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Credo di non essere mai stata distrutta in questo modo come ha fatto lui.
Mi sentì solo scomparire e pensai di non riuscire più ad andare avanti così.
Presi una felpa, la misi indossando una tuta pesante e mi infilai le scarpe.
Presi le chiavi e scesi giù.
Erano le 4 di notte e non riuscivo a smettere di pensare a quanto io mi sentivo ferita dalle sue parole,mi sentivo davvero affondo, come se non avessi più speranza e che ormai ero legata a quel ragazzo che amo così profondamente da sentire ogni mia vena bruciare al solo pensiero si perderlo.
Ma ormai io l'ho perso e non per colpa mia ma per il fatto che lui non mi ama piu.
Scesi velocemente e arrivai alle macchinette, dove tempo fa lo vidi con una ragazza.
Presi una bottiglietta di thè freddo e mi sedetti sul divanetto.
Sullo stesso divanetto dove ha pomicato con una ragazza.
"Basta ashely"dissi con ancora le lacrime che scendevano.
"Sei solo il passato ormai"
"Non conti più niente per me"
"Sei morta"
Queste parole girarono e rigirarono e mi torturarono cosi tanto da davvero portarmi alla disperazione più totale.
Non credevo di cadere così in basso per lui, non credevo si essere così debole e mi sentì solo ridicola a piangere per lui.
Non voglio più vederlo non voglio più sentirlo, voglio andarmene.
A quel punto mi si illuminaro gli occhi e capi subito ciò che dovevo fare.

Sono le 8 di mattina e le miei amiche sono già andate a lezione tranne Io, aspetto solo che vada via Charlotte.
"Sicura di non voler venire?"chiese.
Annuì "Non ho dormito molto"dissi e lei annui.
"Per le 12 veniamo a prenderti che andiamo a mangiare"disse e io annui.
Uscì dalla camera e la chiuse alle sue spalle.
Mi alzai di scatto e presi la mia valigia da sotto il letto.
L'aprì e incominciai a metterci dentro tutti i miei vestiti, uno a uno vedevo il mio futuro andare a letteralmente a puttane.
Ma non mi importava, dovevo andarmene da qui.
Presi il resto della mia roba e in meno di un'ora avevo fatto tutto, prenotati pure un biglietto del treno all'ultimo e lo paghai davvero tanto, mi dovrebbe portare in una stazione di Atlanta e da lì direttamente a Miami con un altro treno, non ce tempo per un biglietto aereo.
Mi sedetti sulla sedia e scoppiai nuovamente a piangere.
Voglio scomparire e non voglio fare le scenate come di quelle ragazze ma non ce la faccio più a stare in questo posto un minuti di più, non voglio più stare vicino a lui, ho quasi 20 anni ma ho ancora bisogno della mia mamma e potrò sembrare bambina e incosciente ma davvero sto imppazendo qua dentro.
Presi le mie due valige, apri la porta e feci un grande respiro prima di chiuderla alle mie spalle.
Scesi giù con l'ascensore e arrivai all'uscita senza farmi vedere da nessuno.
Pensai ai miei amici, a quanto li ferirò per questo ma lui mi ha ferito di più.
Mi fermai sul marciapiede e aspettai il primo taxi che passava.
Si fermo e l'autista carico le valige dietro.
"Dov'è ti porto?"chiese mentre salivo.
Feci un grande respiro profondo "Alla stazione centrale"dissi prima di dare a quello che sarebbe stato l'ultimo sguardo alla mia scuola.
"Va bene"disse e partì senza fermarsi.
Presi il cellulare e decisi di mandare un sms alle mie migliori amiche e a Nash dove chiedevo perdono per la mia partenza, ma a prescindere ormai non potrebbero mai arrivare in tempo per fermarmi.
Chiamai la mia mamma è subito mi rispose.
"Ei Ashely"disse e sentivo ancora le miei sorelline piangere.
"Ei mamma, senti non ti spaventare ma sto tornando a casa"dissi mentre le lacrime fiorirono ancora.
"Ma ashely che cosa stai dicendo?"chiese confusa.
"Io non ce la faccio più cosi"dissi in sussurro cercando di non farli sentire le mie lacrime.
"Mi stai spaventano amore che intendi?"chiese mentre io cercavo di smettere di piangere.
"Cameron..lui mi ha detto parole orribili e dopo solo due mesi mi ha fatto perdere il controllo in tutto!"dissi asciugandomi le lacrime.
"E perché non mi hai chiamato subito invece di partire cosi, ti venivo a prendere io"disse lei quasi arrabbiata.
"Io..avevo bisogno di schiarirmi le idee"dissi.
"Senti ne parliamo quando arrivi e decideremo cosa fare insieme, d'accordo? Ma non credere che non mi arrabiero!"disse seria.
"Lo so..lo so mamma"dissi attacandoli.

Un Disastro PerfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora