Capitolo XIV

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«ma è mai possibile, dico io...ultimamente sta andando tutto storto...»

Era quasi arrivata a Punjam Hy Loo, Dentolina non aveva ancora smaltito il nervosismo che la perseguitava. Ma come darle torto, in fondo? Che lei e gli altri litigassero in quel modo era qualcosa di a dir poco assurdo, proprio adesso che avrebbero dovuto essere uniti più che mai, ed era costretta ad ammettere di non essersi comportata affatto bene, al Polo Nord. Tutte quelle critiche e colpevolizzazioni ai rispettivi ex erano qualcosa di veramente utile? No, erano unicamente volte a far male. Aveva sbagliato, sbagliato, sbagliato!, si disse, passandosi le mani sul volto stanco. Avrebbe dovuto mantenere la calma e cercare una soluzione ragionevole al problema del dente da latte scomparso, invece di dare del ladro a Nord che quasi sicuramente non c'entrava nulla davvero...

"il tuo caro Atticus era fuori di zucca già di suo, col casino che ha fatto si è visto molto bene, e togliti dalla testa che quella donna lo abbia traviato, perché non ci crede più nessuno!"

"Atticus era perfetto prima che l'ex compagna dell'Uomo Nero si mettesse in mezzo!!!"

"sì, certo, era perfetto scapestrato..."

"ma perché non se ne sono stati zitti?!" pensò, ricordando le accuse degli altri "non sanno di cosa stanno parlando. Non è uno scapestrato, né tantomeno 'fuori di zucca', ed è stato traviato eccome: se non fosse stato per quella, lui non si sarebbe messo in testa di uccidere Pitch!"

In quell'occasione lei e gli altri Guardiani erano arrivati appena in tempo per impedire che fosse commesso un omicidio. No, errata corrige: che a Pitch fosse data la pena capitale. Per quanto la conclusione sia la stessa, c'è differenza tra l'infilzare qualcuno in battaglia ed il farlo, invece, mettere in ginocchio, col mento poggiato su una pietra, e prepararsi a staccargli la testa con un colpo solo.

E Nord avrebbe proprio fatto meglio a ricordarsi che, se Atticus era quello con la spada sollevata, Ljuba era quella che, invece, si era prodigata a tenere ben fermo un Uomo Nero il quale, a dirla tutta, sembrava non avere tanta voglia di lottare per la propria vita.

Quasi come se si fosse rassegnato o, forse, avesse addirittura creduto di meritarlo.

Uno scontro aereo improvviso con una delle fatine provenienti dal palazzo la fece riscuotere dai propri pensieri. «oddio, scusami, non ti avevo vista...»

Ma la fatina non sembrava affatto seccata per quell'incidente: a guardar bene, il suo visetto sembrava quasi...euforico? Possibile?

«che...è successo qualcosa?»

Per un istante sperò che, finalmente, la bilancia tornasse a pendere dal lato "fatti positivi". Nello specifico, che la felicità di quella fatina -e di un gruppetto di altre sei che si avvicinò- fosse dovuta al ritorno di Jack; era plausibile, Jack alle fatine era sempre piaciuto molto ed avevano preso attivamente parte alle ricerche.

Eppure il nome cinguettato dalle sue piccole amiche e collaboratrici non fu quello del neo Guardiano, ma un altro: sempre maschile, sempre conosciuto, sempre carico di ricordi e sensazioni.

Inizialmente impietrì, ma durò poco e, volando velocemente come poche volte aveva fatto in vita sua, coprì in breve tempo la distanza che la separava dal proprio palazzo. Frammenti di ricordi si susseguivano senza tregua nella sua mente, mentre il cuore batteva tanto velocemente da raggiungere, quasi, il ritmo delle ali.

Ripensò all'ultima occasione in cui l'aveva visto: la donna dell'Uomo Nero non era riuscita a coglierla di sorpresa ed addormentare anche lei -colpa della poca furtività di Sandelle, andava detto- per cui la fuga di Atticus era stata abbastanza rocambolesca e, contrariamente rispetto a com'era andata per gli altri, era riuscita a scambiare con lui delle ultime, poche parole. Non gli avevano fatto cambiare idea, tuttavia ricordava distintamente Atticus dirle che magari un giorno si sarebbero riuniti, ed era quella la frase che al momento le rimbombava nel cervello: lo sciocco miraggio di un possibile ritorno, nonché l'ultima bugia che le aveva detto Atticus Toothian che, pur determinato ad andarsene e pur essendosi reso conto che con Dentolina tutto quel "grande amore" poi non c'era, non sapendo per certo come sarebbe andata la fuga e la convivenza con i propri simili, aveva deciso di provare a lasciare aperta anche quella porta.

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