Capitolo IV

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Calmoniglio non se l'era sentita di biasimare davvero Dentolina per la reazione che aveva avuto quando lui le aveva riferito ciò che era successo meno di un'ora prima. Si era reso conto che, se lui si fosse trovato in una situazione analoga, probabilmente sarebbe stato ancora meno disponibile di lei a fare qualsiasi cosa differente dal chiudersi in camera da letto prima, e gettarsi più che mai nel lavoro poi...come la fata aveva asserito di aver deciso di fare nei giorni che sarebbero seguiti.

«quindi ora cosa succede?»

Il Guardiano della Speranza si voltò ad osservare la sua interlocutrice. «credo che per adesso qualcuno che non sia Dentolina dovrà ospitarti».

Non era molto lieto all'idea di avere sconosciuti nella Conigliera, ma non c'erano molte alternative. Nord al momento aveva da fare e non poteva occuparsi di lei come -a quanto sembrava- Jack voleva che se ne occupassero, spiegandole per bene tutte le possibilità che aveva per il futuro ed anche il background dei suoi consimili; sempre per una ragione di spiegazioni sarebbe stato inutile farla stare con Sandman, i cui ghirigori di sabbia non erano comprensibili per tutti; e Dentolina...di lei si era già parlato.

Sì, in quei giorni avrebbe dovuto essere lui ad occuparsi della ragazza, almeno fino a quando Natale non fosse passato. Poi l'avrebbero ospitata a turno, cercando nel frattempo un posto dove farla stare.

«ti chiedo umilmente scusa se prima ti ho arrecato qualche offesa» disse lei, chinandosi in avanti con un gesto elegante «faccio ancora un po'di confusione tra le specie animali, od aliene che siano. Mi dispiace veramente».

Calmoniglio si stupì per un simile comportamento, ma pensò che in fin dei conti a Jack avrebbe potuto proprio fare comodo qualcuno con facilità a porgere gentilissime scuse, magari per le eventuali mancanze di entrambi!

«ah...eh...non fa nulla, non preoccuparti. Non sei la prima che mi dà del canguro» si trovò a rispondere impacciato «in fin dei conti può starci, salto, sono australiano e...» "ma che accidenti vado blaterando?! Non sono affatto un canguro! Sono un coniglio! Si vede benissimo che sono un coniglio!" pensò Calmoniglio, riscuotendosi «...e comunque sono un coniglio. Coniglio. Ricordatelo, in futuro, d'accordo?»

«certamente. Non farò più confusione» gli assicurò la ragazza, osservandolo con quei suoi occhi di un insensato quanto intenso azzurro «tu sei E. Aster Bunnymund» disse con dolcezza «il Coniglio di Pasqua».

«esattamente».

Avere a che fare con un dono in generale, anche se non era Galaxia, era qualcosa di complicato.

Molto complicato.

Se qualcuno li classificava come qualcosa di simile a demoni di tipo Succubus un motivo c'era: riuscivano generalmente ad entrare rapidamente in confidenza con le persone -pure se non era chiaro se traessero o meno energia da questo- o in certi casi ad irretirle. Era comunque qualcosa di diverso e più subdolo rispetto al causare uno stupido innamoramento fulminante o un raptus di libidine.

Oddio, con Galaxia effettivamente c'era stato qualcosa di simile, ma lì era un discorso diverso, perché lei era proprio il "suo" dono, con tutto quel che comportava.

Ma generalmente era difficile riuscire ad arrabbiarsi con loro, arduo fare loro del male fisico con l'intento di causare danni seri, e se non si stava attenti si rischiava di far loro piccole concessioni come quella di chiamare "canguro" un coniglio.

"poi certo, se uno si chiama Pitch Black è tutta un'altra faccenda!" pensò Calmoniglio.

La ragazza iniziò a camminare in cerchio, guardandosi attorno. «c'è un motivo preciso per cui quella deliziosa signora alata si è ritirata in modo così brusco?» gli chiese «c'entra forse lui? Ed il fatto che non si chiami più Toothian?»

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