15. Oh my God, I almost kissed Adrien!

5.1K 409 190
                                    

Marinette posò nuovamente il fiore sul davanzale e si cambiò in fretta gli abiti, decisa a cercare e ringraziare Adrien per il suo gesto. Era stato bello quanto inaspettato, tanto da farle smuovere qualcosa nel petto. Certo, anche Alec gli aveva regalato un fiore, ma non aveva provato quella sensazione di stupore, mista a felicità che provava guardando la camelia di Adrien, o il suo semplice bigliettino. Pensava che solo nei libri una frase talmente corta e scontata come "Mi sei mancata" potesse assumere un significato così profondo e importante.

"È una situazione diversa... Alec è uno sconosciuto... mentre Adrien è un mio amico. Un mio grande amico..." disse tra sé la ragazza, raccogliendosi i capelli con una spilla dorata. Stavano iniziando a crescere, avrebbe dovuto tagliarli il prima possibile. Anche se iniziavano a piacerle, lunghi...

Non appena ebbe finito di prepararsi, scese in fretta le infinite scalinate del palazzo, schivando abilmente cameriere, guardie e cortigiani vari, rispondendo rapidamente alle domande che le ponevano. A volte avrebbe voluto poter essere invisibile, così da attraversare i corridoi senza essere fermata perennemente da ogni singola persona che incontrava. Finalmente raggiunse il cortile e si guardò rapidamente intorno, controllando gli alberi dove Adrien era solito salire. Aveva notato che il ragazzo tendeva a preferire posti strategici, dai quali poteva avere ottima visuale di tutto ciò che avveniva nel cortine, nella serra o nel palazzo. Marinette non pensava fosse un atteggiamento dovuto al desiderio di farsi gli affari altrui, quanto al fatto di volersi perennemente guardare le spalle. Lui le aveva spiegato che quella era stata la prima cosa che gli era stata insegnata durante l'addestramento. Il biondo parlava sempre di "addestramento". Chissà se esisteva una specie di scuola per sicari, oppure una specie di setta che si tramandava gli insegnamenti di padre in figlio... o magari un'associazione segreta che rapiva bambini per insegnare loro a uccidere e renderli dei sicari, così da lucrare sul loro lavoro... la ragazza si riscosse dai suoi pensieri, riprendendo a camminare. Le piaceva fantasticare sulla precedente vita di Adrien, perché era un tale mistero sul quale si sarebbero potute scrivere migliaia di storie.

Quando la ragazza ebbe appurato che Adrien non era in cortile, decise di andarlo a cercare nella serra. Dopotutto, prima che lei si addormentasse, lui le aveva detto che, una volta sveglia, avrebbero potuto visitarla insieme, quindi forse la stava aspettando.

"Adrien?" lo chiamò, chiudendo la porta della serra. "Sei qui?" chiese, guardandosi intorno. Nessuna risposta. Si addentrò maggiormente nei viottoli dell'enorme serra, guardando le piante, sorridendo. Erano proprio come le aveva lasciate. Un tonfo alle sue spalle la fece voltare di scatto, spaventata, per poi sorridere nel vedere la sua guardia.

"Non è morto nemmeno un minuscolo fiore, come puoi vedere." disse lui con tono fiero. "Scusa, non volevo spaventarti." aggiunse avvicinandosi a lei.

"Ti sposti un po' troppo silenziosamente, te l'ha mai detto nessuno?" chiese la mora, portandosi le mani sui fianchi. "A volte sembri una specie di felino."

"Me lo diceva spesso anche il mio maestro." ridacchiò scompigliandosi i capelli biondi. "Di certo non ho scelto il mio nome d'arte a caso..."

"Nome d'arte?" lo guardò incredula. "I sicari hanno dei nomi d'arte?"

"Beh, di certo non andiamo in giro a dire il nostro vero nome..." rispose il ragazzo ridacchiando.

"A noi però l'hai detto il tuo nome..." gli fece notare Marinette.

"Diciamo che Adrien è uno dei miei tanti nomi..." rispose lui, con il tipico tono evasivo che faceva quando non voleva parlare di qualcosa. La ragazza scosse la testa, come a voler allontanare quel discorso dalla conversazione e sorrise.

"Ti va di dirmi qual è il tuo nome d'arte?" chiese, guardando la sua guardia con occhi curiosi. Lui la guardò per qualche secondo e sorrise.

"Chatnoir." soffiò infine, assottigliando gli occhi verdi in una finta espressione minacciosa.

"Gatto nero, eh?" disse Marinette, ridacchiando, per poi punzecchiargli un fianco con gli indici. "Quindi fai anche le fusa?" chiese ironica, guardandolo contorcersi e ridere per il solletico. "Avanti, gattino, fai le fusa!" rise, guardando il ragazzo grande e grosso implorarle di smettere. "Andiamo, non vuoi farmi le fu..." continuò per poi fare un urletto quando il biondo le bloccò i polsi con delicatezza e glieli sollevò sopra la testa.

"Mi spiace, Piccola Miss, ma di solito non faccio le fusa." sussurrò, leggermente ansante per il solletico. "E soprattutto non sopporto il solletico..." aggiunse, rendendosi conto solo in quel momento di quanto effettivamente fosse vicino il suo corpo a quello della sua protetta. Anche lei ansimava, il suo respiro si infrangeva contro il viso del biondo, facendolo andare letteralmente fuori di testa.

"Lo... lo terrò a mente..." mormorò la mora, guardando il ragazzo negli occhi, anche lei consapevole della loro vicinanza.

"Bene..." rispose Adrien è socchiuse gli occhi, avvicinandosi maggiormente. Marinette chiese gli occhi a sua volta, fremendo per il desiderio di poter toccare le labbra della sua guardia con le proprie.

In quel momento la porta della serra si aprì di scatto, costringendo Adrien a trascinare Marinette dietro un albero, così da nascondersi da occhi indiscreti. Sarebbe stato sconveniente farsi trovare nella serra, da soli e, per di più, un atteggiamenti intimi.

"Shh..." soffiò piano, spiando la persona che era appena entrata nella serra. Era un farmacista di corte, alto e magro con i capelli rossicci. Lesse rapidamente un bigliettino, datogli dal capo farmacista, e si avvicinò a un'aiuola, iniziando a osservare dei fiori e a coglierne alcuni, mettendoli in un cestino di vimini. La mora azzardò un passo indietro, cercando di mettere un po' di distanza tra il suo corpo e quello del biondo, ma nel farlo calpestò un ramoscello secco, che si spezzò facendo un rumore secco. Il ragazzo dai capelli rossi alzò lo sguardo, confuso. Marinette si irrigidì e Adrien si morse il labbro inferiore, portandosi l'indice davanti alle labbra, imponendo assoluto alla ragazza.

"C'è qualcuno?" chiese il farmacista, guardando il punto dal quale proveniva il rumore. I due ragazzi rimasero in silenzio, quasi trattenendo il respiro. Dopo qualche secondo, il rosso alzò le spalle e se ne andò, reggendo tra le mani il cestino pieno di fiori. Non appena i due furono certi di essere soli, Marinette si allontanò rapidamente dal biondo.

"Io... credo di dover tornare nella mia stanza..." mormorò a disagio, torturandosi le dita.

"Piccola Miss, io..." iniziò Adrien, facendo un passo avanti. La mora alzò una mano, bloccandolo.

"Devo tornare nella mia stanza." ripeté, girandosi e allontanandosi in fretta da lui, nervosa. Il biondo si portò una mano tra i capelli e li tirò piano, frustrato.

"Sei un idiota." sibilò tra sé, dando un pugno al tronco di un albero.

°

Marinette si chiuse nella sua stanza e appoggiò contro la schiena contro la porta, per poi lasciarsi scivolare contro di essa.

"Oh mio Dio..." sussurrò tra sé, chiudendo gli occhi. "Ho quasi baciato Adrien..."


ANGOLO AUTRICE

Ehi, scusate se ho un po' sballato gli aggiornamenti, ma con le vacanze ho perso un po' di vista il calendario. Da oggi cercherò di essere precisa, promesso💖

Little Miss || Miraculous Ladybug - AdrienetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora