Pov's Mattew

Mi sveglio in una piccola pozzanghera di sangue, fuoriuscito da tutto il mio corpo sfregiato dalla brutta caduta di quasi 30 metri.
Il mio primo pensiero al mio risveglio è Rosaleen.
Urlo il suo nome più e più volte sempre più forte senza risposta. Cerco di alzarmi per soccorrerla ma non ci riesco a causa di un forte dolore proveniente dalla gamba sinistra.
Infilo la mano in tasca e prendo il cellulare e noto con gran disperazione che lo schermo del cellulare è completamente spaccato ma fortunatamente funziona ancora.
Chiamo velocemente i soccorsi che immediatamente arrivano.
-Dov'è la ragazza?- mi chiede un uomo in uniforme accompagnato da altri uomini.

-Credo sia ancora nell'auto- dico e poi perdo nuovamente i sensi.

Mi sveglio dopo qualche ora in una stanza d'ospedale, da solo come un cane.
Inizio ad urlare in attesa che qualcuno arrivasse e la prima che si presenta e Marleen.
-Calmati tesoro.- mi dice accarezzandomi dolcemente la nuca.

-Dov'è? Dov'è lei? Dov'è Rosaleen?-

-È quì in ospedale, tranquillo.-

-Sta bene? Ti prego dimmi che sta bene.-

-Sì, sta bene ma credo che ci vorrà un pò di tempo per riprendersi.-

Mi alzo di scatto e senza che Marleen potesse fermarmi mi stacco le flebo e cerco di scendere dal letto velocemente anche se purtroppo cado a terra.
Alcuni medici e mio padre entrano e mi riportano sul letto cercando poi di calmarmi con stupide frasi di incoraggiamento.

-Voglio vederla.- urlo tirando un pugno all'infermire al mio fianco.

-Okay calmati, ora ti ci porto.- mi dice mio padre aiutandomi a camminare verso la sua stanza, a pochi metri dalla mia.
Mi avvicino al suo corpo privo di sensi e le stringo la mano -Perdonami- dico poggiando la mia testa sul suo petto. -Perdonami, perdonami, perdonami- un lacrima cade sul viso di Rosaleen, poi le lascio un bacio sulla guancia e la stringo di nuovo forte a me.

-Dobbiamo andare- mi dice mio padre avvicinandosi a me e toccandomi le braccia.

-Non voglio andare, è colpa mia se si trova in queste condizioni. Io sarei dovuto stare al suo posto, lei non c'entra nulla.-

-Andiamo ora, non puoi cambiare il passato, lei si riprendera, fidati di me per una volta.- dice mio padre riportandomi poi nella mia stanza.

-Tra quanto potremo tornare a casa?- domando al medico che mi reinserisce di nuovo le flebo nel braccio.

-Tu potrai tornare domani mattina a casa ma non so tra quanto lei potrà tornare. Comunque non so come abbia fatto a non avere nulla di rotto, è davvero molto fortunata in questo senso.- Io rimango in silenzio e lui continua. -È la tua ragazza?-

-No, siamo una sottospecie di fratelli.-

-Ah, capisco ma ovviamente vi siete innamorati. Un classico.-

-Mi scusi ma si faccia i cazzi suoi.-

-Sta tranquillo, non ti sto giudicando io ho fatto molto di peggio alla tua età, quindi più o meno tre anni fa.-

-Ah sì, che hai fatto?-

-Mio padre aveva tradito mia madre con una ragazzina di venticinque anni e quando lei è venuta a vivere da noi e si è sposata con mio padre ci ho fatto sesso ed è rimasta incinta. Ovviamente l'ho detto a mio padre e lui l'ha cacciata e io ho abbandonato lei e mio figlio. So di essere stato cattivo ma il mio obbiettivo era di rovinare la vita di mio padre come lui ha rovinato quella di mia madre.-

-Wow, sei davvero perfido, mi domando come tu possa fare il medico.-

-Infatti non lo sono- mi dice guardando gelidamente con una siringa in mano.
Si avvicina pericolosamente a me e spalancando gli occhi mi dice -Stavo scherzando idiota, è sempre un piacere spaventare i ragazzini come te-

In un primo secondo resto immobilizzo e poi rido e lo mando a fare in culo scherzosamente.
La notte passa velocemente e la mattina seguente mi sveglio molto presto e torno a casa però prima saluto Rosy dandole un bacio sulle labbra. Non voglio perderla di nuovo.

Le Lame Del PassatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora