(capitolo 11) Buon Compleanno Leone

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2 giorni dopo...

Affacciata alla finestra vide il sole manifestarsi in tutta la sua bellezza, dietro le montagne. Un altro giorno era iniziato. Ma quello non era un giorno come tutti gli altri. Era il giorno. Il giorno tanto temuto da Lexa era arrivato.

Mentalmente pregò che quel giorno passasse in fretta. Per fortuna aveva mille cose da fare l'avrebbero aiutata a non pensare.

Clarke si alzò dal letto e la raggiunse. L'abbracciò da dietro. Per un po' restarono in silenzio godendosi l'alba.

Poi Clarke azzardò "oggi..." ma non finì la frase.

"sì... lo so" disse subito Lexa.

"porto Leo da mia madre e stiamo insieme..."

"no, ho un sacco di cose da fare" rispose Lexa con troppa fretta.

"non posso lasciarti, non oggi" disse Clarke guardandola negli occhi.

"ssshhh starò bene" la rassicurò.

Clarke la guardò per un attimo e poi disse "sai questa sera ci sarà una piccola festa al villaggio Arca. Mia madre e gli altri prepareranno qualcosa da mangiare e una torta per il piccolo Leo. Verrai?"

"non lo so" rispose Lexa allontanandosi. Mentre si vestiva per iniziare quella che sarebbe stata una giornata pesante in tutti i sensi.

Clarke gli parlò di nuovo "non lasciarmi fuori...questa volta non lasciarmi fuori. Condividi con me ciò che senti, ciò che provi. Passeremo la giornata separate ognuno con i suoi doveri. Ma stasera spero me lo permetterai. Che il tuo dolore diventi il mio. E insieme superarlo".

Detto ciò Lexa e Clarke non si rivolsero più la parola entrambe si vestirono e uscirono dalla stanza senza neanche salutarsi. Ogn'uno era diretto in un villaggio diverso a svolgere i propri doveri.

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Clarke andò al villaggio Arca per aiutare sua madre con i pazienti. Si occuparono di molti feriti. Ricucirono e fasciarono praticamente tutta la giornata.

"mai visto tante ferite in un giorno solo, manco fossimo in guerra" disse a sua madre mentre si riposava prendendo un caffè.

Per un attimo ricordò quando l'aveva fatto assaggiare a Lexa e lei aveva fatto una smorfia disgustata. Sorrise al ricordo. Poi tornò seria, Lexa, chi sa cosa stava facendo in quel momento, se stava bene...si ritrovò a chiedersi.

La sua attenzione venne catturata da Kane che giocava con il bambino. E pensò alla festa, chi sa se Lexa sarebbe venuta, si chiese di nuovo.

In quel momento sia Kane che il bambino puntavano il dito verso qualcosa, e un flash di Lexa con il bambino in braccio che indicavano la stella di Selene si impadronì della sua mente. Sì aveva appena avuto un'ottima idea per la torta di Leo. Sorrise di nuovo.

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La giornata non passò in fretta come Lexa aveva sperato. Per fortuna aveva mille cose da fare, si spostò in continuazione, senza un attimo di tregua. Così facendo tenne occupata la mente.

Si concentrò sull' addestramento. I ragazzi stavano migliorando parecchio. Notò con piacere che il ragazzino che fino a poco tempo prima aveva paura, adesso aveva acquistato sicurezza. Ricordò quando era caduto a terra e si era messo a piangere, lei lo aveva fatto alzare e gli aveva detto di continuare a combattere. Perché è questo che si deve fare. Sempre.

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