Capitolo XXXVII - La Sorpresa Più Bella Di Sempre

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«Io conosco il tuo segreto... Alexis Lily Potter».

Il mondo le era crollato addosso in un solo istante.

Aveva sentito gli occhi spalancarsi fino a farle davvero male, le labbra si erano socchiuse, trattenendo quell'aria fredda che adesso, lentamente, stava buttando fuori con fiato tremante. Aveva preso a respirare a fatica, senza che se ne fosse nemmeno resa conto: il cuore batteva frenetico contro il petto e chiedeva urgentemente ossigeno, come se fosse stata appena colpita da un Cruciatus violentissimo.

Il ragazzo non aggiunse nulla alle sue parole.

Che cos'altro avrebbe mai potuto dire, in fondo?

Si limitò a fissarla dall'alto, il viso appena piegato verso quello della ragazza, che continuava a guardarlo con gli occhi sbarrati, ora leggermente lucidi. La teneva ancora imprigionata contro il muro, una mano che le artigliava la spalla e l'altra poggiata sulla fredda parete di pietra, accanto alla sua testa.

Alexis deglutì, fissandolo prima in un occhio e poi nell'altro, come se cercasse di trovare una risposta a tutte le domande che le si stavano affollando velocemente nella testa. Aprì le labbra parecchie volte, come se volesse dire qualcosa, ma non un singolo suono riusciva ad uscire da esse, che si richiudevano il secondo dopo, tremanti.

Luis continuava a fissarla con espressione dura, lo sguardo concentrato e attento anche al più piccolo movimento del viso di lei.

Attento al mondo smeraldino dei suoi occhi ora così grandi.

Improvvisamente, la piega rigida di quelle labbra perfette si rilassò e, inaspettatamente, il ragazzo scoppiò in una risata allegra, che la fece sussultare.

Era simile ad un latrato, che le accarezzava la pelle del viso con delicatezza.

Alexis corrugò la fronte, osservandolo dal basso, spaventata e confusa.

Luis si piegò in avanti, cercando di trattenere quelle risatine che ora gli scuotevano le spalle. «Dovresti vedere la tua faccia adesso, Alexis!» la schernì divertito, tra le risata. Le lasciò andare la spalla, facendo scorrere le dita affusolate sul suo collo sottile e sulla guancia, ancora rossa di indignazione e spavento. Poi si allontanò, ridacchiando ancora e portandosi un braccio a tenersi la pancia, mentre si poggiava con l'altra mano ad uno dei banchi.

Alexis lo fissò sempre più sconcertata: di certo, non c'era alcuna ombra di divertimento sul suo viso pallido, chiazzato solo sulle gote in maniera quasi violenta. Ora che Luis non la teneva più intrappolata contro il muro, si permise di fare un passo in avanti e di staccarsi dalla parete fredda, senza però avvicinarsi al ragazzo e mantenendo invece una distanza di sicurezza.

La sua bacchetta era abbandonata accanto a quella del Grifondoro, sul tavolo al quale lui si era ancorato per non barcollare a causa di quelle risate del tutto ingiustificate.

Le stava veramente facendo venire i nervi.

Deglutì titubante, le sopracciglia tanto corrugate, nello sforzo di comprendere quello che stava succedendo, che cominciava a farle male la testa. Si avvicinò circospetta, fino a riuscire a sfiorare la sua bacchetta con le dita. Luis non fece niente per fermarla e continuò a ridacchiare, così lei ne approfittò per riappropiarsene e puntargliela contro.

Cabrisk non smise di ridere, ma i suoi latrati si fecero più lievi, mentre sollevava lo sguardo su quello di Alexis e le sorrideva di sbieco, inarcando un sopracciglio elegante. La Potter pronunciò un Lumos e la punta della sua bacchetta si accese, illuminando il viso perfetto di Luis, che continuava a fissarla tranquillo.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora