Capitolo XXIII

38 4 12
                                    

«foreste, foreste...foreste ovunque!» borbottò Nightlight.

«è molto meno fitta di Aokigahara» gli fece notare Aiko «nonostante abbia un nonsoché di cupo che a casa mia manca».

«infatti è proprio quello il problema» ammise a bassa voce il guerriero «se fosse stato solo per la quantità di alberi, avrei potuto sopportare meglio il tutto. Voglio dirti la verità, Aiko: ho vissuto molto tempo negli spazi aperti, è così tuttora, e li preferisco...»

«...o Katyusha hai fatto tu la pi-scia? Sì Di-mi-trj ne ho fatta cinque li-tri! E-riii tu la pisciona della steppaH, nananà-nana-nanana...!!!»

Il ragazzo socchiuse gli occhi con uno sbuffo nervoso a malapena contenuto. Contrariamente a lui, non aveva mai problemi, quella, tanto che sembrava aver deciso di sfruttare il fatto di trovarsi in un'inquietante foresta russa per mettersi a cantare -leggasi: stonare, latrare, ululare come un lupo col mal di pancia- stupide canzoncine da osteria mentre saltellava, sola in testa al gruppo, guidando tutti nella ricerca della dimora di Baba Yaga. Nightlight non dubitava che nella locanda del Leprecauno potessero far furore, ma quello non era il momento giusto, né tantomeno il luogo.

Sembravano pensarla così anche ninfe e cherubini, che camminavano attorno a Nightlight ed Aiko Shika, chi sbuffando e chi ignorandola parlando a bassa voce coi vicini.

«non è prudente lasciarla andare avanti da sola, non si sa cosa potrebbe trovarsi davanti » affermò la ragazza-cervo, facendo per raggiungere Eve, ma Nightlight le afferrò istintivamente il polso, come volendoglielo impedire.

Pessimo errore.

Con una mossa fulminea, Aiko si liberò della sua presa, gli afferrò il braccio torcendoglielo dietro la schiena. «non so cosa volevi fare, ma guai a te se ci riprovi!» esclamò, mentre diverse creature si girarono ad osservarli allarmate.

«i-io non volevo fare niente di male! Aiko! Lascia!...Aiko!!!» avrebbe potuto liberarsi, ma non voleva rischiare di fare male ad un'alleata in una lotta inutile.

«se la cosa sfocia in rissa, punto una catenina d'oro su Aiko!» commentò Hallows con una risata, continuando a camminare dopo essersi voltata giusto un attimo per dare un'occhiata, imitata da svariati componenti del gruppo.

Purtroppo, o per fortuna, la ragazza lasciò andare Nightlight meno di tre secondi dopo, e non si venne a creare alcun giro di scommesse. «la prossima volta parla, invece di afferrarmi» borbottò, rimettendosi in cammino «siamo rimasti indietro!»

«avresti potuto evitare di torcermi un braccio» ribatté Nightlight, raggiungendola rapidamente «ti pare che io possa avere pessime intenzioni nei tuoi confronti? ...non oso immaginare cosa potrebbe accadere se qualcuno tentasse di attirare la tua attenzione ponendoti una mano sulla spalla, allora».

«potrebbero chiamarmi e basta» replicò Aiko, sentendosi rabbrividire per l'aria alquanto pungente. Anche lei, come la maggior parte degli immortali, tollerava temperature "difficili" meglio di quanto facessero gli umani, ma se avesse tentato d'imitare Jack Frost andando in Antartide vestita come lui si sarebbe quasi congelata. Per scendere nelle grotte di ghiaccio, infatti, soleva indossare qualcosa di più pesante di top e pantaloni in cuoio e cotone...e al momento si sentiva una deficiente per non essere andata a recuperarlo prima di partire! «non vedo che bisogno avrebbero di toccarmi».

«beh...si fa. Non c'è nulla di strano» le spiegò il ragazzo «ma forse è stata colpa mia. Sapendo che non sei abituata a relazionarti con le persone, e che per te sono un estraneo, forse avrei dovuto prevedere una reazione un po'...particolare. Scusami».

Aiko abbassò per un attimo lo sguardo, spostando una ciocca di capelli dietro una delle sue candide orecchie da cervo. «scusami anche tu. Sono stata eccessiva. Ma non mi spiego il motivo della reazione che hai avuto, ho soltanto detto di voler raggiungere Eve in testa al gruppo, in fondo».

La Luna DorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora