25. Spese natalizie

5.8K 303 76
                                    


Gideon fissava me, io fissavo Dakota e Dakota fissava Gideon. Connor spostava lo sguardo da uno all'altro.

«Allora? Non avete nulla da dire?»

I miei occhi si spostarono su Gideon e notai un'espressione pallida non indifferente che mi suggeriva non fosse esclusivamente scosso ma spaventosamente agitato. Sembrava che un serpente stesse strisciando su per la sua schiena e lo soffocasse all'altezza della gola. Dakota si mosse verso di lui ma fissò intensamente me, chiedendomi con i soli occhi non so qualche spiegazione.

«Ma è... wow» riuscii a farfugliare con difficoltà. «Siete felici?»

«Molto» rispose subito Dakota ma qualcosa di grave nel suo tono avvertiva che si stesse agitando anche lei, con molta probabilità a causa dell'aria tesa alla quale si era esposta pochi minuti prima.

«Non sembra un bel momento» aggiunse Connor, «Vi aspettiamo dentro, hanno appena portato il dolce. Vieni, Koti.»

Filarono dentro in silenzio, lasciandosi dietro una scia colma di disagio.

«Gideon...»

Li seguì anche lui senza dire una parola, abbandonandomi tremante al freddo. Corsi dentro a mia volta con il cuore palpitante, sprovvista di qualsiasi motivazione che avrebbe potuto giustificare il comportamento di Gideon. Al tavolo erano stati disposti dei piattini decorati ma nessuno aveva toccato il suo; Connor e Dakota stavano parlottando sottovoce, ma appena Gideon tornò al suo posto e io dopo di lui, ci guardarono in attesa. Contro ogni immaginazione, fui la prima a prendere parola e mi rivolsi alla coppia.

«Quando l'avete scoperto?»

«Ieri» disse Connor per primo, stringendo un braccio attorno alle spalle della ragazza. «Volevamo che foste i primi a saperlo.»

Dakota allungò le braccia e io le strinsi le mani. «Era programmato?»

I due amanti si scambiarono un'occhiata eloquente: sì, era programmato.

«Perché?» chiese Gideon sorprendendo tutti con il suo tono scuro e roco. Me l'ero chiesto anch'io, dal momento che avevano sganciato la bomba, ma non osavo domandare quale pretesto era stato così rilevante da portarli a impegnarsi per un così avventuriero progetto. Insomma, erano ancora molto giovani, degli studenti che frequentavano l'università e che si divertivano alle feste. Cosa li avesse portati a desiderare di avere un bambino era a me sconosciuto o inimmaginabile.

«Ci amiamo» rispose Dakota con un così tale trasporto, una così piacevole e genuina emozione, che fu impossibile replicare. Non riuscivo a formulare un'opinione adatta alla situazione; l'avvento di un bambino era sempre da festeggiare ma era pur vero che fossero giovani inesperti e, con ogni probabilità, sprovvisti delle basi. Comunque non era di mia competenza mettere i puntini sulle i e criticare a prescindere la loro decisione. Per me, in conclusione, era da folli; ma i loro grandi sorrisi illuminati dagli occhi emozionati alleggerivano il senso di empatico sconforto che provavo nei loro confronti. Se erano felici, lo ero anch'io con e per loro.

«Poiché vi amate, avete deciso di fare un bambino?»

Connor, che si era infastidito dal tono d'accusa di Gideon, s'incattivì un po'.

«Non credere che la decisione non sia stata ponderata con attenzione, Gideon. Ci abbiamo pensato molto.»

«Non abbastanza, dato come sono andate le cose.»

Dakota si accasciò sulla sedia amareggiata. «Sapevo che avresti avuto molto da ridire.»

«Sarò fedele alle vostre aspettative e non farò i salti di gioia Ma siete impazziti? Stiamo parlando di un bambino, non di una pianta o un nuovo telefono. Connor, mancano pochi mesi alla laura e poi avrà inizio la tua carriera in campo; e tu, Koti, sei al primo anno, ancora non hai diciannove anni. E tutti i viaggi che avete programmato...? Dove vivrete? Come vivrete? Avete intenzione di sposarvi?»

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora