Capitolo XXVI - Serpeverde Vs Grifondoro

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Ancora con il fondoschiena sul freddo pavimento e le mani immobilizzate nell'atto di massaggiarsi la parte dolorante, Alexis Lily Potter osservava, con enormi occhi di smeraldo, aperti nell'espressione più stupita che possedesse, Lucius Malfoy. Non di certo perché fosse catturata dalla sua matura bellezza affascinante, né per i lisci capelli che sembravano catturare, con lieve bagliore argenteo, tutti i raggi del sole che entravano a scaldare il corridoio, e neanche per quello sguardo affilato e tagliente, che era così simile a quello che aveva ormai, incondizionatamente e senza remore, imparato ad amare.

La verità era che, ritrovarsi il padre del tuo ormai ufficiale ragazzo, nel corridoio, all'improvviso, avrebbe scioccato chiunque.

Lucius la osservò dall'alto, un pallido sopracciglio sollevato, le labbra fine appena serrate. Con una gentilezza che non gli apparteneva più da anni ormai, si chinò in avanti e le porse una mano affusolata, ricoperta da un guanto di pregiata pelle nera.

Più in imbarazzo di quanto avesse desiderato sentirsi, Alexis posò le piccole dita sul palmo dell'uomo, che le strinse delicato e la sollevò senza sforzo, lanciandole un'occhiata strana.

Che fosse il padre di Draco non c'era alcun dubbio.

La ragazza ritirò la mano, a disagio, e mentre le guance le si tingevano di timido rossore, gli occhi le si abbassarono verso il pavimento, osservando, con un interesse evidentemente innaturale, la punta lucida delle scarpe nere di Lucius.

«Mi dispiace, signore.» si scusò, stringendo le mani in grembo.

Bel modo di conoscere il padre del proprio ragazzo.

«Tranquilla. Solo, la prossima volta, stia più attenta a dove mette i piedi.» La sua voce era dura ed elegante al tempo stesso e suonava fredda come cristalli di ghiaccio appena infranti su un pavimento di marmo.

Alexis annuì, per poi rialzare lo sguardo su quello del signor Malfoy, la cui attenzione, ora, era stata catturata da qualcosa alle sue spalle.

O peggio, qualcuno.

La voce che la raggiunse, un istante dopo aver formulato quel pigro pensiero, le fece salire un brivido lungo tutta la spina dorsale e, contemporaneamente, le gelò il sangue nelle vene.

«Padre.» Era carica di rispetto, in quella semplice parola, appena strascicata.

Alexis si voltò di scatto verso Draco e i capelli, divisi in morbidi boccoli ordinati, tanto scuri da sembrare dolci grappoli di more, le danzarono sulle spalle. Il ragazzo si avvicinò con passo lento e sinuoso, affiancandola. Non si manifestò in alcun gesto di affetto, solo una semplice occhiata e un veloce sfiorare di gelide dita sul piccolo dorso.

«Draco.» lo salutò Lucius.

Il ragazzo si voltò verso Alexis e, privo di qualsiasi espressività, si limitò a fissarla. «Vedo che hai conosciuto mio padre.» asserì, senza apparente interesse.

Lei lo osservò, scegliendo di non correggere la sua frase con il più giusto «Veramente gli sono appena finita addosso». Non fece in tempo a rispondere in un modo più adeguato comunque, perché Lucius la precedette. «Chi è la tua amica, Draco?» domandò e la sua voce, carica di esperta apatia, risuonò come il più severo ordine, impossibile da disobbedire.

Alexis lanciò un'occhiata al ragazzo, poi si voltò verso il padre e le sue labbra di albicocca si tesero in un sorriso delicato. «Alexandra Black, signore. Piacere di fare la sua conoscenza.» si presentò, garbata, accennando ad un inchino e porgendogli la mano.

Lucius la squadrò, con un'occhiata a metà tra lo stupito e l'infastidito e non accennò a ricambiare la stretta. La gentilezza l'aveva consumata tutta con il gesto di poco prima.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora