IL SOSPETTO DI UNO SGUARDO [✔]

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Si era addormentata solo a notte inoltrata, quasi all'alba

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Si era addormentata solo a notte inoltrata, quasi all'alba. Quando la sveglia suonò, quella mattina, Alexis Potter lanciò una maledizione mentale alla causa della sua insonnia: Draco Malfoy.

Non sapeva spiegarsi perché, ma aveva un brutto presentimento nei confronti di quel ragazzo: già solo il fatto che potesse smascherarla con un nonnulla, chiedendo a questo o quel parente informazioni su di lei (solo per scoprire che non esisteva nessuna Alexandra Black nel loro albero genealogico) bastava a farla stare come sul filo di un rasoio molto affilato. Forse, ma solo forse, non avrebbe dovuto essere tanto sgarbata con lui.

Si rigirò nel letto e tastò il comodino con una mano alla ricerca del pulsante che avrebbe zittito quella dannata sveglia. Non lo trovò: era una sveglia magica, ovvio, e non avrebbe fermato il suo frenetico trillare finché la sua proprietaria non avesse aperto gli occhi – gentile regalo di Sirius. Alexis imprecò tra i denti e sollevò le palpebre, fissando con odio quell'oggetto infernale. La sveglia smise subito di suonare e di spaccarle i timpani. Sospirò sollevata e si mise supina, quindi chiuse di nuovo gli occhi; ma ecco che la sveglia, appena abbassate le palpebre, riprese a suonare frenetica, quasi arrabbiata di essere stata presa in giro. «Sono sveglia! Sono sveglia!» biascicò frustrata e riaprì gli occhi. La melodia stridente smise di riempire il silenzio.

«È già ora di alzarsi?» chiese la sua compagna di stanza, con un mormorio impastato dal sonno.

Alexis voltò lo sguardo verso il letto di Diamond Cherin, scorgendo solo i folti capelli biondi spuntare da sotto le coperte. «A quanto pare» sbadigliò e si tiro su a sedere.

Aveva dormito pochissimo e aveva un gran cerchio alla testa.

Comincia proprio bene il mio anno ad Hogwarts...

«Vai prima tu in bagno?» domandò Diamond, con la chiara intenzione di non uscire da sotto le coperte per almeno un'altra oretta.

«Sì, sì» rispose Alexis. Si massaggiò le tempie e cercò le pantofole con i piedi, quindi si trascinò verso il bagno e ci si chiuse dentro.

Guardando la sua immagine nello specchio, quasi si spaventò: dire che aveva un aspetto terribile era farle un complimento. Pallida, con i capelli annodati e un paio di occhiaie violacee, sembrava la comparsa di uno zombie in un film horror Babbano di serie C.

Si stropicciò gli occhi e optò per una doccia ristoratrice. Uscita dal bagno, tre quarti d'ora più tardi, si sentiva rinata.

«Puoi andare, io ho fatto» comunicò a Diamond che, di malavoglia, si alzò e si diresse in bagno, biascicando un "grazie".

Alexis si stava mettendo le scarpe, quando la sentì parlare da dietro la porta. «Sono arrivati gli orari delle lezioni, li ho messi sulla scrivania.»

Alexis si alzò e diede un'occhiata alle pergamene, cercando di annotare mentalmente le materie; ma erano davvero troppe, anche per una memoria fotografica come la sua, così si limitò a guardare le lezioni per quel giorno. «Solo due ore di Pozioni, oggi?»

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora