22. Come puoi amarlo?

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Le email continuarono anche nei giorni successivi, una al giorno, però nessuna rispondeva alla mia domanda e continuavano a chiedere di dare una conferma. Alla fine cedetti e dissi di sì, dissi di essere proprio io. Attendevo ancora da quando, con dita tremanti e il cuore che batteva a mille, avevo confermato a uno sconosciuto di chiamarmi Lily Prescott, e di essere la figlia di Anne e David. Giravo per la stanza, ogni tanto sbirciavo dalla finestra come se potessi scorgere qualsiasi ombra si annidasse dietro gli alberi, di nascosto. Non trovavo mai nessuno. Daisy e Dakota mi stavano chiedendo cosa avessi da un'ora buona ma mi rifiutavo di cedere. Non volevo farne una tragedia. Mi ripetevo in continuazione che non era nulla di così spaventoso, probabilmente il collega di uno dei miei genitori aveva improvvisamente perso tutti i contatti e aveva trovato il mio per caso, sfruttando l'occasione per mettersi in contatto.

Altamente impossibile.

Scacciai quella vocina negativa che mi stava assillando e faceva aumentare i battiti del mio cuore.

Quando bussarono alla porta, sussultai. «Chi è?»

«Calma» mi rispose Dakota, andando ad aprire. «Ho solo pensato che avessi bisogno del tuo valium personale questa sera.»

La porta si aprì e Gideon e Connor comparvero alla vista. Il più alto dei due venne subito verso di me, allungando una mano.

«Ti va di fare una passeggiata?»

Lanciai uno sguardo di traverso alla mia coinquilina ma senza protestare presi la giaccia e decisi di seguirlo fuori. Salutai tutti con un cenno e presi grandi respiri. La mia mano in quella di Gideon era minuscola, come quella di una bambina, nonché pallida e nettamente più fragile. Mi stringeva forte, le dita ben incastrate nelle mie, mentre percorrevamo in silenzio tutti i corridoi del dormitorio. Presto sbucammo fuori nell'aria fredda del primo pomeriggio.

«Dakota mi ha detto di averti vista agitata» dichiarò, senza troppi giri di parole. «Che cosa succede?»

Non so cosa m'impedì di parlarne con le mie due amiche ma quando decisi di mostrare il cellulare a Gideon non mi sentii ridicola, né esagerata.

«Da quanto va avanti?» chiese con una strana voce, dopo aver analizzato la mia posta.

«Poco meno di una settimana.»

«Perché non me lo hai detto?»

«Non credevo potesse agitarmi tanto.»

«Ma chi è?»

Ripresi il cellulare e lo incastrai ben profondamente nella tasca dei jeans. Volevo seppellirlo il più lontano possibile da me. «Se lo sapessi, non ne staremmo parlando.»

Lo sguardo di Gideon s'incupì mentre le sue dita cominciarono lentamente a lasciare la presa sulle mie. Io strinsi più forte.

«La cosa ti preoccupa?» chiese dopo un po' evidentemente pensieroso.

«Forse sto solo esagerando. Aspetto che mi risponda. Vediamo come va.»

Annuì distrattamente mentre mi conduceva verso il campo da football. Ormai era chiuso, non c'erano più partite in vista delle vacanze invernali. Sapevo che Connor stava già fremendo per l'inizio della sessione primaverile.

Ci dirigemmo verso la fine del campus e facemmo inversione, decidendo di visitare il quartiere delle confraternite. Come sempre, questo era sempre molto rumoroso e popoloso. I ragazzi sembravano sempre in vena di fare baldoria, o comunque comunicare attraverso grida e risate dai lati opposti della via.

«Me lo puoi ridare un attimo?»

«Fissare le email non servirà a nulla, credimi. Ci sono passata» replicai, ma gli passai ugualmente il cellulare. Qualcosa al centro del petto cominciò a scaldarsi mentre vedevo Gideon corrucciarsi per quella faccenda. La mia vocina interiore - quell'astuta! – mi suggerì che era preoccupato per me. M'invase l'idea di poter essere, in qualche modo astratto, protetta da lui. Non che temessi potessi barcamenarmi in una situazione realmente pericolosa, dove Gideon sarebbe dovuto intervenire fisicamente, eppure la sicurezza di averlo al mio fianco, dalla mia parte, riuscì a tranquillizzarmi davvero.

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora