3.

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Aprì gli occhi, come se fossero rimasti chiusi troppo a lungo.

Da che era seduta si spinse in avanti, come per essere sicura di essere uscita dall'incubo che la tormentava da troppo tempo.
Nelle mani sentiva qualcosa di umido, freddo. Solo dopo si rese conto di stringere dei pugni di terra e foglie secche. Come quando si stringono le lenzuola del letto quando si ha paura.

Lasciò subito ciò che teneva in mano e si guardò attorno: la luna illuminava il cielo privo di stelle, mentre fitti alberi si ergevano attorno a quello che doveva essere il tronco di un albero abbastanza possente.
Solo dopo, quando si girò velocemente verso ciò a cui prima era appoggiata lo riconobbe: era il Nemeton.

Un fiordo di ricordi riaffiorarono nella sua mente, sebbene erano confusi e non del tutto chiari.
Come poteva essersi scordata della loro principale fonte di problemi.

Già, ma loro di chi?

Ricordava di aver combattuto, di essere stata ferita e di essere morta. Ma non ricordava per chi o per cosa avesse combattuto.

Ma soprattutto, perché ricordava il Nemeton?

Sapeva che quell'albero aveva un potere fin troppo oscuro per essere un semplice arbusto. Ma era quasi sicura che il problema fosse stato già risolto, anche prima della sua morte.

«Allison» 

Una voce maschile si fece avanti, insieme a dei passi possenti e decisi.

«Ben tornata.»

La ragazza si voltò di scatto verso colui che ormai non era né troppo lontano né troppo vicino.

Cercò di essere indiscreta nell'osservarlo, sperando che guardandolo a lungo si ricordasse qualcosa. Qualsiasi cosa.

Ma il ragazzo, che nel mentre si era fermato a qualche metro da lei, non disse nulla.
Anzi, sorrise.

Allison lo guardò, quasi offesa di quel sorriso. 

Decise di alzarsi, ma le sembrò difficile pure pensarlo. Le sembrava di essere tornata piccola, quando ti insegnano a camminare per qualche metro da sola.

Nel mentre ripensò a quando era morta.
Era stato cosi semplice crollare, come poteva non saper più come rialzarsi?
Lei non voleva essere debole, e di certo non lo sarebbe stata.
Non qui, non ora.

Si aggrappò al tronco dell'albero e, piano piano, riuscì a rimettersi in piedi.
Alzandosi, notò che l'unica cosa che indossava fosse un vestito completamente bagnato, assieme ai suoi capelli.
Ai piedi non portava nulla, infatti sentiva il formicolio e il fastidio a contatto con il terreno.
Era strano: sentiva freddo, ma non così tanto come probabilmente pensava.

Sebbene respirasse e si comportasse come una viva, si sentiva ancora morta.

Alzando lo sguardo, vide che il ragazzo la fissava ancora.
Allison era arrabbiata con se stessa.

Perché non si ricordava di lui?

«Me l'avevano detto che eri di una bellezza unica. Ma sinceramente non pensavo così tanto.» disse il moro.

Fece qualche passo, per poi ricominciare a parlare.

«Non preoccuparti. E' impossibile che ti ricordi di me.»

Ormai era vicino alla ragazza, che però lo guardava sempre con aria da sfida.

Non si fidava di lui.
Sapeva che stava cercando di comprarla offrendole informazioni, perché probabilmente sapeva che lei non riusciva a ricordare.
Ma Allison era furba e decise di rimanere nel silenzio, almeno per ora.

«Purtroppo non hai avuto il piacere di conoscermi, dato che io sono arrivato a Beacon Hills quando tu ormai eri già, beh, come si può dire?
Morta.»

Argent || (What if) ScallisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora