Capitolo XLVII - L'Ultimo Addio

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«Avanti, Alex... svegliati, ti prego».

Luis Cabrisk se ne stava seduto su di uno sgabello, accanto ad uno dei lettini dell'infermeria dove, adesso, era stata adagiata colei che era da tutti conosciuta con il nome di Alexandra Black. Le stava tenendo una mano tra le sue, congiunte quasi nel tipico gesto della preghiera, e le stava mormorando quelle parole sulle dita da almeno un'ora.

Dopo averla lasciata in malo modo sulle rive del Lago Nero, quella mattina, non aveva fatto altro che pensare a lei e alla loro assurda litigata: che cosa gli era preso, per comportarsi in quel modo? Da quando era tornato ad Hogwarts non era più lo stesso: gli sembrava di essere tornato il giovane scapestrato di un tempo, con la differenza che, adesso, riusciva a vedere chiaramente cosa fosse giusto e cosa sbagliato.

I suoi comportamenti erano decisamente sbagliati.

Era come se conoscesse la differenza tra giusto e sbagliato... solo che preferiva sbagliare. Lo sentiva, ogni volta che parlava, ogni volta che agiva in un determinato modo. Dentro di sé lo sapeva, eppure c'era qualcosa di incontrollabile, nella sua mente, che lo spingeva ad procedere in quel modo sconsiderato.

Le cose avevano cominciato a peggiorare sin dal suo arrivo ad Hogwarts. Sin da quando aveva cominciato a prendere la Pozione Dell'Età che Piton gli rifilava almeno una volta alla settimana...

Già, la Pozione Dell'Età...

Era stato come un campanello d'allarme nella sua testa, quella rivelazione improvvisa...

Come aveva fatto a non pensarci prima?

Sirius aveva passato tutta la giornata in biblioteca, alla ricerca di informazioni sulla bevanda che Mocciosus gli stava propinando e, solo a pomeriggio inoltrato, aveva scoperto quella cruda e maledetta verità.

"La Pozione Dell'Età ha effetti solamente sull'aspetto fisico della persona che l'assume e ringiovanisce il corpo solo per una durata di ventiquattro ore. Basta un solo sorso per ritornare più giovane di almeno dieci anni. Se si desidera ringiovanire anche la mente, allora un solo ingrediente va aggiunto alla miscela: una spruzzata di polvere di ali di farfalla. Ha un sapore estremamente dolce, ma bisogna stare attenti alla quantità..."

Era questo che recitava il decimo libro di Pozioni al quale aveva fatto riferimento e, in quel momento, tutto gli era stato dannatamente più chiaro.

Piton stava aggiungendo quell'ingrediente segreto per vendicarsi di lui.

Maledetto, viscido, schifoso di un Mocciosus!

Oh, lo avrebbe detto a Silente, questo era chiaro.

Ma prima lo avrebbe fatto a pezzi con le sue stesse mani, su questo poteva starne certo!

Prima di tutto, però, aveva voluto trovare Alexis e spiegarle la faccenda: non poteva permettere che le cose tra di loro rimassero così! Lui le doveva una spiegazione ed ora che ne aveva una plausibile, era quasi contento di potersi andare a scusare con lei.

Non vedeva l'ora di stringerla di nuovo tra le braccia ed essere il conforto che le serviva sempre e costantemente.

Il suo istinto canino lo aveva guidato immediatamente sulle rive del Lago Nero, dove era certo che l'avrebbe trovata, ma quando era giunto accanto alla grande quercia gli si era fermato il cuore nel petto.

Alexis era sì lì, ma era straiata a pancia in giù, con alcune foglie che le coprivano la schiena (segno che fosse rimasta lì per molto tempo) e il viso nascosto tra le braccia. Era corso immediatamente da lei, allarmato, e l'aveva girata, facendole poggiare la testa sulle sue gambe. Lei non si era svegliata e il suo viso, contratto da una strana e dolorosa sofferenza, si era limitato a ciondolare su di un lato, inerme. Aveva provato a chiamarla, a schiaffeggiarla, ma non c'era stato nulla da fare: sua figlia non aveva mai aperto gli occhi.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora