"A dire il vero, non lo sono." ammise Marinette. "Ma oggi mi sono svegliata presto, quindi ho deciso di fare un giro."
"Allora il destino ha voluto farci incontrare, stamattina. Perché anche io mi sono svegliato insolitamente presto stamattina..." mormorò il principe facendo qualche passo avanti. "Quindi, perché andare contro al destino e far finta di niente?"
"Voi cosa proponete di fare, allora, per non contrastare il destino?" chiese la mora, sorridendo leggermente.
"Potremmo fare una passeggiata insieme. Parlare. Conoscerci meglio." propose. "Io di voi so solamente che siete bella quanto misteriosa..."
"A sentirvi parlare sembra quasi che io non sia altro che una bella ragazza..." fece notare Marinette con un sorriso sulle labbra, nonostante la freddezza celata nelle sue parole.
"Che altro può desiderare una principessa se non essere bella e desiderata in tutti i regni?" chiese con tono frivolo il ragazzo, facendo alzare impercettibilmente gli occhi al cielo alla ragazza dagli occhi azzurri. Il silenzio calò tra i due per qualche minuto, ma a quanto pare quel giorno il principe era in vena di chiacchiere. "Avete ricevuto il mio regalo, ieri?" chiese, congiungendo le mani dietro la schiena. Il sorriso della mora si ravvivò, come rianimata dal ricordo di quel gesto.
"Sì, l'ho ricevuto. Anzi, ne approfitto per ringraziarvi personalmente, principe Alexander. È stato un gesto magnifico da parte vostra, l'ho molto apprezzato." disse Marinette portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Vi prego, Marinette. Vi ho già detto di chiamarmi Alec. Io non sono uno di quei principi con la puzza sotto al naso." ridacchiò il moro. "Comunque, dato che avete apprezzato il mio regalo, spero non vi dispiaccia se ve ne faccio un altro..." continuò, assumendo un tono enigmatico.
"Di che si tratta, Alec?" chiese Marinette, incuriosita, incatenando il proprio sguardo a quello del ragazzo. Lui sorrise leggermente e si chinò, raccogliendo un fiore rosa acceso da un cespuglio accanto al quale si erano fermati e lo porse alla mora. "Una camelia..." sussurrò, sorridendo dolcemente.
"Ho saputo che le camelie sono i vostri fiori preferiti..." mormorò Alec, sorridendo. Marinette sospirò sorridendo.
"Ve l'ha detto Chloè, non è vero?" chiese, nascondendo accuratamente il suo risentimento. Quella pettegola non riusciva mai a farsi i fatti propri...
"Temo proprio di sì." ridacchiò, per poi tornare serio. "Vi dà fastidio?"
"No, certo che no..." rispose lei, scuotendo la testa, guardando assorta il fiore. I due ripresero a camminare, in silenzio, guardandosi a vicenda con la coda dell'occhio. Marinette non poteva mentire a sé stessa, Alec era un ragazzo mozzafiato, col suo viso dai tratti decisi, le labbra sottili, il naso leggermente all'insù e gli occhi azzurro ghiaccio, circondati da lunghe ciglia scure. E nonostante i suoi sporadici commenti frivoli, era una brava persona.
"Sapete, Marinette... le camelie hanno un significato, nel linguaggio dei fiori..." disse Alec, guardando il fiore tra le mani della ragazza. Lei sorrise, annuendo alle parole del principe.
"Già. Quando una persona regala a un'altra una camelia, significa che sente la sua mancanza. È una cosa bellissima poter comunicare i propri sentimenti con i fiori, non trovate? A mio parere non esiste un modo più sincero per confessare i propri pensieri che attraverso un fiore..." sussurrò Marinette, assorta nei suoi pensieri, per poi notare il principe che la guardava sorridendo dolcemente. "A che pensate, Alec?" chiese guardandolo incuriosita.
"Pensavo che sarebbe carino spedirvi un mazzo di camelie, quando sarete partita, e farvele arrivare a palazzo. Così saprete che vi penso." rispose il moro, piazzandosi di fronte alla ragazza, che scosse la testa, divertita.
"È il mio secondo giorno qui e già pensate a quando andrò via?" mormorò, superando il ragazzo e riprendendo a camminare. Lui la seguì, sorridendo intrigato. Quella ragazza era così sfuggente, non si riusciva mai a cogliere niente dietro i suoi sorrisi gentili. Per un certo verso, lei lo divertiva.
"Semplicemente perché già so che sentirò la vostra mancanza più dell'aria.
°
Adrien e Shadow si fissavano, senza muoversi di un millimetro. Quei dieci giorni senza Marinette erano stati infernali. Una noia mortale. Per tutta la durata della permanenza a Tanbarun della ragazza, il biondo era rimasto con Shadow, oppure in giro per la foresta senza meta, comparendo a corte solo per i pasti. A volte si aggirava per il palazzo con le mani in tasca, lanciando occhiate alle guardie che parlavano e scherzavano tra di loro, approfittando dell'assenza dei regnanti. Riceveva a sua volta occhiate, ma non gli importava. Niente gli importava. Gli sembrava di impazzire, senza la sua Piccola Miss.
"Dio, Adrien... sei un idiota..." mormorò a sé stesso, distogliendo lo sguardo dal lupo e stendendosi a terra a pancia in su. Come poteva permettersi di dipendere tanto da una ragazzina che, in più, non avrebbe mai potuto avere? Shadow si avvicinò, iniziando a leccargli la faccia. "Mh, per fortuna che ci sei tu a consolarmi..." ridacchiò sarcastico, prendendo il cucciolo, che ormai diventava sempre più grande, in braccio. "A me piace la Piccola Miss. Okay, l'ho ammesso." disse, guardando Shadow nei suoi occhietti neri e lucidi. "Però è un segreto, okay? Non dirglielo." si raccomandò, per poi scoppiare a ridere. Stava parlando con un lupo... quella ragazza l'aveva davvero rovinato. Shadow emise un ringhio giocoso e iniziò a mordicchiare la mano del ragazzo, come era solito fare. "Lo prenderò come un sì." ridacchiò e gli accarezzò la testa con la mano libera. Sentii un nitrito in lontananza e alzò impercettibilmente la testa. Non era uscito nessuno da palazzo, quel giorno. Quindi qualcuno stava per forza tornando. Posò delicatamente Shadow a terra e si alzò, affacciandosi alla finestra e saltando su un albero vicino. Erano due carrozze. Riconosceva quella del re e della regina. E subito dopo quella dei ragazzi. Adrien sorrise istintivamente. Era tornata. Aveva aspettato quel momento per giorni, e ora era arrivato. Chissà se anche lei aveva sentito la sua mancanza. Era improbabile, lo sapeva. Ma gli piaceva pensare che lei qualche volta avesse desiderato che il tempo passasse più in fretta, per tornare a casa e rivedere lui.
Scese dall'albero con un salto agile e si avvicinò al punto dove si sarebbero fermate le carrozze. Alcune governanti, anche loro accorse per il ritorno della famiglia reale lo guardarono, confuse dal suo sorriso allegro, ma lui non ci fece caso. In quel momento era interessato solo e soltanto nella carrozza che si era appena fermata davanti a lui.
Chloè scese dal mezzo, sistemandosi la gonna del vestito, seguita da un Félix visibilmente distaccato e annoiato. La bionda guardò Adrien, sorridendo allegra.
"Oh Adrien ciao. Sospettavo che saresti stato qui, sai?" disse. Félix la guardò, per poi sospirare. Adrien non poté non pensare che erano strani. Parecchio strani.
"Salve, signorina Chloè. Dove... dove sono la principessa Marinette e il principe Dylan?" chiese, fingendo noncuranza, nonostante il brutto presentimento che si stava facendo largo nel suo petto.
"Loro sono..." iniziò il principe, ma venne interrotto dalla sua ragazza.
"Sono a Belgien. Durante la permanenza a Tanbarun è scattato qualcosa tra di loro e hanno deciso di sposarsi."
ANGOLO AUTRICE
So che faccio schifo a finire così il capitolo, ma I just wanna let you know che ho avuto un'idea, ovvero fare un piccolo Q&A sotto Natale. Vi spiego, ci sarà un capitolo apposito dove potrete fare domande ad alcuni personaggi e loro risponderanno, ovviamente senza fare spoiler. È solo un'idea, niente di certo. Voi che ne pensate? Siete curiosi di fare alcune domande ai nostri personaggi? Sappiate che se chiedete ad Adrien di uscire Chat jr (🌚) lui lo farà.
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Little Miss || Miraculous Ladybug - Adrienette
FanfictionSTORIA COMPLETATA "Lui è Adrien e vostro padre è certo che non esista persona più adatta a cui affidare la vostra sicurezza, principessa." --- "Quando eri piccola avevi i capelli più lunghi..." "Perché tanto interesse per i miei capelli?" "Mi piacc...