24. Ops

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Capivo Gideon, davvero, o almeno la sua storia. Il suo passato mi aveva toccato in maniera profonda non permettendomi più di dimenticarlo. Avrei fatto i conti con tutto ciò che gli era capitato ogni volta che l'avessi guardato negli occhi, mi fossi chiesta come sembrasse con i capelli chiari oppure gli toccassi le braccia. A ogni mio tentativo di approfondimento, nei giorni successivi, seguiva un silenzio pressante, al quale si accodava una sua smorfia o un suo "Non ora". Capivo che non ne voleva parlare spesso, che quella sera probabilmente era stata l'unica eccezione alla regola, ma adesso che mi aveva offerto una vista sulla sua vita, nulla mi avrebbe fermato dal barcamenarmi ancora più in profondità. Non potevo conoscere i confini di un racconto senza voler approfondire eventi, persone e sentimenti. Gideon era diventato argomento dei miei pensieri prima di addormentarmi o durante le ore vuote tra una lezione e l'altra. Prima pensavo a lui in maniera molto più sporadica, mi perdevo a immaginarci insieme, mano nella mano, in un parco. Dopo le sue rivelazioni, mi tornava alla memoria una sua visione che in realtà non avevo avuto modo di conoscere ma che avrei tanto voluto. Mi era stato mostrato il Gideon cambiato dagli eventi, quello che era stato modellato. L'originale si era perso nel dolore ed era proprio quello che cercavo attraverso i suoi ricordi.

Peccato che lui non volesse più farne parola. M'interrompeva se cominciavo il discorso, lo cambiava se osavo troppo, mi ignorava se non trovava alternativa. Lo faceva sempre con velata educazione, non era mai brusco o cattivo, eppure notavo quella vena pulsante sul collo che mi avvertiva di non esagerare.

Passava molto tempo da Todd, al cantiere oppure nel suo appartamento, molto meno in classe o nel mio dormitorio. I giorni passavano l'uno dopo l'altro seguendo una precisa routine: la mattina ricevevo l'email dallo sconosciuto, Gideon mi ripeteva di bloccare l'account, pranzavo con Dakota e Connor e o sentivo Gideon via messaggio oppure ci vedevamo nei giardini del campus per una passeggiata.

Con l'avvento dell'inverno, avevo cominciato a coprirmi con sciarpe, guanti e calzettoni; avevo sempre meno voglia di starmene all'aria aperta, rischiavo di prendermi il raffreddore a ogni piccola folata di vento. Ma Gideon non riusciva mai a passare al dormitorio e io non avevo mai molta voglia di raggiungerlo fino alla sala tatuaggi. Durante queste situazioni, mi ripetevo in continuazione che potevano capitare giorni, o persino settimane, nelle quali tutto rimaneva stabile, eppure sentivo che qualcosa, d'impercettibile nell'ombra, era cambiato. Si trattava di una mutazione tanto piccola quanto devastante. Un tarlo mi ripeteva in continuazione che poteva trattarsi dell'effetto farfalla. Piccole cause, enormi effetti. Quella minuscola variazione nel sistema che si era da poco stabilizzato poteva generare catastrofi di dimensioni devastanti. E io cominciavo ad avere paura.

«Ma no» mi diceva Addy quando le chiedevo consiglio. «Pensa positivo. Solo perché non succede nulla di adrenalinico non significa che stia andando male.»

Non le avevo detto nulla riguardo alla confessione di Gideon, mi sembrava troppo intimo e non volevo in nessun modo tradire la sua fiducia. Era una cosa che riguardava solamente me e lui, non l'avrei condivisa con nessun altro. Però tutti gli altri problemi li avevo rigettati addosso alla mia migliore amica nel preciso istante in cui erano nati. Adrienne cercava di rassicurarmi con lunghi sproloqui su quanto delle volte le relazioni fossero monotone, su come si potesse movimentare la situazione, su tutti i sentimenti che potevano essere provati nel frattempo. Lei era la mia salvezza, la mia guida nei momenti in cui sentirmi persa era un eufemismo.

Erano passate tre settimane senza che la situazione cambiasse e avevo visto Gideon di persona solo quattro volte. L'ultima era quando gli avevo chiesto di restituirmi il computer, poiché me lo aveva sequestrato per la storia delle email. Non mentirò, avevo bisogno di lui molto più spesso, soprattutto dopo il litigio con i miei. Avevo inviato loro un messaggio qualche giorno dopo la loro sorpresa ma non avevano risposto.

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora