Nothing's fine I'm torn

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Nell'aereo ero seduto vicino a Louis, l'avevo visto tipo una decina di volte aprire la bocca come a voler dire qualcosa, ma poi taceva, all'ennesima volta esplodo <<Lou c'é qualcosa che vuoi dirmi?>> lui mi guarda confuso ed alza le sopraciglia, proseguo <<non so avrai aperto la bocca per parlare almeno dieci volte, sei ancora arrabbiato per ieri sera?>>, il suo sguardo si fa ancora più confuso, mi prende un riccio tra le dita e me lo sposta dal viso, prima di <<no Harry, perché dovrei essere arrabbiato con te?>>
<<Perchè mi sono addormentato mentre stavi parlando, scusa, io ero solo molto stanco e la tua voce era così calma... >>
Mi scompiglia i capelli e mi sorride  <<tranquillo Harry, mi sono addormentato poco dopo..>> "cullato dal tuo respiro regolare" aggiunge la vocina nella mia testa.
<<Di cosa parlavate tu e Niall prima che arrivassi?>> la domanda lascia la sua bocca con un tono che non so decrifrare.
<<Niall mi stava raccontando di un folle giro per la città la scorsa notte per trovare un posto dove mangiare il kebab, é assurdo come quel ragazzo così magrolino non avrebbe problemi a mangiarsi l'aereo con tutti noi dentro>>, sussurro l'ultima parte vicino al suo collo per non farmi sentire da Niall.

Si irrigidisce ed io penso di aver superato la linea del confine immaginaria, ma appena provo ad allontanarmi mi riavvicina mettendomi una mano sulla spalla.

La prima cosa che vedo é il mare, quello vero, guardo Louis accanto a me e non mi meraviglio quando i suoi occhi risultano un perfetto mix tra il blu del cielo e quello dell'acqua.

Tutto scorre in maniera molto monotona, ci svegliamo, proviamo la canzone scelta, una partita ai video game e poi tutti stanchi a letto. Così va avanti fino a quando non ci comunicano di poterci prendere libera la mattina prima dell'esibizione.

Io ed i ragazzi non perdemmo tempo e ci dirigemmo in spiaggia per fare un bagno, avevo notato un certo distacco da parte di Louis nei giorni precedenti, ma l'avevo attribuito alla stanchezza, ma quando non perse tempo ad allontanarsi con Zayn capii che c'era qualcosa che non andava.

Louis' pov

Ok, non era maturo, ma stavo evitando Harry come la peste, il sollievo che avevo provato quando mi aveva spiegato di cosa parlava con il biondino e il battito accellerato quando si era addormentato sulla mia spalla in aereo erano un chiaro campanello di allarme.
Per questo motivo cercavo di stare attaccato a Zayn in qualsiasi momento della giornata, non facevamo niente di che, parlavamo poco, lui non era un gran chiacchierone, si limitava a guardarmi e scuotere la testa, io semplicemente non avevo voglia di parlare di cose inutili. Con un cenno Zayn mi invitò a fare una nuotata, Liam era all'ombra perché "se mi prendessi un'insolazione oggi non canterei al meglio, dovreste farlo anche voi", mentre Niall era con Harry. Potevo vedere le rotelle del cervello girare in lontananza ed iniziai ad immaginarlo pensare cosa poteva aver mai fatto per avere questo mio comportamento.

Ero un codardo, l'avevo allontanato senza dargli una spiegazione ma, meglio prevenire che curare, meglio sotterrare certi pensieri su di lui piuttosto che affrontarli ed affrontarlo.
Fu proprio l'osservare il riccio che mi osservava che mi fece appoggiare il piede sopra una bottiglia di vetro rotta <<AAAAAAAAAAH!!!>> cazzo il dolore era indescrivibile, mi sentivo il piede spaccato a metà.
Tutti i ragazzi si spaventarono venendomi vicino ma solo Harry mi prese in braccio, come una novella sposa e mi appoggiò sul lettino per controllare cosa fosse successo.

Ma dove aveva trovato tutta quella forza comunque?

Disse a Niall di chiamare lo staff e l'ambulanza mentre esaminava il mio piede insanguinato e controllava se c'era qualche pezzo di vetro.
Le sue mani, la sua vicinanza ed i suoi occhioni verde acqua sgranati mi arrivarono dritti al basso ventre perciò dissi a Liam di prendere il suo posto, non so perchè lo feci, forse per evitare che la situazione diventasse troppo imbarazzante, ma ciò che non potei notare fu la delusione dipinta sul suo volto, perciò cercai di sorridergli, ma lui si era già allontanato dandomi le spalle.

Le ore all'ospedale non passavano mai, il senso di colpa per come avevo trattato quel riccio dolcissimo mi stava logorando e ad accentuare il tutto c'era quel messaggio a cui non avevo risposto e che continuava a rimbombarmi nella mente:

Da Haz: dobbiamo parlare.

Due parole, sentite milioni di volte, ma che non mi avevano mai messo così tanta ansia, cosa avrei potuto dirgli: "vedi Haz ti ho allontanato perché mentre mi parlavi io immaginavo le tue labbra sulle mie, mentre eravamo vicini immaginavo come sarebbe stato assaggiare il tuo collo?" No grazie, non avrei rovinato il nostro rapporto per.. per.. per questa cosa indefinita che sentivo.

Quando la macchina del programma mi riportò davanti al residence in cui alloggiavamo avevo una lista di cose per cui sentirmi in colpa:
- aver allontanato Harry;
- aver incontrato quella bottiglia che aveva significato modificare tutto l'elenco delle esibizioni, Liam era stato molto chiaro al telefono, Harry si era battuto con gli organizzatori per far si che ci fossi anch'io all'esibizione;
- sentirmi ancora più una merda camminante dopo quest'informazione,
- aver sabotato LA possibilità per me e per gli altri di realizzare il nostro sogno.

Tutto mi aspettavo appena sceso tranne che un gruppo di ragazzi urlanti che quasi mi fecero cadere, sentii Harry stringermi forte e sussurrarmi <<non l'avrei mai fatto senza di te>>, semplicemente lo strinsi più forte.

Era andata. Eravamo dentro, non credo che avessi mai provato gioia più grande di quella nei miei 18 anni di vita. Erano bastate poche note di una canzone come un'altra, Torn, per realizzare il nostro sogno. Harry era stato fantastico, lo avevo sentito altre volte cantare, alle audizioni, alle prove, ma quella volta.. quella volta fu incredibile. Era sicuramente la mia volta preferita. Ma ovviamente non sapevo per quante altre volte ancora l'avrei sentito cantare, quante altre volte mentre cantava avrebbe avuto gli occhi su di me, quante volte avrebbe cantano le canzoni che io avevo scritto per lui, per noi.. Ma come avrei potuto saperlo? Ero solo un ragazzino di 18 anni, che avrebbe cantato non solo davanti ad un pubblico, ma davanti una telecamera, in diretta nazionale. E' buffo come in quel momento pensassi che l'emozione più grande sarebbe stata esibirsi davanti a mezzo mondo, non avevo ancora tenuto in considerazione il fatto che quelle settimane ad xFactor avrebbero fatto molto di più.
Mi avrebbero fatto scoprire l'amore.
Quell'amore che avremmo difeso a tutti costi, un amore che abbiamo quasi rinnegato credendo di fare la cosa migliore.
L'amore desiderato, sofferto, l'amore umiliato, nascosto, calpestato, stracciato, ridotto in polvere ma mai, mai tradito.

E forse ero troppo piccolo all'epoca per capire l'immensità di ciò che mi avrebbe travolto, quanto quell'esperienza mi avrebbe totalmente rivoluzionato la vita e forse era per questo che quella sera, dopo essere stati ammessi ad xFactor, aver festeggiato con i ragazzi, aver urlato, brindato, riso a crepapelle.. mi rifugiai sulla terrazza dell'hotel nel quale alloggiavamo per fuggire da quella conversazione che sapevo doveva esserci prima o poi. 
Ma come detto prima, io ancora non lo sapevo dell'immensità che mi avrebbe travolto.

Il verde prima del blu - LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora