Passarono quattro anni. Furono quattro anni lunghi e difficili. Subito dopo la fuga della principessa di Clarines con la sua guardia, Tanbarun dichiarò guerra a quel pacifico paese di commercianti e di artisti. Nelle prime battaglie Clarines sembrò quasi soccombere sotto i ripetuti attacchi dell'alto paese, così avvezzo alla guerra, e fu quasi sul punto di arrendersi. Proprio quando il re stava per firmare la resa, arrivò una lettera a palazzo. Belgien stava mandando delle truppe in loro aiuto.
Il caso volle che il re di Belgien, restio ad entrare in guerra per aiutare Clarines, morì, lasciando il comando del paese nelle mani del figlio Dylan, il quale ordinò subito all'esercito di armarsi per entrare in guerra al fianco del regno in svantaggio. Mai si sarebbe perdonato se ai regnanti di Clarines fosse successo qualcosa. Erano pur sempre la sua famiglia.
Dopo tre lunghi anni di guerre e battaglie, inizialmente a favore di Tanbarun, l'alleanza tra Belgien e Clarines portò buoni risultati, facendo uscire vincitori i due paesi. Tanbarun fu completamente demilitarizzata e costretta a trattati punitivi molto severi. L'anno successivo fu dedicato unicamente alla ricostruzione di quella che poteva essere definita una vita normale. I feriti furono curati, gli edifici ricostruiti e la pace ristabilita.
Ed è in questo clima di pace che, però, i sicari continuavano imperterriti a girovagare tra i regni, alla ricerca di incarichi proficui.
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Il sicario, accovacciato sul ramo come un animale selvatico, assottigliò gli occhi, tirando fuori una freccia dalla faretra e posizionandola sull'arco. I suoi bersagli erano a una decina di metri di distanza, intenti a forzare il catenaccio di una casupola, utilizzata dal re di quel regno come rifugio per le armi. Nell'ultimo periodo dei gruppi banditi avevano provato più volte ad appropriarsi di quel bottino, ma senza successo, poiché inconsapevoli che quella casetta in legno e mattoni in mezzo al bosco era ben custodita.
Dopo aver rilasciato un respiro per rilassarsi, il sicario lasciò andare la freccia, colpendo con precisione letale un bandito in mezzo alla schiena, in direzione del cuore.
"Preso." sussurrò la ragazza dagli occhi azzurri, sorridendo soddisfatta. Il gruppo di uomini si guardò intorno, terrorizzato, cercando di capire da dove fosse arrivata la freccia.
"Un colpo eccellente, Piccola Miss." mormorò orgoglioso Adrien, tirando fuori i coltelli dal cinturone. Marinette si tolse il cappuccio scuro dal viso, mostrando i lunghi capelli neri raccolti in una coda.
"Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così, Gattino." sbuffò la ragazza, mettendosi l'arco in spalla e prendendo anche lei la sua coppia di pugnali. Il biondo rise, saltando giù dal ramo e spiccando una corsa contro la banda, già pronta al contrattacco.
"Okay, okay. Scusa Ladybug." rise e colpì un uomo, schivando abilmente un colpo alle spalle.
"Molto meglio." annuì la mora, lanciando i due coltelli contro un avversario. "Ti ricordo che chi ne uccide di meno paga la cena." urlò al partner, riprendendo le sue armi dal petto esanime dell'uomo e conficcandone una nella gola di un altro che stava per colpirla.
"E io ti ricordo che i miei soldi sono i tuoi e viceversa." ribatté Adrien, colpendo con un pugno un uomo, di qualche anno più giovane degli altri. "Attenta alle spalle!" la avvisò, lanciando il coltello contro il bandito a pochi passi dalla ragazza.
"Grazie." ringraziò lei, girandosi e mettendosi spalle contro spalle con il biondo e guardandosi intorno, notando un uomo correre verso di loro con un arco teso in mano. Marinette sorrise e con agilità prese il suo arco, incoccando la freccia e lasciandola andare. L'avversario urlò di dolore, quando la freccia si piantò nella sua gamba e cadde a terra.
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Little Miss || Miraculous Ladybug - Adrienette
FanfictionSTORIA COMPLETATA "Lui è Adrien e vostro padre è certo che non esista persona più adatta a cui affidare la vostra sicurezza, principessa." --- "Quando eri piccola avevi i capelli più lunghi..." "Perché tanto interesse per i miei capelli?" "Mi piacc...