Marinette teneva aperto sulle gambe un grosso libro di favole che il suo precettore le aveva detto di leggere. Una favola al giorno, le aveva detto. E quindi lei andava a sedersi ogni giorno sotto un albero nell'enorme cortile del palazzo e iniziava a leggere lentamente e ad alta voce, come tutti i bambini di cinque anni che stanno da poco imparando a leggere. Spesso le capitava di trovare parole troppo lunghe, come "cocchiere" o parole che non conosceva, come "telaio" e quindi doveva alzarsi con pazienza e andare a cercare la guardia più vicina per farsi aiutare. E, con i loro soliti sorrisi gentili, le guardie la aiutavano, posando momentaneamente le loro lance appuntite per prendere il libro e spiegarle quelle parole che le davano problemi.
La vita di Marinette andava avanti così, tranquilla e spensierata, forse un po' monotona e solitaria, ma questo non le pesava. Certo, prima passava più tempo con suo fratello Félix, ma da quando lui aveva iniziato a studiare per diventare il futuro re di Clarines, non aveva più tempo da passare con la sua sorellina minore.
"Ti invidio da morire, Mari." aveva detto il ragazzino di tre anni più grande. "Perché tu sei la sorella minore e quindi resterai principessa per sempre, mentre io diventerò re di Clarines e avrò tante responsabilità. Proprio come papà."
Eppure Marinette, nonostante vedesse il padre sempre impegnato, non le sembrava affatto che fosse triste di essere re. Anzi, sorrideva sempre...
"Pensò la... vecchia regina, ma non disse nulla." mormorava Marinette, leggendo la favola del giorno, 'La Principessa Sul Pisello'. "Andò nella ca...mera degli os... ospiti, tolse dal let..to le len... lenz..." si bloccò mordicchiandosi il labbro. Aveva appena iniziato la storia ed era già la terza parola che non riusciva a leggere.
"Lenzuola?" chiese retoricamente una voce divertita, facendo alzare di scatto gli occhi alla bambina dai capelli neri. C'era un ragazzino biondo, di qualche anno più grande di lei, che stava seduto sul muro di cinta, guardandola dall'alto con un sorriso in volto.
"E tu chi sei?" domandò Marinette, dimenticando momentaneamente la regola più importante che le era stata insegnata dai genitori, ovvero non parlare con gli sconosciuti.
"Non è importante." disse lui sventolando la mano con noncuranza. La bambina sussultò quando il biondo saltò giù dal muro, atterrando con grazia davanti a lei.
"Sì che è importante!" protestò lei, incrociando le braccia al petto. "Gli estranei non possono entrare qui." continuò Marinette, per poi guardarsi intorno, alla ricerca delle guardie.
"Lo so che non possono entrare gli estranei, ma è un'emergenza. Un tizio ha detto che non avevo il coraggio di entrare qui di nascosto. Quindi eccomi qua." spiegò passandosi una mano tra gli indomabili capelli biondi. Nonostante il suo tipico comportamento strafottente, Adrien sentiva di essersi messo in un grosso guaio. Se la principessa avesse chiamato le guardie, lui avrebbe fatto una brutta fine.
"Oh..." disse semplicemente Marinette, stringendo il libro al petto.
"Mari! Dove sei? Ti vuole la mamma!" la voce squillante di suo fratello la fece sussultare.
"Félix..." sussurrò, per poi girarsi e vedere il biondo salire su un albero, arrampicandosi talmente in fretta da farle schiudere le labbra. "Non tornare più o finirai nei guai!" lo avvisò con un leggero tono preoccupato. In tutta risposta lui si girò a guardarla e fece un sorrisetto furbo.
"Certo che tornerò. Ma tra qualche anno, quando sarò diventato una guardia reale." alzò il pollice e con un agile salto scavalcò il muro, sparendo così com'era comparso.
***
Dodici anni dopo...
Il re di Clarines squadrò il ragazzo dalla testa ai piedi. Non era vestito con la tipica divisa delle aspiranti guardie, anzi indossava una semplice casacca grigia scura a maniche lunghe, dei pantaloni neri e dei guanti da combattimento dello stesso colore. Intorno al collo portava una lunga sciarpa scura. Sul suo fianco non c'era una spada, ma un pugnale di medie dimensioni.
"Un sicario..." pensò, assottigliando gli occhi. Cosa poteva mai volere una persona del genere da avergli richiesto udienza?
"Grazie per aver accettato la mia visita, Altezza." disse il biondo facendo un lungo inchino.
"Cosa ti porta qui a palazzo?" chiese il re, dando voce ai suoi pensieri. Il ragazzo si mise nuovamente dritto, facendo un sorrisetto.
"Ho saputo che cercate una guardia per la principessa, Vostra Maestà. Io sono qui per ricoprire quell'incarico." spiegò indicandosi il petto. Il re corrugò le sopracciglia, sinceramente sorpreso.
"E cosa ti fa credere di poter essere adatto a proteggere mia figlia? Questo è un compito per una guardia reale, di certo non per un..." il re esitò. L'espressione sicura non cambiò minimamente sul viso del giovane.
"Un sicario, intendete? Altezza, io non credo di essere adatto a proteggere vostra figlia. Io ne sono certo." disse spavaldo. "Datemi la possibilità di combattere con la migliore delle vostre guardie e la sconfiggerò con facilità." aggiunse incrociando le braccia al petto. Il re si concesse qualche secondo per riflettere. Ogni movimento e ogni parola di quel ragazzo sembrava accuratamente studiata. Poteva essere un abile combattente, come poteva essere un ciarlatano. Alla fine il sovrano decise di mandare a chiamare il soldato più esperto della sua armata, che sopraggiunse rapidamente.
"Testerò la veridicità delle tue parole guardandoti combattere con il mio migliore uomo. Ti darò una spada, dato che tu ne sei sprovvisto." decise infine il sovrano, soppesando la reazione del biondo, il quale sorrise, aggiustandosi i guanti alle mani.
"Siete un sovrano saggio e generoso, proprio come si dice, Altezza. Vi ringrazio per l'offerta, ma non mi serve una spada. Posso battere il vostro uomo a mani nude." disse tranquillo, guardando l'espressione sorpresa del re e quella sconcertata del soldato.
"Bene, allora." rispose l'uomo, schiarendosi la voce. "Iniziate pure." disse, guardando curioso la guardia sguainare la spada e scattare verso il ragazzo, il quale schivò l'attacco con una tale velocità da lasciare spiazzato l'avversario. Sorrise furbo, spostandosi alle spalle del soldato e con un gesto rapido lo fece cadere a terra, immobilizzandogli le braccia con una mano e le gambe con un piede, facendo pressione sulle caviglie. Infine con la mano libera portò alla gola dell'uomo un piccolo coltello tirato fuori dalla manica. Il suo sorriso si ingrandì, sentendolo trattenere il fiato e guardò il re, visibilmente sorpreso.
"Come potete vedere, Altezza, non esiste soldato, qui a palazzo che mi eguagli in forza, o rapidità." disse, alzandosi e porgendo la mano all'uomo a terra per aiutarlo a tirarsi su. "La principessa sarà al sicuro con me." concluse, guardando il sovrano, il quale prese un respiro profondo.
"Qual è il tuo nome?" chiese infine il re facendo sorridere il ragazzo biondo, il quale rinfoderò il coltello.
"Ho molti nomi, Maestà... Ma potete chiamarmi Adrien."
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Little Miss || Miraculous Ladybug - Adrienette
FanfictionSTORIA COMPLETATA "Lui è Adrien e vostro padre è certo che non esista persona più adatta a cui affidare la vostra sicurezza, principessa." --- "Quando eri piccola avevi i capelli più lunghi..." "Perché tanto interesse per i miei capelli?" "Mi piacc...