25. Nothing personal, Princess

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Il momento della partenza fu pietoso. Marinette faceva sforzi eroici per non mostrare le sue lacrime, così come Félix e sua madre. Dylan la osservava in silenzio, con delle brutte ombre scure sotto gli occhi, segno che aveva dormito poco e male. La ragazza abbracciò la madre e il padre, ricevendo da parte di entrambi parole di conforto. Subito dopo abbracciò Dylan, che la strinse con forza a sé.

"Meriti molto, molto di più, Mari..." le sussurrò il castano, accarezzandole la testa. "Mi dispiace per non essere riuscito a evitare tutto questo."

"Non dispiacerti... non è colpa tua..." rispose lei, baciando la guancia del cugino e avvicinandosi a Chloè, la quale forzò un sorriso incerto, nonostante gli occhi lucidi.

"Verrò a trovarti... così ci racconteremo un po' di pettegolezzi, okay?" disse, passandosi una mano sotto gli occhi, per asciugarsi le lacrime. Nonostante la tristezza, quella frase riuscì a far fare alla principessa una piccola risata.

"Okay." annuì, stringendo le mani della bionda, per poi guardare suo fratello. Félix, incurante di tutto, strinse la sorella a sé, lasciando sfuggire un piccolo singhiozzo. "Félix..." mormorò Marinette, con voce incrinata. Vedere suo fratello in quelle condizioni la faceva sentire anche peggio.

"Prova a essere felice... okay?" sussurrò il biondo, prendendo il viso della sorella tra le mani. Nonostante la voce tremante, però, sul suo viso non c'era ombra di una lacrima.

"Ci proverò." promise Marinette, cercando invano di sorridere.

"Adrien dov'è? Pensavo sarebbe venuto a salutarti..." sussurrò a bassa voce, confuso. La mora sentì una morsa al petto e scosse la testa.

"Lascia stare. Non verrà." rispose la ragazza, sentendo i cavalli scalpitare nel cortile. "Devo andare..." disse e guardò il fratello.

"Ciao Mari." la salutò lui, baciandole il palmo della mano. Marinette sorrise, senza avere la forza di rispondere e si girò uscendo da palazzo e salendo sulla carrozza. Solo allora, Marinette si concesse di lasciar andare delle silenziose lacrime di disperazione.

°

Adrien aveva nuovamente indossato i suoi abiti da sicario e, se non fosse stato troppo depresso per la partenza della sua ormai ex-protetta, ne sarebbe stato addirittura compiaciuto. In cuor suo, non aveva mai davvero sopportato gli abiti che era stato costretto a indossare per la durata del suo impiego. Erano troppo semplici e avevano decisamente troppi pochi posti dove nascondere le armi.

Dopo essersi aggiustato la sciarpa al collo, Adrien chiuse lo zaino contenente tutte le sue cose. Beh, non aveva molti averi. Soprattutto armi e qualche abito di ricambio. Tecnicamente, avrebbe dovuto lasciare il palazzo il giorno seguente, dopo essersi ufficialmente congedato dalla famiglia reale. Però lui non ci teneva affatto a incontrare Félix e Dylan, la mattina successiva, che lo guardavano con commiserazione. Né tanto meno voleva incontrare Chloè, che gli avrebbe detto quanto fosse divino l'abito da sposa della Piccola Miss, o chiunque altro avesse a che fare con la ragazza. Sarebbe partito quella note, senza dire nulla a nessuno. Sarebbe sparito dalla vita di quelle persone così come vi era entrato. Ma fino a quel momento, avrebbe dovuto far finta di niente e restare buono. Come se niente fosse. Sbuffò frustrato e uscì fuori dalla finestra della sua piccola stanza, sedendosi sul ramo di un albero. Guardò il vuoto, perso nei suoi pensieri per ore, prima di rendersi conto di un dettaglio che gli fece ghiacciare il sangue nelle vene.

Fumo. Qualcosa andava a fuoco, nella foresta a sud di Clarines. Normalmente non gli sarebbe importato niente. Di certo non era un suo problema, un incendio boschivo. Ma quella volta era diverso. L'incendio si trovava nel bosco che andava attraversato per raggiungere Tanbarun. Il bosco che stava attraversando la sua Piccola Miss.

°

Marinette guardava distrattamente la fila di alberi susseguirsi fuori dal finestrino della carrozza, al lato della strada, le lacrime ormai secche sulle sue guance, avevano smesso di scendere ormai da una decina di minuti, lasciando spazio alla rassegnazione. A un certo punto la carrozza si fermò di colpo, facendo corrugare le sopracciglia della ragazza.

"Ma che...?" sussurrò fra sé, per poi sporgere il viso dal finestrino e guardare il cocchiere. "Che succede? Perché ci siamo fermati? C'è un guasto?" chiese, in cuor suo felice di poter ritardare il suo arrivo a Tanbarun di qualche ora. L'uomo si girò per guardarla, sorridendo leggermente.

"A dire il vero no, Altezza." rispose, scendendo dal suo posto. "Però c'è una cosa che va assolutamente fatta." continuò, aprendo lo sportellino della carrozza, così che la ragazza potesse vederlo direttamente in faccia. Era un uomo giovane, con la pelle scura e i capelli e gli occhi castano scuri. Sorrideva in maniera che avrebbe dovuto essere rassicurante, ma a Marinette il suo grande sorriso metteva i brividi. "Vedi, Principessa... tu oggi scapperai... o almeno, tutti crederanno che tu sia scappata." spiegò, tirando fuori un coltello. La ragazza si irrigidì, indietreggiando il più possibile verso il lato opposto della carrozza.

"Perché dovresti fare una cosa simile?" mormorò, cercando di non mostrare paura. Doveva trovare un modo per scappare.

"Oh certo, che maleducato... lascia che ti spieghi. Vedi, il mio capo è un uomo molto importante, a Tanbarun. Così importante che il re gli aveva promesso di concedergli un feudo a Clarines, una volta conquistata." disse, girandosi l'arma tra le dita. Marinette si morse con forza il labbro. L'unica via di uscita della carrozza era bloccata dal corpo dell'uomo.

"E io cosa c'entro con questa storia?" chiese, cercando di distrarre l'uomo per tutto il tempo necessario per trovare una via di fuga.

"C'entri eccome... perché quando il principe Alexander ha deciso di sposarti, ogni prospettiva di guerra è svanita. Quindi puoi ben immaginare che il mio capo sia furioso." ribatté lui, scrollando le spalle. Fosse stato per Marinette, lei sarebbe fuggita per davvero da quel matrimonio. Avrebbe trovato un posto dove nascondersi con Adrien. Ma se l'avesse fatto, Clarines sarebbe stata attaccata senza pietà. E non poteva permetterlo.

Prima che potesse rendersene conto, la ragazza si trovò il coltello puntato al collo. La lama fredda le sfiorava la pelle, facendole venire i brividi. Quasi per miracolo, Marinette si ricordò di un pomeriggio, parecchi mesi prima, quando Adrien le aveva insegnato quelli che lui chiamava "piccoli trucchi da sicario". Poteva farcela. Doveva solo uscire dalla carrozza e correre.

"Niente di personale, Principessa." ghignò l'uomo, tendendo il muscolo del braccio e caricando il colpo, diretto alla gola di Marinette.

Little Miss || Miraculous Ladybug - AdrienetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora