Capitolo XV - Tenere Duro

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Quando le loro labbra si lasciarono, lentamente, avevano entrambi il fiato corto.

Si scrutarono per qualche istante: lo sguardo di lui, deciso e soddisfatto; quello di lei ancora leggermente confuso e imbarazzato.

Alexis chinò il capo, prima di avvicinarsi di nuovo a Draco e nascondere il viso in una spalla, mentre le mani, chiuse in due pugni tremanti, andavano a posarsi sul suo petto. Lui la strinse a sé, in un gesto che avrebbe osato definire quasi protettivo, passandogli entrambe le braccia intorno alla vita, così forte da strapparle un piccolo gemito soffocato.

«Me la pagheranno cara, lo giuro. Non permetterò a nessun altro di torcerti anche solo un capello... o di sfiorarti con una carezza. Tu sei mia.» le sussurrò all'orecchio, con un tono così freddo e carico d'odio da farla rabbrividire. «La pagheranno.» ripetè, stringendosela ancora di più al petto, mentre andava a sfiorarle il dorso arrossato di quella mano che era stata malamente torturata e che ora si stringeva timidamente in un pugno, stropicciandogli la camicia.

Alexis rimase immobile, quasi incapace di respirare, mentre quell'inconfondibile e freschissimo odore di pioggia le invadeva le narici, scaldandole il petto. Lo sentì lasciar scivolare una mano lungo il suo fianco, per soffermarsi poi all'altezza del cinturino della sua gonna, dove teneva la bacchetta. Draco la afferrò e fece per estrarla, quando lei, allarmata, fece correre la mano su quella di lui, fermandolo. Si scostò dal petto quel poco che le bastava per riuscire a vederlo in viso.

Quegli occhi d'argento – freddo metallo della consistenza di specchio – erano fissi su un orizzonte lontano e immaginario, quasi fossero ciechi e non riuscissero a vederla, nonostante la stesse stringendo possessivamente tra le sue braccia.

Alexis si voltò lentamente, per seguire la traiettoria di quello sguardo rabbioso, e incontrò la figura ancora svenuta di Claire, addossata alla parete. Sentì la mano di Draco irrigidirsi sotto la sua e stringersi di più attorno alla bacchetta, il fuoco negli occhi che, se avessero potuto, avrebbero incenerito la rossa. Si voltò di nuovo verso di lui e lo guardò dal basso, con espressione angosciata.

«Draco...» cercò di richiamare la sua attenzione e sembrò riuscirci.

Lo sguardo argenteo scese su di lei e si incatenò a quello smeraldo, provocandole un brivido. Lui sembrò leggere la paura nei suoi occhi, perché la presa intorno alla bacchetta si fece meno intensa. Tuttavia, non la lasciò.

«Sta' tranquilla.» le disse, con voce carica di dolcezza, che andava a cozzare con il suo sguardo di ghiaccio, ancora cieco, ancora folle.

«No, Draco. Non farle del male.» sussurrò, con una nota di supplica nella voce.

La mano di lui si strinse di nuovo attorno alla bacchetta e lei venne allontanata leggermente, mentre il braccio che la teneva stretta in vita scivolava via, raggiungendo il fianco del ragazzo.

Draco la guardò con un'espressione indecifrabile, un sopracciglio lievemente alzato, le bocca tirata in una linea severa, lo sguardo ancora cieco. Alexis si morse il labbro, facendo uscire altro sangue dalla piccola spaccatura e allora Draco allungò una mano verso la sua bocca e vi poggiò l'indice sopra, con delicatezza, per impedirle di farsi ancora del male. Ve lo passò sopra, bagnando il polpastrello di sangue. Poi se lo portò alle labbra e succhiò il liquido rosso, ancora con la stessa espressione atona.

La stessa espressione così ferma da mettere paura.

Si leccò le labbra con la punta della lingua e poi sorrise, senza riuscire tuttavia ad illuminare lo sguardo.

Eppure, il suo sorriso, così bello, così dolce, così gentile, riuscì quasi a rassicurarla.

Draco avvicinò di nuovo la mano al suo viso e le accarezzò una guancia, l'indice ancora umido tracciò una scia rovente.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora