thirty-four;

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yoongi's p.o.v| racconto al passato

'yoongi perché sei così frustrato?'
mi chiese namjoon mentre sferrava qualche pugno al sacco.
un pensiero solo mi venne in mente.
quello di averla persa. 
aveva ragione.
sono un cazzo di bambino.
un bambino che ha bisogno di essere accudito. 
accudito da lei.
ero in una palestra abbandonata, con namjoon, a sfogare la mia rabbia.
namjoon si tolse i guantoni.
non avevo più voglia di stare lì dentro.
'vado a casa. ciao nam. a presto'
sfilai i guantoni che lasciai sul pavimento del ring.
lo liquidai in questo modo.
e saltai giù da esso.
presi la mia cartella al volo e corsi verso casa mia.
una pioggia sovrastante mi ostacolava il ritorno verso casa.
sentii un pianto ostentato al ritorno di una ragazza che camminava sul marciapiede opposto, sentii anche il rumore della sua valigia trascinata sul marciapiede.
non la osservai, mi limitai solo ad andare avanti per la mia strada.
arrivai a casa e aprii la porta con le chiavi.
già da fuori casa sentivo degli urli.
sintomo che mia sorella sta piangendo.
di solito quando piange in questo modo vuol dire che è successo qualcosa di grave.
chen stava cercando di calmare irene che stava piangendo a dirotto. 'piccolina cosa è successo?' 
chiusi la porta di casa.
camminai verso lei e la presi in braccio.
andai sul divano e la feci appoggiare sulle mie gambe.
salutai chen con una piccola scompigliata di capelli.
lei appoggiò la testa sulle mia spalla sinistra.
'allora irene cosa è successo?'
guardavo la porta di vetro.
volevo andare da juliette.
'juliette' disse solamente e tirò su con il naso.
il mio corpo balzò sull'attenti appena sentì il suo nome.
'cosa le è successo irene? sta bene?  si è fatta male?' 
irene si rimette di nuovo a piangere.
guardo chen in attesa di spiegazioni.
'juliette se ne è andata'
'cosa?! dov'è ora?!'
'lei ... sta ritornando ad amsterdam' 
che cazzo ho fatto?
'bambini non vi muovete. chen vai a mettere a letto tua sorella. non aprite a nessuno' 
come una saetta scattai verso la macchina parcheggiata fuori casa e ci saltai dentro.
la pioggia man mano smise fino a cessare.
andai verso l'aeroporto quando vidi una fila di macchine lunga un chilometro.
'cazzo non ci voglio credere'
aspettai una quindicina di minuti snervanti e la fila iniziava piano piano a svanire.
scesi dalla macchina e il vento si abbatté contro me.
nonostante riuscì ad entrare e chiedere a una signora di mezza età:
"mi scusi quando parte l'aereo per amsterdam? '
la signora mi indica l'ampio finestrone che dava sulla pista.
l'aereo era appena decollato.
mi venne un magone in gola.
fino ad arrivare ad adesso.
dove mi sento un relitto umano e mi faccio schifo da solo.
ho incontrato rina e sehun, i suoi due amici più stretti.
rina mi ha incolpato di tutto, mi ha pure dato uno schiaffo, ma non ha continuato sotto consiglio di sehun. ha ragione.
sono stato uno stupido.
anche se, lei sapeva che io sono affetto di cambi di sbalzi di umore molto frequenti. 
ma ora non si torna più indietro.
ora sono qui, seduto solo come un cane, nella hall dell'aeroporto, a a massaggiarmi la guancia rossa, con un fazzoletto imbevuto di acqua gelida.
è tutta colpa mia.

𝖇𝖆𝖇𝖞𝖘𝖎𝖙𝖙𝖊𝖗 → 𝖒𝖎𝖓 𝖞𝖔𝖔𝖓𝖌𝖎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora