~37

687 32 1
                                        

Una volta chiesi a mia madre come si facesse a capire chi é l'uomo da sposare e lei mi rispsose "da grande ci sarà un momento in cui sentirai un vuoto causato dalla mancaza,dalla paura,dalla preoccupazione di una madre e l'amore di una Donna verso qualcuno che non è tuo figlio, solo allora capirai che la persona della tua vita e quella con cui proverai tutto ciò e solo allora potrai davvero fare un passo del genere "
Quanto cazzo aveva ragione, ero solo una bambina ma sta frase me la ricorderò sempre.

Ore strazianti, nottate lunghe e piene di paura, incubi e attacchi di panico mattutini.
Il primo giorno non piansi, non dissi assolutamente nulla per una intera giornata, rimasi immobile in quella stanza, non mangiai e mi resi conto solo alla fine che era notte fonda.
Non riuscivo a staccarmi da li, ero come incollata a stringere quel fascio tra le mani.
Il secondo giorno quasi non lo sentì, vidi, sentivo delle voci intorno a me,mi facevano delle domande,piangevano ma io ero ancora impassibile, stretta ancora a quel dannato fascio, per poco mi addormentai ma riuscì lo stesso a stare sveglia, a sentire continuamente quel vuoto e quell'agonia che non riuscivo a buttare fuori.
Il terzo giorno provarono a darmi dell'acqua ma la rifiutai buttandola addosso a mia madre e ritornai a stringere il fascio, a quel punto misi una mano sul mio viso e mi accorsi che le mie lacrime mi avevano bagnato il viso e il collo, non me ne ero neanche accorta, troppa concentrata a sentire quel il ticchettio.
Il quarto giorno mi dovetti separare per un'ora, e fu l'ora più brutta della mia vita, non riuscivo a respirare, quasi non sentivo il mio cuore talmente mi stavo indebolendo.
Mia madre mi convinse a mangiare una merendina ma che vomitai completamente sull'istante.
Mi ripetevo nella testa dove fosse e se mai l'avrei rivisto.
Il quinto giorno ebbi il mio terzo attacco isterico, lanciai cose ovunque per la stanza, sentivo una voragine nel petto che si allargava sempre di più, un dolore talmente forte da portarti alla pazzia.
Però riuscì a bere e questo forse mi portò un po' di lucidità, perché riuscì a chiudere occhio per un'ora.
Il sesto giorno caddi nuovamente nella mia trans, mi sentivo il fiato corto come di un fumatore, la testa scoppiare, avevo le vertigini e il vomito continuava a persistere.
Ma cosa mai potevo vomitare?
Arrivo il settimo giorno e io crollai a terra perdendo i sensi, so solo che mi soccorsero all'istante, quando apri gli occhi ero nel lettino di fianco a lui, con un aflebo attaccato al braccio.
"Mamma"provai a parlare ma la voce usciva come un fischio tra le lacrime, avevo la voce impastata come se avessi dormito giorni.
"Cos'è successo?"chiesi talmenge piano toccandomi la fronte e sentì un cerotto su di essa.
"Hai sbattuto la testa quando sei svenuta..Ashley ti prego, non posso perdere mia figlia lo capisci?"disse con i signozzi che gli morivano in gola, i suoi occhi erano rossi e gonfi come se avesse appena finito di piangere, il suo colorito non era come al solito rosa e un po rossastro ma ben si era pallido e giallo.
Provai a parlare ma la mia voce non usciva, non capi finché mia mamma non aprì bocca.
"I dottori hanno detto che è normale, sei rimasta così per 3 giorni, ti hanno imbottita di un sacco di cose e una di queste ti farà addormentare la voce per un po'"disse lei prenendo il basso di zuppa che c'era di fianco a me.
"Questa dovrebbe aiutare"disse mettendomi il carrellino sopra le mie ginocchia, con la zuppa.
Guardai Cameron fermo immobile di fianco a me, ancora con quel respiratore in bocca.
Scoppiai a piangere e senti un dolore talmente forte al petto da farmi nuovamente mancare il respiro.
"No amore ferma, respira ti prego"mi supllicò mia madre circondanomi le spalle.
"Ho preferito farti mettere qui perché so che alteiemtni saresti venuta lo stesso.
Ricordai ancora quel giorno, maledetto giorno, maledetto camion.
"Cameron per ora è stabile okay? I dottori parlano di un coma leggero, bisogna solo aspettare che trovi la forza di risvegliarsi, che trovi la strada giusta"disse lei in lacrime.
"So come ti senti, so che ti senti morire, credimi ma devi essere forte se non per te per lui, perché lui capisce e sente tutto fidati di me"dissi prendendomi le mani e portandosele alla bocca.
Singhiozzai mentre provai a mangiare quel poco di zuppa.
"Non è delle migliori ma devi mangiarla"disse aprendo la borsa e tirando fuori del pane.
"Questo lo puoi mangiare"disse e me lo lasciò sul vassoio.
La porta si aprì ed entrò un infermiera con una spugna e una ciotola d'acqua.
"Buongirono signorine"disse la bionda sorridendo.
Posò il vassoio sul tavolo di fronte al letto di Cameron e venne verso di me.
"Allora come ti Senti?"chiese putandomi la torcia negli occhi.
Provai a parlare ma non uscì nessun verso.
"Un si per bene e due per un male"disse e io usai la mano per dire 'così così'
"Ti fa male qualcosa?"chiese e io indicai la testa e lei sorrise.
"È normale hai preso il lavandino in pieno,una botta del genere è pesante"disse andando verso Cameron.
Lo scoprì dalle coperte e con l'aiuto di mia madre lo sollevò di poco per sfilarli le braccia dalla maglietta.
Battei la mano per richiamare e scesi subito dal letto ma la infermiera si giro subito per bloccarmi.
"Nono tu devi stare a riposo, hai passato una settimana di inferno non mi sembra proprio il caso"disse toccandomi le spalle.
Presi il cellulare di fianco a me e scrissi "voglio farlo io per favore, ce la faccio"scrissi in fretta e furia e glielo feci leggere.
Mi guardò perplessa e io la supplicai con lo sguardo allora acconsentì.
Mi mi tolse momentaneamente l'aflebo e misi le ciabatte.
Forse la cosa che mi spinse a farlo fu che l'idea che qualcuno lo tocchi mi da prorpio fastidio.
Tutto ciò che provo va oltre al dolore che provo a vederlo così, pieno di graffi e lividi.
Gli accarezzo la guancia e poso le mie labbra sulla sua fronte tiepida.
"Sei la sua ragazza?"chiese l'infermiera mentre mia mamma abbassata i pantaloni a Cameron.
Infondo l'ha cresciuto pure lei con mia zia e di certo non gli scandalizza vederlo mezzo nudo.
"Stavano insieme tre anni fa ma quest'anno si sono ritrovati"disse mia madre al posto mio.
"E ora perché non state insieme?"chiese l'infermiera immergendo la spugna nell'acqua.
"Perché a loro piace complicarsi la vita, quando sapevano benissimo fin dall'inizio che si amavano, o mi sbaglio?"chiese mia madre con un piccolo sorriso.
Abbassai lo sguardo.
Lui è il mio ragazzo, il mio uomo e non voglio farmelo sfuggire mai più, lo amo con tutta la forza con cui si ama la propria famiglia e lui ormai è diventata la mia,non voglio sapere più niente ciò che è successo in passato è successo, lui è la mia metà e io la sua.

Mentre strofinavo leggermente il petto di Cameron la porta della mia stanza si apre e un medico fa il mio nome e subito mi raddrizzo per guardarlo.
"Signorina Ashley Morrin finalmente sveglia, anzi meglio, questa buona o cattiva notizia almeno la dò direttamente a lei.."disse con dei fogli in mano.

Un Disastro PerfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora