Capitolo VIII - Cotto? Speriamo di no!

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Camminava per i corridoi di un Hogwarts ancora dolcemente cullata dalle braccia di Morfeo. Erano pochi gli studenti che, mattinieri, si aggiravano già tra i passaggi illuminati dal tiepido sole autunnale. Il passo svelto, la divisa sporca tra le braccia, Alexis raggiunse i sotterranei, provando la solita sensazione di disagio non appena mise piede in quei corridoi. Davanti alla porta della Sala Comune di Serpeverde, un ragazzo alto, dalla pelle bronzea e i capelli corvini, aveva appena pronunciato la parola d'ordine e si accingeva a varcarne la soglia. Alexis lo vide da lontano, così affrettò il passo e gridò: «Aspetta! Aspetta! Ferma la porta!»

Il giovane si voltò immediatamente e mise una mano davanti al muro di petra, arrestandone la chiusura. La piccola Potter si infilò nell'apertura e si introdusse nella Sala Comune. «Grazie!» gli sorrise, poi si girò e raggiunse in tutta fretta il dormitorio femminile, scomparendo dietro la porta.

«Non c'è di che...» sussurrò di risposta il Serpeverde, inutilmente, dato che ormai la ragazza era andata via.

Ma, durante tutto il percorso fatto da lei, Blaise Zabini non l'aveva persa di vista neanche per un secondo, la nuova piccola preda del suo migliore amico, e aveva compreso perché, Draco Malfoy, ci tenesse già così tanto.

Raggiunta la porta della sua camera, Alexis abbassò piano la maniglia ed entrò in punta di piedi. Era presto ancora e sapeva che Diamond era una grande dormigliona, le sarebbe dispiaciuto svegliarla. Così, fece quanto più piano possibile e, con passo felpato, raggiunse il suo letto e vi poggiò accanto gli indumenti sporchi. Si stava girando, per controllare la sua compagna di stanza, quando la sua voce, in un misto di irritazione, preoccupazione e sollievo, la fece trasalire. «DOVE DIAVOLO SEI STATA?!?»

Alexis si voltò, facendo una mezza piroetta, per trovarsi di fronte alla figura di una sconvolta Diamond. Si era evidentemente svegliata da poco, i corti capelli biondi, solitamente ordinati in un elegante acconciatura, le incorniciavano il viso, scompigliati e crespi e i grandi occhi color nocciola, ancora assonnati e delle profonde occhiaie nere, si infossavano nel viso pallido e magro. Aveva le labbra sporche di dentifricio e brandiva lo spazzolino da denti come fosse una bacchetta, riempiendo la stanza di goccie d'acqua. Si avvicinò con aria minacciosa ad Alexis, che si era fatta piccola piccola.

«Ehm... io... ecco...» farfugliò timidamente, mentre l'amica la sovrastava minacciosa e la guardava severa dall'alto. Poi, di sorpresa, la stritolò in un abbraccio.

«Mi hai fatta preoccupare così tanto, Alex!» esclamò sollevata, stringendola a sé come un peluche.

Alexis quasi non respirava, ma decise di non dire nulla.

Meglio non svegliar il can che dorme, si disse.

Dopo qualche minuto, Diamond sciolse l'abbraccio, rimanendole comunque vicina. «Si puo' sapere che ti è successo? Dopo pranzo non ti ho più vista e nessuno aveva notizie di te! Sei così piccola e fragile che ho paura che anche una spinta possa farti crollare!»

Diamond la guardava con due occhi ansiosi, pieni di affetto, che ad Alexis ricordarono quelli di una mamma troppo premurosa, così sorrise e le accarezzò una guancia, per rassicurarla. «Tranquilla, sto bene! Sono solo svenuta perché non avevo mangiato niente ieri! Così mi hanno portato in infermeria e Madama Chips mi ha guarita! Ora mi sento più in forma che mai!» disse, facendo una piroetta su se stessa e mettendosi in una posa che doveva dimostrare forza.

Diamond ridacchiò. «Va bene, va'. Per questa volta ti perdono. Ma fammi un altro scherzo del genere, Alexandra Black, e non la passerai liscia!» la minacciò, brandendo di nuovo lo spazzolino.

«Sissignora!» esclamò Alexis, mettendosi sull'attenti.

Diamond annui' soddisfatta e si voltò, per tornare in bagno e finire di lavarsi, mentre Alexis sistemava i libri nella cartella secondo l'orario di lezione previsto per quel giorno.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora