Capitolo XLIV - Battaglia Sul Tetto Di Hogwarts

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Aveva preso la ragionevolissima decisione di non andare a quello stupido duello tra quei due stupidi ragazzini (altro che uomini! Tutto quello che avevano combinato e stabilito pochi minuti prima, non aveva fatto altro che rafforzare la sua idea che quei due non fossero che due bambini capricciosi!) ma, alla fine, mentre passeggiava distrattamente per i corridoi bui di Hogwarts, le sue gambe, quasi inconsapevolmente, invece di portarla dritta ai sotterranei, nella rassicurante Sala Comune di Serpeverde, l'avevano ingannevolmente trascinata nel giardino interno della scuola, in quel posto dove Sirius Black, travestito dallo strafottente Luis Cabrisk, aveva invitato Draco Malfoy a raggiungerlo, con tanto di manico di scopa (si chiedeva poi a che diavolo servisse quest'ultimo) per un duello all'ultimo colpo di bacchetta.

Alexis Potter quasi si sorprese di ritrovarsi sotto la grande arcata che dava accesso al giardino.

Erano già tutti lì.

In quello spiazzo circolare, delineato dalle mura del castello e dagli alti alberi ancora spogli per via del duro inverno appena trascorso, c'erano Luis Cabrisk e Draco Malfoy, che si stavano studiando con occhiate dure; accanto a loro, Blaise Zabini, amico fidato ed ovvio secondo del Principe di Serpeverde, e poi (e nel constatarlo, Alexis spalancò gli occhi, scioccata) lui... Harry Potter.

Harry Potter era il secondo di Sirius Black.

Alexis osservò la scena interdetta e, probabilmente, nessuno di loro l'avrebbe notata se una folata di gelido vento non li avesse costretti a voltarsi. La videro che se ne stava lì, in cima alla piccola scalinata, con i capelli sciolti al vento, che le frustrava lievemente le guance arrossate. La guardarono in silenzio, mentre lei, con espressione di indecifrabile delusione, li fissava uno ad uno, senza fiatare a sua volta e senza muoversi.

Solo la mano chiusa a pugno, che tremava accanto al suo fianco, ne denotava il vero stato d'animo: agitato, arrabbiato, sconfortato.

«Oh, bene, Black: sei venuta a goderti lo spettacolo?» Inaspettata, la voce beffarda di Luis Cabrisk ruppe il silenzio.

Alexis, che fino ad un secondo prima aveva osservato Draco Malfoy, che aveva fieramente sostenuto il suo sguardo, si voltò di scatto a lanciare un'occhiataccia al neo-Grifondoro. Il viso perfetto del suo giovane padrino le stava sorridendo quasi con sprezzo e questo le scatenò un dolore acuto all'interno del petto, mentre un groppo alla gola le impediva quasi di respirare.

Che cosa diavolo gli era successo?

Sirius non era mai stato così.

Era questo il vero volto del suo padrino?

Era così che era stato da giovane, con i Malandrini?

Così... beffardo, battagliero e... meschino?

O era solo Malfoy che, come sempre, sapeva tirare fuori il peggio dalle persone?

No, questo non lo giustificava affatto.

Alexis strinse entrambe le mani in due pugni tanto violenti che sentì le unghie perforarle dolorosamente i palmi. Senza dire nulla, scese i pochi gradini a precipizio e poi, con passo calcato, puntò proprio il suo padrino. «SI PUO' SAPERE CHE DIAVOLO TI SEI MESSO IN TESTA?!?» gridò, non appena fu abbastanza vicina da poterlo anche violentemente spintonare sul petto. Colto di sorpresa, Luis barcollò all'indietro. «SEI UNO STUPIDO! UN DEFICIENTE! NON SARESTI MAI DOVUTO VENIRE IN QUESTA SC-» inveì e cercò di colpirlo nuovamente al petto, con i pugni chiusi, ma qualcuno la afferrò per la vita, costringendola ad indietreggiare. Alexis si dimenò, arrabbiata, cercando di sottrarsi alla presa.

«Alex: calmati, per amor di Grindelwald!» La voce di Draco Malfoy, dietro le sue spalle, la fece trasalire e una nuova ondata di rabbia la colse in pieno.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora