Capitolo VII

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«...e qual è il colmo per un elettricista? Bere birra...alla spina! Vi è piac-mmmmh!!!»

Efesto non riuscì neppure a finire la frase, ritrovandosi all'improvviso una manciata di sabbia in bocca.

«mi spiace, ma la tua esperienza come comico termina qui: per me è no!»

«ma se fino a prima stavi riden-come non detto! Pietà, niente sabbia in bocca, per favore!» guardò Efesto, che se ne stava andando pulendosi la lingua con le mani «gli ci vorrà un'eternità per sputare tutti i granelli!»

«per questa volta ti salvi, Frost...giusto perché sei qui da poco!» lo graziò Galaxia, sfregando una contro l'altra le mani ricoperte di soffice pelo candido così da ripulirsele.

«ehm...tendi a lanciare spesso la sabbia in bocca alle persone?»

«nah. Soltanto quando dicono o fanno qualcosa che non mi piace» lo tranquillizzò Laxie, sdraiandosi e stiracchiandosi sul morbido baldacchino da spiaggia «o quando fanno troppi bla bla» aggiunse «o quando mi gira, ecco».

«se il tuo intento era tranquillizzarmi non ci sei riuscita, lo sai?»

«se il tuo intento era farmi sentire in colpa non ci sei riuscito, lo sai? Uno pari, palla al centro».

Aveva pensato bene la prima sera: Conca De El Sol era un vero e proprio paradiso di gente sempre in festa, che non si arrabbiava neppure per i lanci di sabbia. Non lo avevano fatto neanche quando, per scherzare, lui aveva ghiacciato un'area di circa sei metri al largo della spiaggia: qualcuno si era messo a pattinare, qualcun altro gli aveva chiesto di creare un grosso scivolo di ghiaccio che portasse in acqua, altri ancora gli avevano chiesto di far nevicare su uno spiazzo d'erba a poca distanza in modo da poter fare una battaglia a palle di neve, e così via. Non aveva avuto la soddisfazione di fare innervosire tutti gli immortali del circondario, ma sinceramente essere invitato ad unirsi a loro a pattinare, scivolare e tirarsi palle di neve era stato anche più divertente. Sembrava che tutti i suoi simili lo apprezzassero ed amassero la sua compagnia, e per lui questo era qualcosa di eccezionale quanto inedito.

Inoltre aveva iniziato a gradire particolarmente i vari cocktail di Bacco, tanto che anche in quel momento stava sorseggiando un mimosa sdraiato accanto a Galaxia, rimpiangendo i secoli di delizie alcoliche che si era perso, che lo aiutavano a zittire quella vocina insistente nella sua testa, che continuava a blaterare cose che via via gli risultavano sempre più confuse: prima tra tutte una frase che suonava come "sei qui da una settimana" , o qualcosa del genere, e che sicuramente era un sciocchezza. Non poteva essere già passata una settimana, se gli sembrava di essere stato accolto solo il giorno prima.

Il che rendeva ancora più incredibile come Dentolina, gli altri Guardiani, Pitch e la battaglia nel bosco nonché il suo "dono" gli sembrassero allo stesso tempo sia elementi recenti della propria vita, sia cose tanto lontane da lui.

Da sotto le lenti degli scurissimi occhiali da sole che Jack indossava, vide arrivare davanti a loro Atticus.

«giusto a proposito di pareggi e palla, c'è una partita di beach volley tra un quarto d'ora, e a me serve il terzo componente della squadra: potresti essere tu, Jack! Saremmo tu, io ed Apollo contro Ade, Itzamnà e la marmotta! Che ne dici?»

Marmotta...marmotta.

Gli sembrava di ricordarsi che Nord e gli altri ultimamente avessero nominato diverse volte la marmotta, ma non gli sovveniva proprio in quale contesto fosse stato. E comunque poco importava: era lì a sua volta e, come lui, stava più che bene. Quindi non c'era di che preoccuparsi, giusto?

«potrei, ma non ho mai giocato» lo avvisò Frost «non so come funzioni il beach volley e-»

Atticus riuscì a ripararsi con un'ala appena prima di essere colpito da una "sabbiata" in pieno volto. «ah! Ti ho anticipata, stavolta!» esclamò, rivolto a Galaxia «ma per cos'era, poi?»

La Luna DorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora