Prologo

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La Luna.

Le era sempre piaciuto osservarne la gradevole rotondità quando essa si stagliava alta nel cielo notturno, specie in luoghi come la spiaggia in cui si trovava, in cui la candida luce dell'astro si rifletteva sull'acqua.

Era sempre stata affascinata da quel satellite, sin dalla propria nascita avvenuta ormai secoli addietro, e nulla di tutto quel che era accaduto era riuscito a cambiare ciò.

"in fondo non sei tu il problema, ma l'essere che ti abita".

Prese un pugno di sabbia solo per osservare il vento portarsela via.

Sabbia...

"una volta era tutto così diverso".

Una volta per lei, al posto della sabbia, ci sarebbe stata la neve.

Una volta non avrebbe mai potuto permettersi di uscire di notte con un costume da bagno e nient'altro che un sottile pareo verde acqua a coprirla, si sarebbe congelata all'istante; e in ogni caso guai a dimenticarsi la pelliccia nera! Poi chi l'avrebbe sentito Nicholas?

Era sempre così attento, con lei. Così delicato nonostante la mole, così dolce, così...

"Ljuba, non lo fare. Perché vuoi andare? Chi aiuterà me con giocattoli? Elfi e yeti ti vuole bene, i bambini ha bisogno anche di te. E io...io, ha ancora più bisogno. Non andare. Non lasciarci".

...così restio a lasciarle compiere una scelta che aveva tutto il diritto di compiere.

Già, meglio non dimenticarsene.

Nicholas non era che un ricordo ormai lontano, il ricordo di un secolo che aveva trovato meraviglioso quasi fino alla fine.

Solo quasi, però.

Ljuba sentì dei passi felpati in avvicinamento proprio quando ad illuminare il cielo notturno, oltre alla Luna e le stelle, comparvero anche delle scie di polvere dorata.

«alors tu es ici».

La testa biondo platino di Ljuba si voltò in direzione della dolce voce femminile che l'aveva appena interpellata. «eh sì. Mi spiace di aver lasciato la festa così presto. Magari dopo torno, ma adesso volevo...avevo proprio bisogno di un momento da sola».

«oh. Mi spiace di averti disturbata, io...»

«njet, no...rimani, Sandelle. Se stasera non sono la sola nostalgica, mi fa piacere esserlo in compagnia. Mi fa sentire meno stupida».

L'istante dopo eccole lì, la figura candida, alta e statuaria di Ljuba in pesante contrasto con quella scura ed alquanto minuta di Sandelle, unite da sensazioni tanto simili quanto inesprimibili ad un pubblico più vasto.

«non sei stupida, Lju. Sei intelligente» fu la quieta replica di Sandelle «plus intelligente que moi» aggiunse poi «...e mi sa anche di Laxie».

L'ultima frase strappò a Ljuba una breve risata. La sincerità completamente scevra di malizia che era propria di Sandelle ogni tanto risultava davvero divertente, ma a volte tendeva a mettere quest'ultima in situazioni non proprio piacevoli. «mi sa che farai meglio a non rivelare a Galaxia quest'opinione! I conigli tirano bei calci, sai?»

«oh, sì si. Starò zitta» incrociò gli indici a formare una "X", per poi poggiarli sulle labbra «così».

«ecco, brava».

Nessuna delle due parlò più, fino a quando le scie dorate non iniziarono a diradarsi per poi, lentamente, scomparire.

«Ljuba...secondo te io gli manco?»

La Luna DorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora