchiare isterica. «Io lo sapevo, lo sapevo! Ah, Lily, sono così felice che tu abbia ascoltato il mio consiglio, che abbia avuto coraggio e ti sia fatta avanti.»

Mettendo in conto tutto questo, sì, andava bene.

Uscimmo mezz'ora più tardi, Dakota aveva insistito affinché rendesse il mio viso più ordinato con del mascara e un filo di cipria. Si era occupata anche dei miei capelli, spazzolandoli e applicando un prodotto che li avrebbe tenuti in posa. Li aveva lasciati sciolti, anche se io avrei preferito tenerli legati. Mi facevano sentire più ordinata. C'era solo la macchina di Connor ad aspettarci, entrambi i ragazzi addossati alle portiere con gli sguardi lontani. Appena ci sentirono arrivare, Gideon buttò il mozzicone di sigaretta appena cominciato e lo schiacciò con la scarpa.

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora