Capitolo II

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Prima che iniziate a leggere, ci tengo a specificare che il cambio di scena (segnalato da "***") in questo caso comporterà anche il trascorrere di svariate ore.

Ciò che avverrà nei prossimi capitoli sarà più o meno contemporaneo... a meno che non troviate scritto "un'ora prima" - "un'ora dopo" - "mezz'ora" etc, ovviamente.

Fu un raggio di sole a svegliare Jack Frost, illuminandogli il volto con la moltitudine di riflessi colorati dovuti ai tasselli di vetro che componevano le finestre della stanza sua e di Dentolina

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Fu un raggio di sole a svegliare Jack Frost, illuminandogli il volto con la moltitudine di riflessi colorati dovuti ai tasselli di vetro che componevano le finestre della stanza sua e di Dentolina.

Aprì lentamente gli occhi, stiracchiandosi tra le coperte come un gatto, e trovando solo dopo una decina di minuti forza d'animo sufficiente per alzarsi tentando inutilmente di sistemarsi anche solo un minimo i candidi capelli arruffati.

Mentre avviava a rivestirsi sorrise. Da che riuscisse a ricordare la sua vita non era mai andata meglio di così: aveva trovato degli amici che considerava quasi una famiglia, aveva avviato una relazione amorosa coinvolgente ed interessante, viveva in uno splendido palazzo, e tutti i bambini ora lo amavano e credevano in lui.

"cosa mai potrebbe andare storto?" si azzardò perfino a pensare.

In trecento anni di vita, evidentemente, Jack non aveva ancora capito che quella frase era la formula attira malasorte per eccellenza.
In ogni caso, una volta abbigliato di tutto punto ed uscito in terrazza, decise di andare a cercare Dentolina così da darle un buongiorno degno di questo nome.

Non si era preoccupato non trovandola di fianco a sé, era qualcosa che capitava spesso e volentieri; lei infatti era estremamente mattiniera nel suo stacanovismo, mentre lui tendeva a prendersela più comoda anche in quel periodo in cui era tenuto a spargere bufere di neve a iosa. Era il Guardiano del Divertimento, e pur amando il suo lavoro aveva con esso un rapporto un po'più rilassato rispetto agli altri.

«vento, portami da Dentolina!» esclamò allegramente, alzandosi in volo e lasciandosi trasportare.

Era divertente svolazzare tra le file più o meno ordinate di fatine che partivano e tornavano dal palazzo, a volte "rapendone" qualcuna per pochi istanti giusto per fare un piccolo scherzo -anche se era con Dente da Latte che lo faceva più spesso- e sentire i piccoli e bonari rimproveri della sua compagna, ai quali solitamente rispondeva con una risata.

«ah-ha! Ti ho presa, Dente da Latte!»

Ridacchiò sentendo i pochi pigolii di protesta della fatina, facendo una giravolta poco prima di arrivare a destinazione.

«buongiorno, Dentolina! Guarda chi ti ho portato!» esordì il ragazzo, mostrando la fatina.

«pfff...Jack, quante volte dovrò dirti di lasciarla lavorare in pace?» sbuffò Dentolina. Ma l'espressione seccata rimase sul suo volto solo per pochi istanti, sostituita da un sorriso «buongiorno, comunque. Dormito bene?»

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