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Ormai sono ore che aspetto Jon fuori dal ristorante di cui mi ha parlato.
Per la precisione.

Mi ha chiamato alle cinque in punto e mi ha detto di farmi trovare fuori da questo ristorante,la terra di noi,cosi si chiama,alle sette ma ormai sono quasi le otto e lui non risponde hai messaggi ne alle chiamare,sarà successo qualcosa??

Per l'ennesima volta provo a chiamarlo ma niente,nessuno squillo.
Dove diavolo sei?

Sono stanchissima la giornata oggi è andata malissimo perché alla fine,io e cam, siamo rimasti a parlare del più e del meno e,dato che non abbiamo concluso niente,quella vipera ci ha fatto rimanere di più.

Una macchina viola si ferma davanti a me e riconosco subito il ciuffo ricciuluto del mio ragazzo.

Forzo un sorriso e mi avvicino alla macchina.

"Ehi"dice con lo sguardo perso.
Saluto con la mano ma resta ancora in macchina.

"Em allora?"dico indicando il ristorante.

Mi fa segno di salire e,con lo stomaco che brontola,salgo.

"Allora?"dico curiosa di una risposta.

"Devo dirti una cosa.."dice lui ad abbassa voce mentre sterza.

"Dimmi.."dico a mia volta in sussurro.

"Devo raccontarti delle cose.. perché io ne ho bisogno"dice in sussurro.

Annuisco e gli metto la mano sulla spalla in modo di conforto.

Accellera di botto e in dieci minuti mi porta in un parco poco lontano dalla mia università.

Scende dall'auto e così lo seguo.
Incomincia a camminare e io mi metto di fianco a lui.

"Bene.."dico stringendomi nel mio giubbotto.
Ho davvero freddo perché ho pure la gonna,non ho avuto il tempo di cambiarmi.

"Un anno fa avevo una sorella minore"dice d'un tratto.

Ha usato il passato.

"Ha avuto un incidente,o meglio noi ancora oggi non sappiamo nulla sull'accaduto,ma sappiamo che se fra tre mesi non si sveglia dal coma..lei..lei.."dice balbettando stringendo i pugni.

"Oddio No,mi dispiace così tanto"dico abbracciabdolo mentre lui non ricambia.

È rigido.
"Ho tanta paura"confessa.
"Tranquillo ti capisco"dico.
È come se lo capisco.

Credere morto mio padre per più di tre giorni è stata una vera tortura.

"Cosa gli è accaduto più meno?"chiedo ricominciando a camminare.

"Non lo sappiamo,quando l'ospedale ci ha chiamato ha detto che qualcuno,non sanno di preciso se era maschio o femmina,forse femmina,l'ha portata li ed è scappata via o scappato."dice.

"Comunque sia un anno fa aveva un ancha rotta ma in un anno si è aggiustata,e poi ha preso una botta in testa infatti,gli hanno dovuto mettere un pezzo di ferro dietro la testa,ma niente lei non si risveglia anche se ormai è in ottime condizioni"dice Jon forzando un sorriso.

È davvero brutto perdere le persone che si ama di più.

"Jon mi dispiace così tanto..però ce ancora una speranza"dico sorridendo.

Bozza un piccolo sorriso e si siede su una panchina.
Lo seguro e sobbalzo a sentire il freddo della panchina.

Una folata di vento mi fa saltare sulla panchina.
"Torniamo in macchina?"domanda.
Annuisco tremolante e lui ridacchia.
Si alza e cosi faccio anche io.
Inizio a camminare ma dopo pochi passi vedo che non ce al mio fianco.

Un Disastro PerfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora