After five incredible years..

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Louis' pov

25 Marzo 2015

"Dopo cinque incredibili anni, Zayn Malik ha deciso di lasciare i One Direction..... "

Bastarono poche parole per far finire tutto, noi, quello che eravamo e quello che rappresentavamo. E come quel giorno, quando ci unirono in gruppo, finimmo di essere solo Louis, Harry, Liam, Niall e Zayn per essere i One Direction, adesso finimmo di essere i One Direction per tornare ad essere solo Louis, Harry, Liam, Niall e Zayn.

Uno di quei giorni da dimenticare. Uno di quelli che non avremmo voluto veder arrivare mai.

Pensavamo fosse finita. Harry era terrorizzato, la paura che dopo aver rinunciato praticamene alla sua vita, alla sua adolescenza, a noi.. adesso potesse essere stato tutto vano. Quando sentimmo ugualmente il solito affetto caloroso i nostri cuori ritornarono a battere, ma arrivò in lui la paura di non essere all'altezza, di non riuscire a rimpiazzare Zayn, i suoi pezzi. E non dimenticherò mai la frustrazione che sfogó in camerino pensando di essere solo, ma io gli avevo promesso che sarei sempre stato lì per lui, che me ne sarei sempre preso cura e quindi ero lì. Non potevo parlargli, non potevo toccarlo o baciarlo. Rispettavo la sua scelta. Ma ero lì. E non mi importava che lui mi vedesse e sapesse, io ero con lui e mi cullavo nel pensiero che potesse sentirmi, anche senza vedermi. E pensai che se eravamo riusciti a superare una cosa del genere, avremmo potuto fare tutto nella vita. Tutto.
L'abbandono di Zayn era nell'aria, ma inutile mentire, quando arrivó fece male a me e Liam in egual modo, questo ci uní un pò.
Quello che non mi aspettavo era che arrivasse in quel momento, quando più avevo bisogno di lui.
Stavamo fumando una sigaretta in hotel, quando sganció la bomba.
<<Lascio Tommo>> lo avevo guardato e poi ero scoppiato a ridere
<<Dio Zayn non siamo nemmeno a metà bottiglia>> lui mi aveva guardato ed aveva scosso la testa
<<No Lou, lascio la band.. sei il primo a saperlo. Ti prego di non giudicarmi, é stata una decisione difficile ma vedi.. non mi sento più a mio agio, non sono libero di essere me stesso.. >> e io gli urlai contro
<<Sei un egoista>> gli avevo detto <<tutti abbiamo rinunciato a qualcosa, guarda me ed Harry, Dio ho perso l'amore della mia vita, ci siamo lasciati per non travolgervi nel nostro casino>> avevo continuato incredulo.
<<Spero che questo non cambi il nostro rapporto>> mi aveva risposto. Ma io l'avevo già mandato a quel paese.
Ero corso da Liam lui mi aveva consolato senza fare domande, sotto lo sguardo interrogativo di Harry, rimasto sul divano con il suo inseparabile diario tra le mani.
Poi Zayn l'aveva detto anche a loro, io ero immobile, Harry alternava gli sguardi da me a Liam, poi si avvicinó a Liam lo abbraccio, si diresse verso di me e mi strinse forte, era il primo contatto fisico da quando ci eravamo lasciati ed ovunque arrivassero le sue mani mi sentivo bruciare.
<<Sempre>> mi disse all'orecchio, come se fosse un segreto e capendo si riferisse al nostro ultimo dialogo sui sentimenti che avevamo l'uno per l'altro, annuii di rimando.
Poi si allontanò, troppo velocemente da me e disse a Zayn
<<Sei un egoista>> risi per la sua scelta di parole, uguale alla mia, <<ma noi ce la faremo anche senza te, per me, da adesso sei morto>> e poi uscì dalla stanza dandogli una spallata.
Niall lo guardó schifato e deluso per poi seguire Harry, come un tempo facevo io.
Scossi la testa ed andai dalla parte opposta lasciandolo solo con Liam.
Da quella sera ogni giorno era uguale, anzi ogni notte, perché vivevo solamente la notte, quando potevo affogare la tristezza di tutte le persone che mi avevano abbandonato in un mare di alcool.
A tarda notte uscivo dai locali con ragazze o ragazzi che poi puntualmente mandavo via, perché nessuno di loro era Harry e non potevo permettere che qualcuno che non fosse lui mi toccasse o mi baciasse.
Poi arrivó l'ennesima brutta notizia, a dirmelo fu Liam che alla mia domanda su come mai Niall avesse lasciato solo Harry mi rispose che non lo aveva fatto, perché Harry non c'era "é a cena con Xander" aveva risposto quando Niall non aveva avuto il coraggio di dirlo. Mi avevano chiamato ma non avevo voluto sentire nient'altro, non solo mi aveva lasciato, ma era anche andato avanti.

14 Maggio 2015.

Mi sveglio in una stanza d'albergo tanto lussuosa quanto squallida.

Non era casa mia.

Apro a fatica gli occhi e porto istintivamente il palmo della mia mano a tenermi la testa, come se da un momento all'altro potesse scoppiare o staccarsi. Non ricordo praticamente nulla della notte precedente ma date le mie condizioni non mi ci vuole molto a capire che fossi talmente ubriaco da non reggermi in piedi. Provo a sollevarmi sulla braccia, ma sembrano fatte di burro e cado con la faccia verso il cuscino. Ritento e riesco a vedere meglio le condizioni della stanza. Le lenzuola completamene disfatte e la coperta sul pavimento.

Mi viene da vomitare e non so più se sia per il post sbronza o per il peso al cuore che inizio a sentire.

Un terremoto
che segnò inesorabile
e crudele un prima e dopo ..*

Guardo il telefono, leggo il messaggio che Liam mi ha mandato la sera prima "Non era un'uscita romantica, Xander é fidanzato ed Harry ti ama ancora, non fare cazzate"

Non saprei dire con esattezza quale fu il momento in cui sentii che la terra mi stava crollando sotto i piedi. Ricordo solo che provai la sensazione di sprofondare, la sensazione che avrei perso tutto ed era buffo perché il mio tutto lo avevo perso già.. ma avevo la speranza di poter rimediare. Ora no. In quel momento pensai solo che fosse finita. La mia vita, la mia carriera, il mio amore.

Harry. Come avrei fatto a dirlo a lui?
A dirgli che lo avevo tradito, ma che avevo tradito anche me.
Che anche se erano mesi da quando non stavamo più insieme io mi sentivo un vigliacco traditore.
Ed era giusto così, era vero, era così che dovevo sentirmi.
Perché avevo toccato qualcuno che non fosse lui, mi ero lasciato toccare da qualcuno che non fosse lui. E non importava più quanto male c'eravamo fatti o quanto ubriaco fossi. L'avevo tradito. Mi ero tradito. Gli avevo giurato che non avrei mai toccato nessuno dopo di lui, che mai a nessuno avrei permesso di toccarmi dopo di lui. E so che era una promessa assurda perché era finita. Finita. Lui avrebbe avuto qualcuno che lo avrebbe amato, secondo lui più di quanto facessi io, ma sapevamo entrambi che era impossibile. Non ci sarebbe mai stato nessuno in grado di amarlo come avrei fatto io, per sempre. E adesso non avevo più il diritto di chiedergli niente, nè di perdonarmi, nè di tornare con me, nè di avere un altro ultimo assaggio di quelle labbra per riportarmi indietro nei posti in cui eravamo stati e le notti che avevamo passato insieme. Non avrei potuto chiedere di restare per una notte per finirla come si deve. Ne di restare anche se l'indomani non sarebbe più stato mio, di nuovo. Niente. Non avevo il diritto di chiedergli niente. Ma io ero un egoista, lo sapevo io e lo sapeva lui. E sapevo che sarei tornato da lui, anche strisciando se fosse stato necessario.

Con il cuore in mille pezzi scrissi quella canzone che parlava di me, di lui e di come fosse finita. Di come avrei voluto chiedere di essere mio un ultima volta e non dimenticherò mai l'espressione sul suo viso quando si ritrovò la mia faccia davanti alla porta di casa sua, che un tempo era nostra. Perché mi mancava, mi mancava svegliarlo nel bel mezzo della notte e sussurrargli che avevo una nuova melodia in testa o delle nuove parole. E siccome non lo avevo più nel letto e non potevo più farlo, bussai alla sua porta nel cuore della notte con quel testo scritto su alcuni fogli di carta. Non dimenticherò mai l'espressione sul suo viso perché quasi non lo riconoscevo più, o forse erano i suoi occhi che non riconoscevano più me. Bellissimo come sempre, a piedi scalzi, solo dei pantaloncini addosso e nessuna maglietta a coprire il suo corpo che non vedevo da tanto, troppo tempo. Mi ci volle un po per spostare lo sguardo ed alzarlo. Il suo sorriso tirato come se già sapesse cosa avevo da dirgli, i miei occhi pieni di lacrime come chi deve confessare il più atroce dei peccati. E pregai che fosse solo in casa perché nonostante fossi un vigliacco ed un traditore non avrei mai sopportato che ci fosse qualcuno con lui.. che ipocrita da parte di chi doveva dire di essere stato con un'altra persona. Come avrei fatto a dirgli di essere stato con qualcuno che non era lui quando le sue foto in giro con quell'altro mi spezzavano il cuore? Avrei voluto urlargli che quello non faceva per lui, che nessuno avrebbe mai fatto per lui perché ero io che facevo per lui. Ma con quale diritto? Aspettai che dicesse qualcosa ma non disse nulla, si mosse lento poggiandosi sulle stipite e senza aspettare che muovesse il capo per indicarmi di entrare, mi precipitai all'interno.

Il verde prima del blu - LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora