Candy Shop

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Pov Jackson

Mi sveglio lentamente guardandomi intorno,sono nella mia stanza. Giro lo sguardo verso l'orologio e noto che sono solamente le 5 del mattino. Mi alzo e scelgo qualche vestito a caso. Un jeans normalissimo mi fascia le gambe e una maglietta larga nera si adagia perfettamente al mio fisico tonico. Ho bisogno di staccare la spina,ho bisogno di rimanere un po da solo,scendo le scale e la cucina è ancora deserta,le luci

sono tutte spente e le tende abbassate. Sospiro e prendo le chiavi di casa insieme a quelle della macchina,apro la porta ed esco tranquillamente per riflettere,entro in macchina e metto in moto, la mia mente mi porta sulla spiaggia. Parcheggio ed esco dall'auto portando con me il cellulare,mettendolo in tasca,cammino per il lungomare e scendo le scale per raggiungere la sabbia dorata. Faccio una piccola passeggiata per poi sedermi quasi a riva,guardo le onde infrangersi contro la sabbia bagnata. Io sono così. Dannatamente stupido. Così stupido da infrangermi sempre e così forte per riprovarci continuamente. La prima cosa che mi viene in mente è la mia infanzia,non sono mai stato un bambino modello per la mia famiglia,nonostante io mi impegnassi e mi comportassi bene. La verità è che sono nato e cresciuto in una famiglia sbagliata. Mio padre era un Narcotrafficante,mia madre una prostituta. Non ho mai avuto veri amici,tranne JB che ho tradito miseramente. Un aspetto che ricordo benissimo della mia infanzia è mio padre. Le sue mani più che altro.

Flashback

-"Jackson vieni immediatamente qui!" Urla una voce severa,roca e possente. Tremante mi alzo dal lettino e cammino fino al salone.

-"Dimmi papà..." dico con voce piccola

-"Dov'è quella puttana di tua madre eh?!" Urla con cattiveria e sbatte la bottiglia sul tavolo,indietreggio e guardo in basso.

-"I-io non lo so..." Tiro su con il naso e mi asciugo velocemente una lacrima che stava per scendere.

-"Piccolo insulso ragazzino! Tu cerchi sempre di difenderla!" Si alza e mi viene incontro,mi tira subito uno schiaffo e io cado a terra toccandomi il labbro insanguinato, poi arriva un calcio,un pugno e così via. Ricordo perfettamente le sue mani. I colpi.

Avevo solo 9 anni.

Fine Flashback

All'età di 15 anni mio padre abbandonò me e mia madre cosi decisi di lasciare la scuola,volevo trovare un lavoro per mantenere mia madre e non farle mancare nulla. Amavo mia madre,lei era l'unica persona che mi capiva,nonostante il lavoro che facesse. Lei lo faceva per me. Per farmi vivere come un principe,per regalarmi quelle caramelle alla fragola che amavo tanto e che ho imparato ad odiare.

Flashback

-"Jake,amore vieni qui!" Sento la voce di mia madre e sorrido scendendo velocemente al piano di sotto,appena la vedo le salto addosso.

-"Mamma!" L'abbraccio forte e le accarezzo la schiena. Mi allontano leggermente guardandola in tutta la sua bellezza,indossa un vestito a fiori che arriva al ginocchio,i capelli sono raccolti in una coda disordinata e in mano ha un piccolo sacchetto di carta.

-"Per te amore della mia vita..." mi porge il sacchetto e io lo prendo,lo apro e vedo subito le mie caramelle alla fragola

-"Grazie mamma! Ti amo!" La abbraccio velocemente e lei mi lascia un bacio sotto l'orecchio

-"Tutto per te piccolo mio..."

Fine Flashback

Sospiro leggermente guardando il cielo ancora privo di luce. È di un celeste leggero,quasi grigio. A 18 anni ho trovato un lavoro part time,ma questo non mi faceva guadagnare molto,io e mia madre ci arrangiavamo,io non volevo che lei facesse ancora quella vita. A 20 anni successe qualcosa di inaspettato. Tornavo a casa dalla palestra. Avevo cominciando a fare boxe,semplicemente per difesa personale,stavo tornando da mia madre,ma non appena varcai la soglia la vidi. Per terra,in una pozza di sangue. Senza vita,tra le mani stringeva ancora quel sacchetto pieno di quelle stupide caramelle che tanto mi piacevano. Che tanto amavo.

Flashback

-Mamma sono tor-" il mio sorriso svani non appena vidi mia madre senza vita sul pavimento e mio padre seduto su una delle poltrone del salone,con una sigaretta tra le dita e i vestiti sporchi di sangue.

-"N-no..." cado in ginocchio vicino al suo corpo inerme. Senza vita,mi accascio su di lei e comincio a piangere,senza sosta. Sento la sua pelle fredda,mi sporco i vestiti del suo stesso sangue.

-"Tocca a te bastardo!" Sento la voce di mio padre vicina,mi alzo velocemente e comincio a sferrare numerosi colpi.

-"Ti odio!" Ripeto prendendolo a pugni,fino a far sanguinare le mie nocche,fino a colpire l'ultimo briciolo di vita che c'era in lui. L'avevo ucciso,ero diventato un mostro come lui. Mi alzai velocemente e salì al piano si sopra,misi qualche vestito in un borsone con qualche soldo. Rivolsi un ultimo sguardo a mia madre per poi fuggire da quella casa. Quella casa maledetta che mi aveva portato solo dolore e odio.

Ero da solo,senza soldi,senza vestiti,senza sogni,senza nulla.

Ero solo contro il mondo.

Fine Flashback

Cominciai a spacciare anche io,diventai freddo e impassibile,guadagnavo molto e così legai molto di più con JB,lo conoscevo dalla nascita. Solo che lui si era trasferito in Corea tre anni dopo la maggior età. Così decisi di raggiungerlo. Il mondo era incolore,inodore e insapore,fino a quando non è arrivata lei. Il mio cuore ha cominciato a battere di nuovo,senza sosta. Ogni suo sguardo, ogni suo bacio,ogni suo tocco,il suo corpo proibito.

Mi sono innamorato di lei,proprio come un bambino si innamora del proprio negozio di caramelle preferito.

☆Spazio autrice☆
Ciao ragazze,avrei dovuto aggiornare con un altro capitolo,ma ho voluto parlare un po di Jackson,del suo passato,della sua vita,delle sue sofferenze,ho pianto rileggendo il capitolo,perché ho messo un po della mia anima,spero vi sia piaciuto. Consideratelo un capitolo extra. Aggiorno presto con l'altro capitolo.
Cris ❤ 

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