(Capitolo 46) Ritorno alla normalità

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[8 mesi dopo...]

La notte appena passata era stata tormentata per Lexa.

Stranamente, dopo mesi.... aveva fatto di nuovo quel sogno...

Lei che si svegliava in un campo...ma questa volta, tutto intorno a lei, non c'erano cadaveri. Sentì per l'ennesima volta il corvo, dall'occhio nero, venirle addosso, si mise a correre per recuperare la sua spada. Dopo averla estratta dal terreno, la strinse con tutta la forza che aveva, pronta ad usarla.

Ma il corvo volò alto sulla sua testa...e la superò. Lexa continuò a seguirlo con lo sguardo e distinto si voltò.

Il corvo non voleva lei...Lexa si ritrovò davanti Ontari. Era ancora viva, ma ferita. Cercava di scappare ma il corvo la beccava proprio sulle ferite, cibandosi di lei un po' alla volta.

Ontari prese il suo coltello e uccise il corvo che emise un assordante lamento.

Lexa gettò via la spada per tapparsi le orecchie.

La stessa cosa fece Clarke che comparve su una roccia, con il suo arco.

Il corvo morì e Ontari credendo di farla franca si mise a correre.

Clarke prese arco e freccia, lo puntò e la seguì, al momento giusto scoccò.

La prese alla gamba, Ontari cade pesantemente a terra.

E proprio in quel momento comparve la misteriosa figura nera. La morte.

Era lì per un motivo ben preciso.

Quando la morte si presenta, prende sempre ciò per cui è venuta. Un anima. Non importa di chi è.

Clarke con quella freccia aveva appena stretto un accordo con la morte. La vita di Ontari in cambio di quella di Lexa.

La morte, fissò prima Clarke e Lexa. Infine Ontari.

L'anima di Ontari abbandonò il suo corpo e seguì la figura nera che si allontanava. Proprio in quel momento il corvo apparentemente morto si alzò in volo e li seguì.

In quel momento Lexa aprì gli occhi...si mise seduta sul letto...era tutta sudata...

È proprio vero, pensò. La morte non si sconfigge, la si rinvia.

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Dopo essersi ripresa da quello strano sogno. Scese in piazza. In questi mesi, aveva aiutato il suo popolo a riprendersi, adesso tutto... stava tornando alla normalità.

Oggi era l'ultimo giorno. L'ultimo giorno di prigionia. Finalmente il suo amore stava per tornare.

Lexa vide arrivare anche Lincoln e gli fece un cenno con la testa. Poi attese che le guardie lasciassero andare le prigioniere.

Octavia si buttò subito fra le braccia di Lincoln.

Purtroppo la stessa cosa non poteva fare Clarke con Lexa. Non in pubblico.

Si limitarono a salutarsi "Griffin"

"comandante"

"potrebbe seguirmi?" disse e si allontanò verso la sua stanza

Una volta richiusa la porta alle spalle...

"amore mi sei mancata" disse Clarke che si avvicinò per darle un bacio.

Ma Lexa si allontanò, le diede le spalle. Anche a lei era mancata, ma aveva voglia di stuzzicarla. Si voltò con aria triste e disse "Clarke...dobbiamo parlare. Sai! Sono passati mesi...le cose sono cambiate..."

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