(capitolo 22) Corri...Clarke...corri...

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NOTA: ciao raga scusate il ritardo ma è un brutto periodo. Me ne succedono di tutti i colori. Va be, lasciamo perdere. Vi lascio con il nuovo capitolo. Spero vi piaccia ;)

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Settimane dopo...

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Lexa aprì gli occhi, sopra di lei, nel cielo una marea di corvi, neri e minacciosi volavano sopra la sua testa, in attesa.

Si mise seduta. Gli occhi gli ricaddero sulle sue mani, coperte di sangue. Lei, lei era completamente ricoperta di sangue. Il sangue di chi? si chiese.

Poi si alzò a fatica, era ferita, ma non era grave. Lì vicino c'era la sua spada conficcata nel terreno.

Si guardò in torno, era circondata da cadaveri. Erano morti, erano tutti morti.

Il terrore la invase, Clarke, dov'era Clarke?

"CLARKE...CLAAARKE..." la chiamò.

Nessuna risposta. La cercò disperatamente con lo sguardo. Niente. C'erano troppi cadaveri.

Oddio ti prego no...

Mentre si guardava in torno, lo notò. Uno dei corvi, il più grande le veniva incontro. I suoi occhi...gialli, penetranti...emise un forte verso.

Lexa attese fino all'ultimo poi si scansò...ancora quel verso, le rimbombò nelle orecchie. Quel verso, quel richiamo.

Tutti gli altri corvi emisero anche loro il verso come in risposta, per poi precipitarsi verso il suolo.

Lexa pensò che la volessero attaccare, d'istinto si coprì il volto con un braccio.

Invece i corvi piombarono sui cadaveri. E con violenza e avidità ficcarono il loro pecco dentro le loro armature. Lacerando, strappando con violenza la loro carne. E divorandola. Ancora e ancora.

Era una scena raccapricciante e per la prima volta Lexa provò paura.

Il corvo che poco prima l'aveva mancata emise nuovamente un verso per richiamare la sua attenzione.

E quando si voltò Lexa, la vide, il corvo era andato a posarsi sulle spalle di una figura misteriosa. Tutta vestita di nero, con un cappuccio in testa. In mano teneva una falce.

Lexa sapeva benissimo chi era, e perché era lì. Era lì per lei. La riconosceva, lo sentiva. Iniziò a far freddo, molto freddo.

In lontananza, delle nubi scuse minacciavano il cielo già grigio. Il cielo iniziò a lampeggiare seguito da un gran baccano. Da lì a poco ci sarebbe stata una forte tempesta. Tuoni e lampi avrebbero accompagnato quella battaglia.

Sì, Lexa voleva combattere pur sapendo che sarebbe stato inutile. Afferrò la sua spada e la impugnò con molta forza, aveva paura di perderla. Se ciò sarebbe accaduto per lei sarebbe stata la fine.

No...non finirò come loro...

Prese coraggio e si incamminò verso il suo destino...

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Lexa ancora una volta si risvegliò di soprassalto. Era sudata nonostante facesse freddo. Si portò le braccia al petto, e dalla bocca emise una nuvola di vapore. Per un attimo non riuscì a capire. Dove diavolo si trovava?

Poi sentì una voce alle sue spalle

"stai bene?" chiese Clarke appoggiata a un tronco, di guardia, era rimasta sveglia, per controllare che nessuno si avvicinasse durante la notte.

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