33. Andare via, tornare

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Prima di sgommare via sulla mia auto avevo sperato, ardentemente, che mi chiedesse di restare. Oppure scusa. Semplicemente, mi dicesse di non andare via.

Ma lui mi aveva espressamente ordinato di sparire e così avevo fatto. Quando avevo scoperto che avrebbe lasciato l'università non avevo temuto di non rivederlo mai più ma esultato interiormente per la sua coraggiosa decisione: lui, lì, non c'era mai voluto stare. Adesso poteva fare tutto quello che voleva, dedicarsi alla ricerca di uno scopo, di un obiettivo. Io non mi ero intromessa, ovviamente. Lo avevo lasciato alla sua libertà e lui doveva aver pensato lo stesso di me, visto che non si era fatto vivo.

Non volevo ascoltare quello che Sawyer aveva da dirmi su Gideon perché volevo che uscisse dalla mia vita per sempre. Erano stati tre mesi difficili, tortuosi, e sapevo che ce ne sarebbero voluti molto altri prima di superare i miei sentimenti, ma non potevo concedermi il lusso di uno sguardo al passato. Ma poi mio fratello disse: «Ero io lo sconosciuto delle email» e io mi paralizzai.

Mi aveva trascinato verso una panchina e mi aveva chiesto di potersi spiegare, prima che io saltassi a conclusioni affrettate. Con un solo cenno del capo gli avevo accordato la mia decisione. Sawyer cominciò rivelando che Gideon non era mai stato suo amico, che loro due si erano conosciuti solo qualche mese prima; quando Sawyer aveva scoperto la verità su di me, aveva semplicemente cercato di contattarmi. Ma Gideon aveva rintracciato prima lui ed era riuscito a scovarlo, facendogli passare un brutto quarto d'ora. Così Gideon aveva scoperto di Sawyer, che con le spalle al muro gli aveva rivelato di essere mio fratello. Da allora, insieme, avevano cercato il modo ottimale per darmi la notizia, ma poi mia madre aveva chiuso i battenti e aveva proibito a Sawyer di incontrami. Gideon non era d'accordo con quella decisione e finse il teatrino del vecchio amico, per farlo entrare nella mia vita.

Gideon aveva finto di non sapere ma in realtà aveva dato inizio a tutto. Lui aveva trovato lo sconosciuto delle email – che da mesi non mi rintracciava più – e sempre Gideon aveva fatto in modo che mio fratello entrasse nella mia vita. Gideon aveva mentito perché io sapessi comunque la verità.

«Allora, non dici niente?»

Fissavo Sawyer come in trance, non avevo parole. Mi corsero alla mente tutte quelle volte in cui Gideon era schivo, in cui si comportava in maniera strana alla presenza di Sawyer, oppure quando aveva chiesto in prestito il mio portatile.

«Perché me lo dici ora?» chiesi infine, ritrovando il coraggio di fissare negli occhi la realtà.

«Perché so che lo ami ancora.»

«In tutta questa storia, il mio amore non conta un accidente» sputai fuori, ma la mia rabbia non era rivolta a Sawyer. «Il mio amore per lui non è mai stato messo in discussione. Quindi, perché me lo dici solo adesso?»

Sawyer era visibilmente scosso dal mio scatto d'ira ma non sembrava volermi calmare. Sapeva a cosa sarebbe andato incontro e avrebbe accettato ogni conseguenza.

«Vedo come eviti il discorso con i tuoi genitori e come solo a sentir nominare un appuntamento ti congeli. E quello che è appena successo con Todd? Non puoi continuare così.»

Comincia a mordicchiarmi le unghie, poi le pellicine, a passarmi le mani tra i capelli e a girare gli occhi in tutte le direzioni. Una vera pazza.

«Gideon è... Sono passati mesi, Sawyer, e lui non si è fatto sentire.»

«Ma continua a chiedermi di te.»

«Lo... Lo senti?»

«Abitualmente» confessò lui, senza la minima vergogna. «Ci siamo scambiati i ruoli. Prima io chiedevo tue notizie attraverso di lui, adesso ricambio il suo favore.»

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora