14. Welcome back to Clarines

4.2K 444 190
                                    

"Chloè è una cosa stupida..." mormorò Félix, alzando lo sguardo dal suo libro. "Non ne vedo il motivo."

"È uno scherzo stupido. Perché dovremmo fingere che io e Mari siamo a Belgien per sposarci?" sbuffò Dylan, accarezzando distrattamente la guancia di Marinette con il dorso dell'indice.

"È solo per vedere come reagisce Adrien. Che male c'è?" chiese la bionda, sorridendo spensierata, come al solito. Il castano alzò lo sguardo da Marinette, profondamente addormentata contro la sua spalla, e lo posò su Chloè.

"Ripeto. È uno scherzo stupido." sibilò scuotendo la testa. "Parlare con te è inutile, fai il tuo scherzo idiota ad Adrien e basta." sbottò infine.

°

Adrien rimase paralizzato. Fu come una doccia ghiacciata. Una parte di lui sapeva che Marinette si sarebbe dovuta sposare prima o poi. Ma non così presto. Non con Dylan.

"Oh... capisco." disse semplicemente il biondo, guardando i due. Non sapeva che dire. Era completamente spiazzato. "Allora la raggiungerò a Belgien il prima possibile per continuare a proteggerla, come stabilito.

"No, a dire il vero il re di Belgien ha già assunto una nuova guardia per Marinette. Non preoccuparti, lei non corre alcun pericolo, lì." spiegò la bionda, giocando con una ciocca di capelli perfettamente arricciati. Adrien strinse i pugni, arrabbiato. Era lui la guardia della Piccola Miss. Sarebbe andato a Belgien e avrebbe dimostrato a quel bastardo di Dylan che non c'era nessuno che poteva difendere la ragazza meglio di lui, così come lo aveva dimostrato al re Lucas mesi prima. E una volta fatto...

"Ehi, ma che faccia... non sei felice per loro?" chiese Chloè interrompendo il flusso di pensieri del ragazzo.

"Certo. Lo sono." rispose scrollando le spalle. "Sono solo sorpreso. Tutto qui." aggiunse.

"Okay, questa pagliacciata è durata anche troppo." sbottò una voce maschile dall'interno della carrozza, che fece fare un balzo al cuore di Adrien. Dylan scese dalla carrozza, passandosi una mano tra i capelli. "Adrien, Chloè ti prendeva in giro. Io e Mari non ci sposiamo." spiegò il castano.

"Oh, Dylan ci era cascato in pieno... perché sei uscito dalla carrozza?" si lamentò la bionda. Lui non rispose, scuotendo la testa infastidito. Adrien fece un passo avanti, sentendo ancora un peso premergli sul petto.

"Scusate se mi intrometto ma dov'è la principessa?" chiese concitato, forse con tono un po' brusco. Sperò che i tre ragazzi intendessero la sua preoccupazione da un punto di vista puramente professionale. Doveva contenere le sue reazioni, o sarebbe finito in un mare di guai.

"È dentro la carrozza, sta dormendo. Anzi, adesso la porto in camera sua." disse avvicinandosi alla carrozza e prendendo la cugina in braccio.

"Lasciate stare, faccio io." si propose immediatamente Adrien, avvicinandosi a Dylan e protendendo le braccia per prendere la ragazza. Era così bella, addormentata, col viso poggiato contro il petto del cugino, l'espressione serena di una bambina spensierata... era incredibile quanto Marinette potesse essere bella e pura agli occhi della sua guardia. Lui per primo non riusciva a capire com'era possibile adorare ogni singolo aspetto di una persona in quel modo.

"Sono perfettamente in grado di portarla nella sua stanza senza bisogno di aiuto, grazie." ribatté Dylan, guardando il biondo con freddezza. Adrien, fece un passo avanti, guardando il castano con sguardo altrettanto gelido.

"Non lo metto in dubbio, ma si dà il caso che questo sia il mio lavoro." mormorò, facendo un finto sorrisetto cordiale. "Quindi, se non vi spiace..." concluse, prendendo Marinette dalle braccia di Dylan e allontanandosi. Era sempre un piacere, per lui, mettere a tacere quell'idiota.

Marinette mugolò nel sonno, abbozzando un sorriso e strinse in un pugno la maglia nera del ragazzo, facendolo sorridere istintivamente. Quando la guardia ebbe posato la sua protetta sul letto, lei abbracciò uno dei cuscini ornamentali, sorridendo nel sonno. Adrien chiuse la finestra e si avvicinò nuovamente al letto, accarezzando delicatamente il viso della ragazza, che strizzò leggermente gli occhi e li schiuse di poco.

"Dylan..?" chiese con voce assonnata, poggiando la mano su quella del ragazzo.

"Sono Adrien, Piccola Miss. Bentornata a Clarines." sussurrò il biondo, con tono dolce. Lei sorrise nel sentire la sua voce, chiudendo nuovamente gli occhi.

"Sono a casa, finalmente... mi è mancato stare qui... mi sei mancato tu..." mugolò Marinette, con voce da bambina, facendo sorridere felice il ragazzo. Anche lui le era mancato, quindi...

"Anche tu mi sei mancata. Ma adesso riposati, d'accordo? E dopo, se ti va, andiamo nella serra. Così ti faccio vedere come stanno le tue piante." propose, coprendo con cura la ragazza, la quale annuì e sospirò sorridendo, riprendendo a dormire. Adrien si alzò e sorrise a sua volta, guardandola. Uscì dalla stanza in silenzio, non prima, però, di aver lanciato una rapida occhiata al davanzale della finestra.

Marinette si svegliò dopo un paio d'ore, decisamente più riposata. Il viaggio l'aveva stancata e dopo aver dormito un po' si sentiva meglio. Si alzò dal letto e prese dal suo comodino la brocca e un bicchiere, riempiendolo d'acqua. Bevve lentamente e si guardò intorno, felice di essere di nuovo nella sua stanza. Un senso di familiarità le scaldò il petto, per poi essere rimpiazzato dalla curiosità. Sul davanzale della sua finestra c'era qualcosa di decisamente inusuale. Si avvicinò alla finestra chiusa, sicuramente da Adrien, e guardò la camelia rosa che era stata lasciata lì da qualcuno che, aveva anche lasciato un biglietto.

~


"Sapete, Marinette... le camelie hanno un significato, nel linguaggio dei fiori..." disse Alec, guardando il fiore tra le mani della ragazza.

"Già. Quando una persona regala a un'altra una camelia, significa che sente la sua mancanza."

"Pensavo che sarebbe carino spedirvi un mazzo di camelie, quando sarete partita, e farvele arrivare a palazzo. Così saprete che vi penso."

~

Marinette scosse la testa, prendendo il biglietto. A quanto pare Alec era serio quando parlava di mandarle dei fiori. Sospirò, sperando in cuor suo che il principe non iniziasse a mandarle regali su regali per conquistarla. Ma non appena ebbe letto le parole scritte sul piccolo pezzo di carta, con una disordinata scrittura maschile, le sue labbra si schiusero e il suo cuore ebbe un sussulto improvviso. Marinette guardò il fiore, sorridendo felice, per poi leggere nuovamente le cinque parole e la piccola sigla "A" lasciata come firma sul biglietto.

"Mi sei mancata, Piccola Miss.
-A"

Little Miss || Miraculous Ladybug - AdrienetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora