Capitolo XXIV

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Shu Yin chiuse bruscamente la porta alle proprie spalle, concedendosi un paio di secondi per appoggiarvisi contro con un sospiro tremolante.

Lo aveva fatto. Finalmente lo aveva fatto, e da quel momento in poi l'Uomo Nero non sarebbe più stato un suo problema. Avrebbe potuto smettere di comportarsi da bimba stupida, di mostrarsi dolce, sorridente e gentile, di fingere di provare affetto per quel pazzo decerebrato!

Il sollievo che stava provando per aver smesso di recitare, però, non implicava che provasse anche soddisfazione per aver avvelenato Pitch. Non era spietata, gli era grata per esserle stato accanto quando ne aveva avuto realmente bisogno -seppur a modo suo- e il dolore che aveva visto nel suo sguardo quando si era reso conto del suo tradimento era indubbiamente reale, per cui l'attaccamento e la premura che -sempre a modo suo- le aveva dimostrato dovevano esserlo altrettanto...ma tutto ciò poco contava: forse Black non era un mostro completo, ma ciò non lo rendeva una brava persona e, comparando i "pro" e i "contro" alla sua soppressione, non aveva avuto dubbi sul fatto che la quantità dei "pro" fosse maggiore.

L'eliminazione definitiva dell'Uomo Nero avrebbe portato a tutti solo e soltanto del bene, e Pitch stesso era incluso nella lista: a parere di Shu Yin, tra vivere come lui e morire, era meglio la seconda opzione.

Riteneva davvero di star contribuendo alla realizzazione di un vero e proprio atto di pietà verso quella povera, sola, triste, miserevole e sofferente creatura.

Il fatto che sicuramente l'Uomo Nero non sarebbe morto senza dolore era soltanto un dettaglio.

"io ho fatto la mia mia parte. Adesso, che i miei simili facciano la propria!" pensò.

Sarebbe tornata a stare bene, quando loro avrebbero mantenuto il patto con cui, quella stessa mattina, aveva svenduto la vita dell'Uomo Nero...

:: precedentemente - ore 10.35 ::

Doveva trovare il modo di fare qualcosa.

Ma cosa? E come?

Forse era davvero al sicuro, ma era anche in trappola. Tutti gli ingressi erano affollati sia dagli Incubi che da quell'oscena massa oscura viva, la quale si muoveva di continuo, ribollendo e scoppiando.

Shu Yin aveva deciso di sfruttare per quanto poteva l'accesso alla biblioteca dell'Uomo Nero, scegliendo alcuni libri d'incantesimi i cui titoli l'avevano incuriosita, facendo sì che quelle non fossero ore completamente perse, ma non era abbastanza.

Iniziò a mordicchiarsi le unghie senza neppure accorgersene. Pitch in giro a far danni e ridurre le sue probabilità di salvezza era una fonte di nervosismo non da poco e, se le condizioni di Jack non erano minimamente peggiorate, non erano neppure migliorate. Non erano passate neppure dodici ore da quando i suoi simili gli avevano tolto il senno e il potere, ma già iniziava a non poterne più...

Un improvviso sentore di muschio bianco, piuttosto forte ed estremamente vicino a lei, attirò la sua attenzione, mettendola immediatamente sul chi vive. Rimase immobile, pur iniziando ad avvertire chiaramente una presenza estranea accanto a sé, ma sollevò leggermente la mano destra dal libro che stava sfogliando, col principio di un fulmine che iniziava a crepitare tra le sue esili dita.

Alla sua destra, su una piccola parte del tavolo di pietra, iniziò a formarsi un sottile strato di brina. Shu Yin socchiuse le palpebre, iniziando a sospettare qualcosa sull'identità della presenza misteriosa, e non fece un plissé quando sullo strato di brina comparve il disegno di una freccia che, senza dubbio, indicava in direzione delle camere da letto. Shu Yin annuì e, pochi istanti dopo, il gelo si sciolse, per poi evaporare.

La ragazza si alzò con quanta più naturalezza possibile, scegliendo un paio di libri a caso da portarsi dietro, e si alzò in volo verso le stanze; in ciò, la presenza profumata di muschio non si allontanò mai da lei, come fosse stata una questione di vita o di morte, e probabilmente era proprio così.

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