31. Nuove possibilità

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Fuori, sul marciapiede, l'aria sapeva di sigaretta e benzina, dentro il bar invece di panna e latte caldo. Aspettavo con ansia l'arrivo di Sawyer, che era in ritardo. Non facevo che guardarmi attorno, senza sapere se sperassi o meno di vedere qualche faccia conosciuta. Comunque rimanevo anonima, nessun cliente allungava lo sguardo e già un paio di volte la cameriera era passata davanti al mio tavolo senza chiedermi l'ordine. Forse aveva capito che aspettavo qualcuno. Ne avevo scelto uno separato dagli altri, nell'angolino più lontano dalla porta d'accesso ma allo stesso tempo visibile. La luce soffusa creava un clima piacevole e di un altro tempo, il tintinnio dei bicchieri in ceramica proveniente da dietro il bancone era un soave sottofondo al mio stress. Non facevo che muovere la gamba sotto il tavolo, incapace di restare ferma. Le mani mi tremavano così tanto che dovetti incrociarle tra di loro. Quando il campanello all'ingresso trillò, i miei occhi virarono subito verso i due clienti che erano appena entrati e tirai un sospiro, non so se di sollievo oppure rammarico. Non sapevo cosa avrei detto appena Sawyer si fosse presentato, né cosa avrebbe detto lui, ma avevo accettato di incontrarlo e volevo arrivare sul fondo della storia. Ignorando i miei ed evitando i contatti con l'esterno il più possibile, mi ero rinchiusa in una bolla di autocommiserazione e avevo proprio bisogno di un bel ceffone di realtà. Unire l'utile al dilettevole, avrebbe detto la mamma, ma io non stavo facendo nulla di utile e ben poco di dilettevole. Volevo solo uscire un po' dalla stanza del dormitorio e, soprattutto, cominciare a fare chiarezza nella nube grigia che era diventata la mia vita. Contattare Sawyer, mio fratello, mi sembrava un buon primo passo.

Ero così immersa nei miei pensieri che non lo vidi entrare né cercarmi, ma alla fine dovette trovarmi perché me lo ritrovai di fronte, mentre spostava la sedia per sedersi.

«Lily» mi accolse con un sorriso sincero, un po' timido e impaurito.

«Ciao» feci io, con la voce un po' troppo bassa.

«Sono felice che tu abbia accettato di vedermi. Come stai?»

Io sapevo di essere un disastro, ma aveva un'aria alquanto insolita anche lui. I capelli chiari che avevo visto sempre impeccabilmente ordinati sul capo, adesso erano scompigliati alla rinfusa, come se si fosse appena alzato; sopra dei pantaloni scuri, eleganti come al solito, era stata gettata una felpa piuttosto semplice, con il cappuccio logorato dal tempo. I suoi occhi scuri erano avvolti da una nuvola di dolcezza che mi tranquillizzò.

«Domanda di riserva?» borbottai, facendogli spuntare un altro sorriso.

«Hai parlato con...» non finì la frase che io avevo già negato con il capo.

«Non ho più parlato con loro da quella sera. Sono tornata a casa e mi hanno raccontato la storia, poi sono andata via. Ho bisogno... credo di aver bisogno che sia tu a raccontarmela.»

Sawyer prese un grande respiro e decise di ordinare qualcosa di caldo prima, per riscaldarci la pancia. Dopo che ci furono serviti un tè e un latte macchiato, si strofinò le mani e si schiarì la gola.

«Quando ci siamo incontrati, la prima volta, non ho mentito riguardo i miei genitori, quelli adottivi: mia madre è venuta a mancare l'autunno scorso e solo dopo che mio padre si è ripreso ho scoperto la verità. Da allora, sono voluto andare fino in fondo alla storia. Non so perché fossi così ossessionato dal conoscere i miei genitori biologici però, dopo la morte della mamma e la malattia di mio padre, ho sentito che potevo aggrapparmi a quell'unica speranza. Non ci è voluto molto per trovare numero e indirizzo di Anne Prescott. Da lei, poi, ho scoperto di te. Non so dirti come mi sono sentito Lily, ma appena ho saputo di avere una sorella, mi è sembrato di... Mi è sembrato di avere ancora una famiglia a cui appartenere. Vedi, volevo molto bene a mia madre, e la sua morte ha distrutto tutto quello che avevo; non incolpo mio padre perché lui l'amava oltre ogni immaginazione ma si è lasciato andare, lasciando di conseguenza anche me. Sono cresciuto da figlio unico ed è come se avessi perso entrambi i genitori quel giorno. Scoprire di te è stato mille volte più bello che conoscere Anne. Forse perché mi sentivo più legato a una sorella che a una donna che mi aveva lasciato a un'altra famiglia. Mi dispiace che tu l'abbia scoperto in questo modo.»

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora