(Capitolo 29) Salvataggio: codice di 10 numeri

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Un allarme rumoroso scattò all'improvviso.

"ma che succede?" chiese Clarke

"ha funzionato" rispose Raven

"l'aria esterna sta entrando all'interno" confermò Monty

Tutti si voltarono verso i monitor che trasmettevano scene raccapriccianti. Gente che scappava da una parte all'altra, alcuni si tenevano la gola, altri il volto. Alcuni corpi si accasciavano a terra in preda a tremiti incontrollabili, altri ormai inermi privi di vita.

Sembrava di vedere un brutto film a rallentatore. Uno di quelli dove c'è tutta quella gente che muore e tu ti ritrovi dall'altra parte del monitor e non puoi far nulla. Puoi solo...guardare...

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10 minuti dopo...

Si incamminarono verso la sala grande. Avevano trovato la mappa completa di tutto il bunker. E avevano scoperto che per arrivare alla stanza dove venivano tenuti i prigionieri si doveva per forza passare dalla sala principale dov'era radunata la maggior parte delle persone.

E quando aprirono la porta...

Ciò che trovarono era scioccante, tutti quei morti. Era incredibile con una semplice leva avevano sterminato un intero popolo.

Si muovevano piano tra quei corpi ormai privi di vita.

"controllate se ci sono sopravvissuti" disse Clarke

"credo sia impossibile Clarke. Non si sopravvive ad una cosa del genere" disse Raven

Continuarono a camminare, dovevano attraversare tutta la sala. Infondo avrebbero trovato il passaggio che li avrebbe condotti alla sala che stavano cercando.

Passavano vicino ai corpi. Stesi a terra in posizioni strane. O accasciati sulle sedie con la bocca aperta, segno di un urlo, che nessuno avrebbe mai potuto ricordare.

Altri corpi erano stretti l'uno all'altro, in un disperato tentativo di aiutarsi avvicenda, invano.

Una madre stringeva suo figlio tra le braccia provando a consolarlo, dal volto del ragazzo si intravedeva una lacrima, che presto si sarebbe asciugata sul suo viso.

Un altro bambino era disteso a terra, accanto ad un pallone da calcio, con gli occhi spalancati.

In tutti i corpi erano presenti delle orribili bolle sulla pelle. Tra cui alcune esplose in un misto di pus e sangue.

Un conto era guardarlo da dietro un monitor ma di persona era tutta un'altra cosa. I corpi facevano un cattivo odore, un odore forte, un odore di morte.

Una morte che loro avevano causato, pensò Clarke.

"tutto questo si poteva evitare" disse per poi aggiungere "Cage aveva ragione, l'aria esterna per loro era tossica. Certo, vivere rinchiusi qui dentro non è come vivere fuori all'aria aperta. Ma era pur sempre vita" fece una pausa e poi aggiunse "vita che adesso non c'è più"

Lexa si avvicinò a Clarke "prima la mia gente e adesso la sua. Tutte queste vite prese, per cosa poi?" si domandò Lexa e provò a darsi da sola una risposta "forse l'idea di Cage non era sbagliata dopo tutto. Forse voleva veramente aiutare il suo popolo. Nella speranza di un futuro migliore. Da una parte lo posso capire. Ma l'ha fatto nel modo sbagliato e alla fine è riuscito a perdere tutto"

"forse" disse Clarke poco convinta per poi aggiungere "o forse l'ha fatto per semplice egoismo"   

Lexa non sapeva cosa dire, sapeva solo che aveva perso così tanto. Il suo popolo aveva pagato un prezzo troppo alto. Adesso erano stati vendicati anche se non era ancora finita. Dovevano prendere il vero responsabile di tutto questo.

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