7. Imperturbabilità

9.2K 348 40
                                    

La mia imperturbabilità fu inesorabilmente turbata dalla curiosità che cominciava a divorarmi la ragione. Avevo cercato di concentrarmi per due giorni di fila senza mai uscire dalla stanza se non per andare a lezione ed ero riuscita ad accumulare fogli e fogli di appunti, ma nulla riusciva a distrarmi dal punto fisso che era diventato Gideon in poche ore.

Un sogno di pochi secondi aveva cambiato totalmente la mia prospettiva di una settimana tranquilla all'insegna dello studio e la mattina dopo, turbata dall'incessante desiderio di sognare ancora Gideon, m'interrogai per molto tempo su cosa potesse aver portato a galla questi miei assopiti desideri. Non stavo lentamente cedendo all'infatuazione per un ragazzo, ne ero piuttosto sicura; Addy mi aveva descritto l'atto dell'innamorarsi come qualcosa di magico ed esplosivo, una furia che nasce dallo stomaco e sale su fino al petto, che non si riesce a togliere dalla testa e che finisce per comandare le azioni. Non sarei diventa un burattino delle mani del tanto agognato Amore. Non provavo nessun sentimento romantico per Gideon. La mia sembrava più un'ossessione scientifica, mi trovavo improvvisamente spinta a desiderare d'incontrarlo nei corridoi per parlare un po', desiderai prendere coraggio durante i pranzi condivisi per parlare un po'. Desideravo parlare con lui, per arrivare a conoscerlo più a fondo.

Nel sogno passeggiavamo per ore e ore, fino a che la notte non si trasformava in un mattino e l'alba risplendeva sul lago Washington come uno specchio argentato. Mi ero svegliata ricordando l'osservatorio e poi la cena a base di gelato e aveva immagino noi due, su una panchina, a parlare senza che ci giudicassimo, ad approfondire un dottrinario discorso sugli accenti dell'America settentrionale. Mentre studiavo, cercai di scacciare Gideon dalla testa immaginando un altro ragazzo al suo posto e appena ci provai, mi avvamparono le guance e sentii il calore diffondersi fino alle orecchie. Era impossibile che solo Gideon non mi provocasse quell'emozione. Mi sentivo inadeguata a parlare con qualsiasi ragazzo all'infuori di Gideon; ero impacciata, balbettavo, ero insicura. Quindi, presto era diventato una cavia per testare i miei problemi e sapevo che non avrei avuto ostacoli a parlarne con lui, probabilmente mi avrebbe persino dato dei consigli.

Il giovedì di quella settimana esasperante di studio, cercai Gideon alla mensa con la speranza di parlargli di una mostra d'arte che si sarebbe tenuta il giorno dopo nel quartiere Queen Anne; speravo fosse interessato a visitarla con me, non come fosse un vero appuntamento, ma, come aveva detto lui, per uscire e parlare. E poi, amavo le mostre d'arte tanto quanto amavo l'osservatorio e le stelle. Da bambina, erano luoghi per me di grande immaginazione e fantasia, regni fantastici nei quali addentrarmi per fuggire dalla realtà che pressava con una mano rigida e ferrea. Al solito tavolo, scorsi solamente Dakota e Connor assieme a un paio di giocatori della squadra. Mi sedetti accanto alla ragazza con il vassoio pieno.

«Dov'è Gideon?» chiesi subito.

Dakota girò lo sguardo verso di me e notai un sorriso furbo spuntargli sulle labbra. Probabilmente stava facendo vagare la mente per terre desolate e sconosciute ma non l'avrei interrotta, sapevo sarebbe stato inutile. Invece di commentare il mio interesse per Gideon, rispose tranquillamente alla domanda. 

«Sta per finire il corso di biologia. Non credo rimanga a pranzo, oggi.»

Se non si fosse presentato, non avrei potuto fargli la mia proposta e chissà se l'avrei rivisto durante il weekend. Così addentai un paio di foglie d'insalata e un pezzo di pane, prima di acciuffare una mela, salutare tutti e uscire dalla mensa.

Non sapevo dove si tenessero i corsi di biologia dell'ultimo anno quindi finii nella hall principale a cercare nelle tabelle. Non fu difficile, non trovai l'aula ma presto vidi sbucare Gideon da un corridoio sulla destra assieme a una piccola mandria di studenti. Avevano tutti fogli, libri o cartelle per le mani. Gideon camminava con la testa alta, come sempre, e una matita era incastrata tra le labbra come se fosse una sigaretta stretta nei denti. Non aveva cartelle né libri con sé, solo dei fogli incastrati distrattamente nella tasca.

The Only Safety || The Tattoo Hearts Series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora