(capitolo 9) Primi passi...sulla spiaggia

1.8K 92 3
                                    


5 mesi dopo...

*******************************************************

Come tutte le mattine, il sole filtrava dalla finestra illuminando la stanza, annunciando un nuovo giorno.

Clarke ancora una volta si svegliò prima di Lexa, aveva la schiena nuda che rivelava i suoi tatuaggi.

La sua mano si muoveva sul suo corpo, piano delicatamente. E i polpastrelli delle dita presero a massaggiare la parte del corpo ricoperta dall'inchiostro, su e giù.

Lexa emise un lamento "mmmm..." sorrise e aprì gli occhi. Si girò verso di Clarke "buon giorno" e gli diede un bacio.

Il sole illuminava il suo viso, oddio quanto è bella, sembra un angelo, pensò Clarke. Ricambiò il sorriso e sussurrò "sei bellissima".

Lexa notò la faccia pensierosa e curiosa di Clarke e chiese "cosa c'è?"

"I tuoi tatuaggi...mi sono sempre chiesta cosa significano?"

Lexa sorrise, amava la sua curiosità. "quello dietro la schiena l'ho fatto dopo il Con-Clave, i cerchi rappresentano le vite che ho preso, uno per ognuno di esse. Quello al braccio destro invece rappresenta tutte le persone care che ho perso, devo far aggiungere una parte per Selene. Li ho fatti per non dimenticare" spiegò.

Clarke la guardò e chiese "e quello dietro la nuca invece?"

Per un attimo Lexa chiuse gli occhi e ricordò un momento della sua vita passata. Era piccola, ricordò le giornate che passava con sua madre. La portava in biblioteca a leggere e gli parlava sempre di stelle, pianeti...e un giorno gli parlò anche dell'infinito.

Lexa sorrise al ricordo, poi aprì gli occhi e vide la curiosità di Clarke che cresceva.

Infatti disse "dai non lasciarmi sulle spine...dimmelo"

"quello è il simbolo dell'infinito, mia madre quando ero bambina me ne parlò, e mi mostrò un disegno. Io rimasi così affascinata che decisi di farmi il tatuaggio. Ricordo benissimo quel giorno. I miei erano così arrabbiati. Mio padre mi mollò addirittura uno schiaffo. Facendomi arrossire la guancia. Ero già grande e sapevo difendermi, ma nonostante tutto non riuscì a bloccare lo schiaffo di mio padre, era stato così veloce, così inaspettato. Si pentì subito dopo. Mi colpì davanti a tutti, mia madre sgranò gli occhi ma non disse una parola. Mentre i miei fratelli si misero a ridere, ma anche loro si pentirono subito dopo, mi bastò uno sguardo per farli tacere..."

Clarke sapeva benissimo di che sguardo parlava, Lexa era capace di fare uno sguardo così minaccioso da metter paura e farti tremare dalla testa ai piedi.

"...tutti si aspettavano che io mi mettessi a piangere da un momento all'altro, invece io rimasi lì a guardare mio padre a testa alta. Fu l'unica volta che mio padre mi diede uno schiaffo".

"oooohhh...la mia ragazza intrepida" disse Clarke che si avvicinò a lei per baciarla. "Mi sarebbe piaciuto conoscerli" aggiunse dopo un po'.

"già, tu e mia madre sareste andate molto d'accordo"

Dopo un po' Lexa si mise a sedere sul letto, guardò sia Clarke che il bambino e disse "mi è venuta un'idea"

Clarke corrugò la fronte.

Lexa la guardò e disse "oggi ci prenderemo l'intera giornata. Niente addestramento, niente visite, niente impegni, niente di niente. Una giornata tutta nostra, solo noi tre".

"ehm...Lexa ma sei sicura?" chiese Clarke perplessa. "Clarke Griffin osi forse mettere in dubbio la scelta del tuo comandante?" chiese scherzando. "assolutamente no" rispose ridendo. "bene, allora preparatevi" disse Lexa. E Clarke aggiunse "mmm...non so perché ma ho l'impressione che Titus si arrabbierà moltissimo". Lexa ridacchiò "capirà" rispose divertita.

LOVE AND TRUSTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora