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'Loro stavano giocando solo al gioco del medico' invento la prima scusa che mi passa per la testa.
Prima babysitter e adesso pure clown.
'E come si gioca?'
'È molto difficile spiegarlo e anche molto lungo'
'Ma io ho tempo'
'Io invece no, ora per favore fai un disegno.
Ci penso io al tuo oppa'
'Grazie. Ti adoro, poi dimmi come sta'
'Tranquilla, non sta di sicuro male' dico con un tono divertito.
Esco dalla sua camera e chiudo poi vado in quella affianco.
Scommetto che avrà avuto una faccia dubbiosa e vorrà sapere cosa intendevo dire.
Be ci penserò io al 'suo caro oppa'
Non ho troppe buone intenzioni.
Sento dei lamenti e dei passi venire verso qui.
Chi mi apre è lui in uno stato distrutto e per mia fortuna, coperto.
Non si prospetta una buona cosa.
Comunque questo sarebbe il grande Yoongi?
il bello ma dannato?
'Ehi senti la prossima volta fai meno rumore o meglio non fare niente ... visto che hai una sorella e un fratello'
Con uno sguardo di sufficienza mi squadra da capelli ai piedi, alzo le sopracciglia e incrocio le braccia.
Quasi quasi mi faccio liceziare.
'Vuoi che faccia una posa per una foto? Vengo meglio e mi puoi guardare quando vuoi'
Fa un risatina divertita ma allo stesso tempo annoiato, scuote la testa e mi sbatte la porta in faccia.
'Ma stiamo scherzando?' busso contro la porta ma non mi apre nessuno.
Non mi ha dato ascolto e io ripeto...
LA MIA PAZIENZA È MOLTO BASSA.
Ha appena testato la mia limitata pazienza quasi nulla.
Corro per le scale e prendo la giacca e vado via da quella casa.
Ci penserà il mio caro Yoongi a badare ai suoi
Con tutti i soldi che ha non avrà mai dovuto farlo.
Hanno sempre pensato gli altri a lui.
Non so cosa dirà la Park sul mio comportamento ma sono troppo certa che non mi licenzierà, ora sono concentrata su cose più importanti.
Penso di essere arrivata.
Entro dal cancello passando il giardino trasandato e busso alla porta e aspetto che mio cugino apra.
Spero che sia questa la casa e che io mi ricordi bene.
'Dai, Joe apri...' sussurro alla porta.
'Parola d'ordine!' urla mia cugino attaccato al portone.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
'Ancora con questa con storia'
'Juliette? Sei tu? '
'No, sono un ladro'.
Dai, aprimi'
Mio cugino mi apre la porta e si scansa dalla porta per farmi entrare Svogliatamente entro dentro.
'Non pensavo fossi veramente tu. Non eri ad Amsterdam?'
'Sono ritornata qua '
'Sembra surreale vederti qui. Non sembri tu. Hai dei capelli arancioni e un piercing a quanto vedo'
'Sì, okay. Sono venuta qui per sapere se sai qualcosa di lei '
'No, non so niente'
'Ah' sussurro abbastanza delusa.
'Così mio padre non ti ha chiamato per niente?'
'Nemmeno per sapere di me?'
'esattamente'
Abbasso la sguardo per cercare conforto dal pavimento, non ci riesco.
Un lacrima fugge dal mio occhio ma la asciugo subito.
Sento abbracciarmi da dietro.
Cos'è questa sensazione strana?
Cerco di liberarmi ma lui mi tiene stretta a sé.
'Piangi quanto vuoi'
'Non ne farai parola con nessuno di ciò che hai visto, vero ?' gli punto il dito contro girandomi che va a finire sul suo petto .
Il mio metro e settantuno non comparabile al suo essere gigante.
'Non posso prometterlo. Vedere Jung Juliette in questo stato è raro'
Gli pesto il piede.
'Prova a dire qualcosa e sei fottuto'
'Ah... va bene ci rinuncio... certo che ne hai di forza'
'Lo so, sette anni di taekwondo e due di boxe.'
Scuote la testa ridendo e quasi contagiando anche a me.

𝖇𝖆𝖇𝖞𝖘𝖎𝖙𝖙𝖊𝖗 → 𝖒𝖎𝖓 𝖞𝖔𝖔𝖓𝖌𝖎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora